L’acqua presto costerà come lo champagne? Chissà…

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DI GIUSEPPE BONACCORSI

Ci stanno lasciando in mutande. Anzi per dirla volgarmente forse proni a 90 gradi. E sì perché non è soltanto l’aumento del prezzo dei carburanti, di quello dell’energia elettrica e del gas russo a non fare dormire sonni tranquilli a milioni di famiglie italiane, ma anche quello di altri tributi e balzelli tutti nostrani, a cominciare dai rifiuti, che sono sempre un bilico tra nuovi aumenti o veri e propri salassi se la spazzatura dovesse finire fuori isola. L’ultimo paradosso poi arriva dall’acqua che presto potrebbe schiazzare in alto, a prezzi insostenibili per un bene di prima necessità.

La beffa consiste poi nel constatare che in tutta Italia, ma soprattutto nella terra del sole, come la nostra, ci sono centiaia di progetti per impianti solari ed eolici che sono frenati dalla burocrazia o da scelte senza senso anche di alcune amministrazioni. Potrebbero servire per ridurre In buona parte la dipendenza energetica, ma si continua a perseguire sulla strada delle risorse che producono inquinamento, come carbone, petrolio e gas.

E’ paradossale che un grosso dirigente nazionale di Enel dichiari in Tv che in soli tre anni l’Italia potrebbe davvero staccarsi dalla dipendenza del gas russo, ma nessuno nella politica e nel governo pensa di dirlo chiaramente e informare i cittadini. C’è un motivo? E dire che a Catania c’è la più grande fabbrica di pannelli solari di ultima generazione di tutta la penisola, la Enel green power che potrebbe inondare di pannelli tutta la Sicilia e renderci indipendcenti dalle fonti energetiche fossili nel volgere di poco tempo, magari come ha fatto il Costarica, paese ormai votato soltanto alle fonti energetiche ambientali. Qualcuno obietterà che bisogna stare attenti a non deturpare il territorio. Ma una soluzione col buon senso puà essere trovata. Altrimenti smettiamola di considerci tra le potenze economiche del mondo e viviamo come i <figli dei fiori>.

Ultimo problema in ordine di tempo per i catanesi viene proprio dalle aziende idriche, che a Catania e provincia sono la Sidra e l’Acoset. Il vertiginoso prezzo dell’energia elettrica ha provocato Un aumento di oltre il 200 per cento delle ultime bollette della energia per prelevare e portare in superficie l’acqua che poi viene erogata a quasi un milione di cittadini. Il guaio è che le aziende idriche che prelevano anche sino a 400 metri dal sottosuolo non sono state equiparate a quelle estrattive e di conseguenza, non subito, ma nel volgere forse già di un anno – quando l’Arera darà il via libera – gli aumenti si abbatteranno come una mannaia sui cittadini con tariffe ancora non calcolabili, ma non certo irrisorie. Ieri un dirigente dell’Acoset si è lasciato andare a una considerazione: <Se il governo non interverrà, qui presto l’acqua potrebbe costare come lo champagne>.

Non sarà probabilmente così, ma le avvisagle di quella che potrebbe materializzarsi come una sorpresa amarissima per le già tasche vuote dei catanesi è tutt’altro che remota.

Dopo l’allarme lanciato dal presidente della Sidra, Fabio Fatuzzo e dal presidente e dal direttore Acoset, Di Gloria e Rizzo, ci si attendeva un segnale positivo dal governo attraverso il decreto appena pubblicato. Dalle prime indiscrezioni che arrivano dall’Acoset il governo avrebbe concesso solanto un contributo del 15% sul prezzo dell’energia del solo secondo trismestre del 2022 e interventi per la riduzione dei crediti e delle imposte per il terzo trimestre. Troppo poco consiserate le bollette che sono arrivate, che soltanto per l’Acoset sono passate dalle 400mila euro prima degli aumenti al milione e duecentomila di adesso.

Ancora più agguerrito il tono della dichiarazione di Fatuzzo, presidente Acoset: <Il decreto del governo è un bluff e non è studiato a favore dei cittadini. La nostra bolletta è salita da 500mila euro a oltre un milione. Noi rischiamo il collasso, oppure il ricorso al mercato dell’energia tutelato con un aumento del 30% dei costi, tutti costi che successivamente purtroppo saremo costretti a trasferitre nelle bollette dei contribuenti>. <Prendamo ad esempio soltanto la rateizzazione prevista – ha aggiunto -. A chi va richiesta all’azienda fornitrice? E allora bisogna chiarire perché il nostro fornitore ha detto che nello stato in cui si trova, non è in grado di concedere alcuna rateizzazione a 24 mesi. E agiungerei un particolare. L’Arera ha autorizzato gli aumenti di gas ed energia elettrica e non ha consideratpo le refluenze, ad esempio l’aumento del costo dell’acqua. Quindi non ci riconoscono come industria estrattiva, non ci danno l’adeguamento delle tariffe, ma non ci dicono neanche come dovremmo andare avanti>.

Il presidente Sidra aggiunge che in questo modo presto, in prossimità dell’estate il servizio potrebbe collassare oppure procedere senza garantire l’erogazione degli anni precedenti anche per via dell’impossibilitò di effettuare la giusta manutenzione. < Comprendiamo che tutto il paese è in una situazione di grande pressione per i i prezzi, ma non saremo in grado di fare altrimenti se non aumentare le tariffe e mi dispiace constatare che siamo davanti a un governo che non tiene conto della situazione disastrosa dei cittadini>.

Fatuzzo conclude col dire che insieme ad altre 12 aziende idriche della penisola ha presentato ricorso al Tar di Milano per chiedere una correzione di queste anomalie: <E’ l’ultima strada che ci rimane – ha concluso – e intendiamo andare sino in fondo perché altrimenti la gestione sarà messa a durissima prova>.

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Benanti

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