Intervista esclusiva a Enzo Bianco che parla del caso Lusi, dei rapporti interni al Pd e della candidatura a sindaco di Catania


Pubblicato il 18 Luglio 2012

Vi proponiamo una intervista esclusiva a Enzo Bianco, parlamentare nazionale del Partito democratico ed ex sindaco di Catania. Un Bianco a 360°, che parla del “caso Lusi”, dei rapporti interni al Partito, dei tantissimi cittadini catanesi che gli chiedono di dare alla città una nuova primavera…

di Iena Politica

Con la serenità di chi ha la coscienza a posto e con il rispetto per le istituzioni che lo contraddistingue, Enzo Bianco lo aveva sempre sostenuto che i fondi de “La Margherita” aveva contribuito ad utilizzarli “alla luce del sole e per le finalità per le quali la legge li riconosce ovvero l’attività politica del Partito”. Adesso anche la magistratura romana, dopo aver scrupolosamente vagliato ogni particolare della vicenda, ha ‘certificato’ la legittimità dell’operato del senatore catanese decidendo addirittura di dover indagare per calunnie (anche nei confronti di Francesco Rutelli) l’ex tesoriere de “La Margherita” Luigi Lusi.

Noi delle “ienesicule” però sian voluti andare oltre e abbiamo chiesto a Enzo Bianco la disponibilità a chiarire anche certe dicerie cittadine e dobbiamo registrare, ancora una volta, che il senatore Bianco ha dimostrato un grande rispetto, oltre che per le istituzioni e l’operato della magistratura come nel caso Lusi, anche per il lavoro dei giornalisti e, quindi, del diritto del cittadino a conoscere quei fatti rilevanti della vita di un uomo pubblico. Una virtù quella di Enzo Bianco, indimenticato sindaco della primavera catanese, più unica che rara dalle nostre parti, basti pensare alle inaccettabili dichiarazioni nei confronti dei magistrati catanesi rilasciate, solo qualche giorno addietro, dal sindaco di Catania Raffaele Stancanelli all’indomani del suo rinvio a giudizio. Uno Stancanelli che poi non si è degnato di rispondere neppure ad una sola domanda dei cronisti presenti. Due modi di concepire e interpretare le funzioni pubbliche diametralmente opposti.

Vi lasciamo quindi all’intervista esclusiva che il senatore Enzo Bianco ha rilasciato alla nostra testata rispondendo a tutte le nostre domande, anche le più scomode, dimostrando di avvertire con forza il dovere di rendere conto agli elettori e a tutti i cittadini che rappresenta.

Senatore Enzo Bianco, perché Lusi l’ha tirata in ballo? Lei crede a qualche macchinazione in tema? E’ chiaro che nel disperato tentativo di condividere con altri responsabilità che tutte le indagini riconoscono esclusivamente a lui, Lusi abbia tentato di coinvolgere altri. Pensi che mi ha indicato come garante dei popolari nella suddivisione dei finanziamenti della Margherita, io che vengo da un’esperienza laica e che popolare non lo sono mai stato. Deve avermi confuso con qualcun altro. E poi ha tirato in ballo tutti i big della Margherita, il presidente del Pd Rosy Bindi, il vicesegretario Enrico Letta, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, il responsabile Politiche Sociali del Pd Giuseppe Fioroni, il responsabile Comunicazioni del PD Paolo Gentiloni, oltre Rutelli naturalmente. Cosa voleva far credere? E’ normale che i soldi del finanziamento pubblico servano a finanziare l’attività politica, guai se così non fosse. Come nel caso di Lusi.

Ci spiega come lei ha speso, legittimamente ovviamente, quelle somme del finanziamento pubblico e come sono stati spesi gli altri fondi? L’ho già detto e ripetuto più e più volte: per tutto ció che riguarda l’attivitá politica in tutta Italia, considerato che i Liberal PD sono un’associazione riconosciuta dal PD. E quindi per organizzare convegni e iniziative, per pagarne la pubblicità, oltre che per pagare sedi e collaboratori.

È vero che è stata finanziata in qualche modo anche la società del fratello della sua segretaria? E con quali finalità? Non è stata assolutamente “finanziata”, non confondiamo le acque e non facciamo confusione. C’era una società, come tutti avete appreso dalle cronache, amministrata per quel che riguarda questa vicenda in modo puntuale ed ineccepibile, come del resto è stato confermato dai rigorosissimi controlli effettuati. Nel percorso che porta alla liquidazione della Margherita, sono stati incentivati esodi e il personale dipendente (della Margherita) che lavorava per il presidente dell’assemblea federale è stato opportunamente sostituito da contratti di collaborazione e di prestazione di servizi, molti dei quali transitati da quella società. La Guardia di Finanza ha già fatto uno screening sulle società che avevano rapporti con la Margherita, non trovando nulla di irregolare. Sia chiaro che ogni somma è servita a finanziare attività politica, attività, per un soggetto politico, non solo lecite, ma doverose. Tutto alla luce del sole, come è nella mia storia e nella mia tradizione politica.

Il segretario del Pd di Catania Luca Spataro l’ha aspramente criticata sostenendo che lei non ha versato in questi anni un soldo al partito mentre –citiamo le parole di Spataro- gestiva in qualche modo quei fondi del finanziamento pubblico. E’ vero? Verso ogni mese, come tutti i parlamentari del PD, 1500 euro al partito. Ho contribuito all’ultima campagna elettorale per il parlamento nazionale con 50 mila euro. In più, ma forse Spataro non se n’è accorto, a Catania abbiamo eletto ben quattro consiglieri comunali nelle liste con Bianco per Catania, che oggi rappresentano 2/3 del gruppo del PD al Comune. Senza i consiglieri eletti nella mia lista civica, per intenderci, il Pd non avrebbe i numeri per formare il gruppo. Potrei parlare della grandissima mole di attività politica svolta da me a Catania con il simbolo e in nome del PD, con convegni, manifestazioni, seminari, viaggi nei quartieri, conferenze stampa, incontri coi cittadini. Attivitá che non tutti hanno svolto. Mi pare che basti per dire qual è il mio contributo politico al PD catanese. E non parlo del mio contributo politico a livello regionale e nazionale.

Secondo lei, le accuse di Spataro sono strumentali? A suo avviso, Spataro agisce da solo oppure magari per conto di qualche big del suo partito? Quello che mi dispiacerebbe é se qualcuno volesse colpirmi per farmi pagare le posizioni chiare e limpide che ho sempre avuto contro il governo Lombardo. Sono stato il piú strenuo oppositore al governatore siciliano e svolgo un netto contrasto, insieme ai consiglieri comunali, al sindaco Stancanelli, cosa che in pochi fanno sia a Palermo che a Catania. Francamente ho cose più importanti a cui pensare che occuparmi di Spataro, con tutto il rispetto. Quel che è certo che i vertici nazionali del partito mi hanno appena affidato un incarico di grande rilievo e delicatezza, indicandomi come relatore della riforma della legge elettorale.

Resterà allora nel Pd in questa situazione di conflittualità interna? O farà altre scelte? Francamente la conflittualità la vedo solo da qualche funzionario di partito. Penso agli impegni parlamentari e a come far risollevare Catania. Le polemiche da bassa cucina non mi interessano. Ricordo semplicemente che io sono tra quelli che hanno fondato il Partito democratico. E lavoreró con tutte le mie forze perché il PD sia partito aperto, moderno, riformista che abbiamo sempre sognato.

Senatore, è vero o no che lei abita in una casa del centro storico di Catania, sita in via San Michele? Chi è il proprietario? Lei o qualche parente di suo collaboratore o altri? Con quale formula lei abita –se è vero- in questo immobile (proprietà, comodato d’uso, affitto o altro)? E’ vero che abito in centro storico, dopo la mia separazione alcuni mesi fa. Ho un regolare contratto d’affitto, depositato e registrato, con la proprietà dell’immobile, e pago regolarmente con bonifico bancario. Però mi fermo qui. C’è anche la privacy delle persone. Sento su questo argomento puzza di diffamazione e di calunnia. Lo dico subito e trascineró in tribunale chiunque volesse speculare su questa vicenda come su altre.

Davanti a questo immobile c’è uno spazio – così sembra – per l’auto della sua scorta? Ci spiega come e perché ha avuto questo tipo di tutela dallo Stato? Evidentemente le autoritá competenti ritengono che sia necessaria questa forma di sicurezza, come per tutti coloro che si trovano in un’analoga situazione. Ho lottato terrorismo e mafia, ricordo che sono stato ministro dell’Interno e presidente del Copaco, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi. Comunque, non è una domanda che va rivolta a me, ma alle autorità che decidono sulla sicurezza. Io personalmente ho anche chiesto di ridurre le tutele, e l’ho ottenuto.

Ultima domanda: si candiderà a sindaco di Catania? Se sì, perché? Nel caso di una candidatura di Giuseppe Berretta, il Pd avrà due candidati? Candidato sindaco? Tantissimi cittadini continuano a chiedermelo. Se lo sarò, sarò il candidato della città, non di un singolo partito, neanche del mio. Oggi c’é bisogno di mobilitare le parti migliori della città, i giovani, il mondo del sociale, le eccellenze catanesi, il mondo produttivo e sindacale, gli intellettuali, coloro che lavorano nelle parrocchie e nelle periferie. Serve l’appoggio dei cittadini catanesi, prima dell’appoggio dei partiti.


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