Catania, il Maesano bifronte: sindaco e, ancora, assessore provinciale


Pubblicato il 17 Luglio 2012

di iena provinciale

Ascenzio Maesano è ancora assessore provinciale, oltre che sindaco di Aci Catena. Lo scriviamo a beneficio del presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione, che, non è riuscito a risolvere il “giallo” aperto con un articolo del quotidiano locale e ripreso da noi.

In queste ore, ci dicono, c’è stato un convulso confronto tra i vari uffici della “meglio burocrazia italiana, anzi europea”, come la definisce il suo presidente. Ci dicono di conferenze dei servizi, di staff allargati a luminari di diritto amministrativo, a grand commis della pubblica amministrazione, di un frenetico via vai nelle sedi di via Nuovaluce e dell’Upi a Roma, dove il presidente non fa mai mancare la sua autoritaria presenza. Niente. Nulla di fatto. Gli uffici provinciali si bloccavano alle dichiarazioni pubbliche del presidente Castiglione (“Io stesso ho sollecitato le dimissioni di Maesano”) e quelle del diretto interessato (“Faccio solo il sindaco di Aci Catena”). Due mezze verità, però, non fanno una verità intera.

Il super-presidente Castiglione probabilmente ha sollecitato le dimissioni del suo assessore promosso sindaco, ma di fatto non le ha mai ricevute o, comunque, accettate affaccendato com’è a gestire le risorse milionarie del Cara di Mineo, che adesso vuole soppiantare la tradizione consolidata di Etnafest, tanto da dedicarsi anche agli spettacoli. Maesano dice il vero, ma solo parzialmente, perché in effetti fa solo il sindaco, ma è ancora assessore provinciale.

Non ci voleva molto, infatti, per risolvere il giallo, e naturalmente lo diciamo solo a beneficio dell’efficientissima ed eccellentissima burocrazia provinciale. Bastava andare sull’Albo pretorio del sito www.provincia.catania.it e vedere l’ultima delibera di Giunta del 10 luglio. Nella composizione della Giunta è indicato anche Ascenzio Maesano, che è quindi ancora in carica, anche se è assente. Forse Castiglione non vedendolo avrà pensato che si era già dimesso o che lui stesso ne aveva accettato le dimissioni. Niente di tutto questo, invece. Maesano non c’era, alla pari di altri due assessori. Punto e basta.

Ma, a questo punto, si pone un dubbio, secondo qualche malpensante, come ce ne sono sempre in giro. Ma vuoi vedere che Maesano ha “dimenticato” di dimettersi perché così nel frattempo matura l’indennità di assessore? Malpensata inutilmente cattiva: il direttore generale e il ragioniere generale, noti al mondo intero per la loro professionalità, non permetterebbero mai una furbata del genere anche perché la Corte dei Conti non dorme e sta attenta al bilancio creativo dell’ente.

Secondo altri malpensanti, invece, sarebbe il presidente Giuseppe Castiglione a voler prendere tempo perché le dimissioni di Ascenzio Maesano lascerebbero vuota una poltrona che altri, spinti dalla vanità o dallo spirito di servizio, vorrebbero prontamente occupare. E questo, si sa, e’ una scelta politica che dovrebbe risolvere lui. Almeno che non si affidi alla sempre solerte burocrazia.


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