Il Patronato Acli di via Plebiscito diventa un caso politico. Barbagallo (Pd) si congratula per l’apertura della sede

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di iena senza patrono marco benanti

Assume i tratti di un vero e proprio “caso” politico, l’inaugurazione del Patronato Acli di via Plebiscito. Per tutto il pomeriggio di ieri e fino a notte fonda, almeno per i più “insonni”, che in questo periodo comunque sono tanti, il “pezzo” di Iene Sicule, dedicato all’inaugurazione del centro servizi ha circumnavigato le chat di area “laburista”. Le nostre fonti parlano di un Alfio Mannino “contrariato” dall’atteggiamento dei dirigenti Cgil Concetta Raia e Dario Gulisano, che hanno pubblicamente salutato con favore l’apertura/inaugurazione del patronato concorrente cui ha partecipato – ricordiamo – Angelo Villari, segretario provinciale Pd ed ex segretario provinciale Cgil. Un chiaro segnale di sfida lanciato dai villariani al sindacato rosso – che tra l’altro, parrebbe, a Catania, sia “in rosso” in tutti i sensi – i cui sportelli di Caf e Patronato distano solo qualche centinaio di metri dal punto Acli.

Una “sfida” di tessere e di “pratiche”, che potrebbe sfociare, con l’approssimarsi delle scadenze elettorali, in una vera e propria “disfida” di Barletta tra Villari e Pippo Glorioso, ex sindaco di Biancavilla, attuale segretario Cgil e aspirante candidato per le regionali in contrapposizione a Villari. Tra i due, il clima sembra arroventarsi.

Al momento siamo alla piccola “guerra” di propaganda, alle piccole “malignità”, agli “straccetti” che volano: “Glorioso? Ma dove deve andare, ha quattro voti a Biancavilla”, sussurrano nei giri villariani. “Ma quale Villari favorito, lì l’unico che può farcela a essere eletto è Barbagallo”, mormorano nei giri di via Crociferi dove però, ancora, la “filiera” villlariana è assai ramificata. Parrebbe che all’inaugurazione del Patronato Acli, fosse presente anche l’esponente del direttivo Cgil, nonché assessore ai servizi sociali del comune di Gravina, Elvira Tarantini. E c’è chi ha notato, tra i like ad una foto in cui si esalta la funzione sociale del Patronato Acli di via Plebiscito, anche quello di Alfio Leonardi, coordinatore dell’Igiene ambientale Cgil e villariano di stretta osservanza. “Sembra la Jugoslavia dopo la caduta di Tito”, osserva qualche commentatore. Ma a noi, a occhio e croce, sembrano più gli “sbandati” dell’8 settembre. Tra i militanti e dirigenti sindacali contattati da Iene Sicule, tutti avidi di commenti, si registra, però, amarezza e sconforto. “Tutto questo dà la misura di quanto non esista più il senso di appartenenza”, commenta amaramente qualcuno. “Ma come può esistere il senso di appartenenza in un contesto in cui viene mortificata la militanza e la storia delle persone e in cui a dettare legge e ad avanzare sia un esercito di ex Cisl e Uil e di ex ’galoppini’ elettorali di Villari e Raia che ormai occupano tutti i posti chiave”.

Nel frattempo, in via Plebiscito, nel famoso Patronato Acli, che ieri ha aperto i battenti al pubblico, si sfregano le mani in attesa di utenti, clienti e magari, chissà, anche votanti. Il consigliere di municipalità Mirko Giacone, in serata, fa una lunga diretta in cui denuncia i gravi problemi di via Plebiscito – stile Johnny Stecchino, per intenderci: le erbacce, la cartacce, li mortacci. E sempre Giacone si propone come il solutore di ogni problema del quartiere. Hai un problema col 730? Vieni a trovarci! Hai un problema con la pensione, con l’Isee o con il reddito? Vieni a trovarci! Hai le emorroidi? Vieni a trovarci. E a trovarli, nel pomeriggio, non affetto da emorroidi, per carità, c’è andato persino Anthony Barbagallo, il “segretario caffè”, che dopo, pare, aver preso, per l’appunto, un caffè, si è concesso qualche chiacchiera con Giacone, e gli altri due sportellisti del Patronato, Maria Grazia Felicioli e Domenico Florio: “Il segretario Barbagallo si è congratulato per la nuova apertura in un punto della città che aveva decisamente di bisogno”, esulta Giacone. La sfida è ufficialmente iniziata e nel “cerchio magico villariano”, prodigo di commenti, c’è chi scommette: “Non c’è partita, il consenso ce l’abbiamo noi, c’è l’ha Angelo, quelli radicati nei quartieri popolari siamo noi, il marchio di fabbrica è nostro, di Angelo. Tutto il resto è solo una brutta fotocopia”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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