di Attilio Pavone.

Si è tenuto ieri, nella redazione de La Sicilia, l’ennesimo forum a porte saldamente chiuse ed interventi rigorosamente blindati, sulla mobilità a Catania. Questa volta però, dopo oltre tre anni di reticenze, è stata finalmente data la notizia della dismissionedella ferrovia Circumetneada Borgo a Paternò con l’apertura dei cantieri della “metropolitana”, che ormai è imminente.

Zimbello del trasporto pubblico planetario, Catania è l’unica città italiana sotto al milione di abitanti ad avere una “metropolitana” pesante (o di tipo classico: sono 4 in tutta Italia), ma è sempre più in fuga al primo posto per numero di auto pro capite: oggi svettiamo con 801 auto ogni 1000 abitanti, ma se aggiungiamo pure le moto, contiamo addirittura piùmezziamotorecheabitanti!

Se le cose stanno così un motivo ci sarà, e quale sia ormai lo hanno capito anche le basole di via Etnea (hint: hinterland nord), ma al forum non sembrano ancora accorgersene, e anziché pensare a ripristinare le decine di treni soppressi sulla Circum, vorrebbero far credere che perseverare con l’estensione della “metropolitana” – ovvero l’interramento della Circumetnea, prolungando così quel buco mangiasoldi iniziato ormai 40 anni fa, fino alle più grottesche conseguenze – possa essere parte della soluzione. Forse vivono altrove.

E studiano anche altrove: ma quale consesso accademico dell’universo mondo partorirebbe mai la malsana idea di incentivare la mobilità sostenibile interrando ferrovie (sì, ovviamente si è parlato anche dell’interramento della linea costiera, altra fonte provvidenziale per facilissimi guadagni) o

allargando tangenziali? Ma tant’è, dall’articolo a corredo pare si sia parlato proprio di questo. Attendiamo trepidanti di vedere e commentare la registrazione, quando la trasmetteranno.

Quello su cui però vorremmo soffermarci adesso è la disinvoltura con cui è stata annunciata la dismissionedella Circumetnea: una barbarieviolenta e brutale figlia di un’ignoranzaed un’indifferenza inquietanti, che superano oltremodo ogni limite civilmente accettabile.

Non crediamo sia necessario spiegare a nessun normodotato di media incultura cosa significhi la dismissione di una linea storica che costituisce una parte determinante del nostro patrimonio storico/paesaggistico e della nostra stessa identità: sembra davvero di assistere nuovamente all’utilizzo del Colosseo come cava di materiali da costruzione.

Finale scoppiettante, anche questa volta, con l’immancabile paraculata green: sostituire il binario con una ciclabile. Che è una minchiata uguale e contraria a mettere i pedali ad una locomotiva pensando di trovarsi una bicicletta. Lo aveva già presagito lo stesso Sindaco Trantino in persona, in un recente commento con cui sembrava voler prendere le distanze dai vandali dietro a quel progetto. Affidiamo allora a lui le parole di chiusura di questo articolo:

E cogliamo infine l’occasione per invitare singoli ed associazioni all’incontro sul tema – in cui pare saranno svelati quei misteriosi perché – che si terrà lunedì prossimo al salone convegni della CGiL di via Crociferi:

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Iene Sicule

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