Nel mondo dei trasporti, quello attuale è un periodo storico di cambiamento frenetico, e l’ultimo colpo di scena ha colto di sorpresa addetti e non addetti, con la rescissione anticipata di tre anni del Contratto di Servizio tra Regione Siciliana e Trenitalia e la Stipula di un nuovo contratto decennale a partire dal 2024.

Si legge in una comunicato della Regione che:

«Il nuovo contratto di servizio – ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani – è strutturato in funzione della crescita dell’offerta sia in termini di quantità che di qualità e guarda anche al potenziamento della rete e all’arricchimento della flotta di treni sui quali stiamo investendo in maniera significativa. Contiamo di offrire una valida alternativa per gli spostamenti regionali ai siciliani e ai turisti, ma anche a chi deve trasportare merci grazie all’alta capacità».

La nota fa riferimento ad una serie di interventi – si va dal ripristino della “Palermo-Trapani via Milo” e della “Catania-Gela”, interrotte da oltre 10 anni, agli interventi miliardari sulla “Palermo -Catania” e “Catania-Messina” – nessuno dei quali, tuttavia, sortirà alcun effetto prima della fine del 2026, naturale scadenza del contratto, col risultato che le tratte inagibili fino al 2027 saranno semmai in numero maggiore di quanto previsto.

A chiedere a gran voce una spiegazione su quale sia quindi l’effettiva ratio dietro a questo rinnovo anticipato sono anche gli stessi Comitati Pendolari Siciliani, che reclamano a buon diritto, come del resto previsto dallo stesso contratto in corso, di essere convocati, ma sono stati tenuti all’oscuro di tutto.

A fornire una risposta potrebbe essere la lettura del Regolamento europeo relativo ai servizi pubblici di trasporto di passeggeri, secondo il quale:

Le assegnazioni incondizionate e dirette di contratti di servizio pubblico nel settore ferroviario non saranno più possibili a partire dal 25 dicembre 2023.

Stipulando un nuovo contratto pochi giorni prima di quella data, quindi, si riesce ad evitare una gara pubblica per ulteriori 10 anni – massima durata consentita dallo stesso regolamento – assegnando ancora una volta a Trenitalia il servizio tramite affidamento diretto.

Sebbene si tratti di una paraculata piuttosto lieve e persino giustificabile, rispetto a quelle a cui siamo abituati, l’aver taciuto questo segreto di pulcinella non lascia presagire nulla di buono a riguardo di un servizio pubblico ferroviario che è ancora ben lontano da quello che si prospettava nel 2017, alla stipula del contratto in corso, quando perlomeno le istanze dei comitati e associazioni erano state ascoltate.

Chi vi scrive allora aveva partecipato all’incontro in cui si convenne di rendere gratuito per tutti gli utenti il trasporto della bicicletta sui treni regionali, come c’è da dire è tutt’ora, nonostante, un pretesto dopo l’altro, sia stato reso quasi inutilizzabile. Speriamo almeno che questo piccolo successo non vada disperso, altrimenti divento veramente una iena!

A.P. 23/12/2023

[in foto la stazione di Cefalù la notte dell’incendio del 22 settembre scorso].

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Iene Sicule

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