Lo sciopero dei calciatori oltre a rappresentare una pura vergogna, smaschera una realtà che sfrutta e non ama gli italiani


Pubblicato il 26 Agosto 2011

Pallone-da-Calcio-Nike-Total-90-Tracer-Serie-A-SC1784_169_ALo sciopero indetto dai milionari calciatori è una delle vicende più orribili e al contempo significative della realtà italiana. Dovrebbero semplicemente vergognarsi al solo pronunciare la parola sciopero. Mentre la Penisola attraversa un momento economico assai delicato, con molti italiani che sono senza lavoro e tante famiglie costrette a vivere con poco meno o poco più di mille euro al mese, a minacciare lo sciopero sono i calciatori, proprio loro che, nella peggiore delle ipotesi, mille euro li guadagnano in mezza giornata.

Presa di posizione emblematica, di un’Italia a due volti. Questa schifosa vicenda fa palesemente emergere come nello Stivale vivano due categorie di persone: i lavoratori che fanno sacrifici per arrivare a fine mese e i privilegiati, lontani anni luce dai problemi del paese. Questi ultimi sono diventati e sono qualcuno grazie ai primi, ma lo hanno dimenticato.

Non si tratta solo dei calciatori, ma anche dei politici e in genere dei personaggi del mondo dello spettacolo. Eppure i calciatori sarebbero nessuno senza i tifosi e gli appasionati di calcio, i politici lo stesso senza gli elettori dei quali dovrebbero fare gli interessi piuttosto che tradirli. E i cantanti e gli attori cosa sarebbero senza coloro che acquistano i dischi o pagano il biglietto per vedere un film? Nulla! Personaggi che guadagnano milioni di euro, godono di privilegi incredibili (tra tutti la pensione rapida dopo essersi divertiti su un campo di calcio o in parlamento a farsi i comodi propri mentre un operaio deve sudare quarant’anni per una pensione). La storia ci insegna che quando commettono un reato spesso rimangono impuniti perchè il sistema dei potenti li tutela, mentre quando si tratta di poveri disgraziati gettano pure le chiavi.

Perchè vorrebbero scioperare? Sono motivi condivisibili? Pretendono di allenarsi con i compagni anche quando vengono messi fuori rosa: ma voi v’immaginate cosa significhi far allenare in gruppo uno che è in rottura col mister o i compagni di squadra? Vorrebbe dire distruggere l’armonia e la serenità del club, fattori determinanti per preparare al meglio un campionato o una partita. E soprattutto, poi che pretendono? Che siano i club, che gli danno già ingaggi da capogiro, a pagare il contributo di solidarietà. Una vergogna assoluta!

Di seguito, vi proponiamo le prese di posizione più significative. Adriano Galliani (ad Milan). “Qualunque cosa ci sia scritto sulla manovra del governo sul contributo di solidarietà, anticipo che per noi graverà al 100% sui calciatori. Se non sarà così facciano lo sciopero tutta la vita. E’ un aspetto sul quale non si transige. E’ una tassa che pagheranno loro e non le società. Questa cosa va al di là dei contratti, del netto e del lordo. Tutti i club che ho sentito sono d’accordo con me e spero che il presidente dell’Aic Damiano Tommasi capisca, altrimenti può anche scioperare per sempre. In caso ci dovranno spiegare perchè certi ‘signorini’ che guadagnano 10 milioni di euro l’anno non vogliono pagare il loro contributo allo Stato”.

Pietro Leonardi (ad Parma). “Erano due punti stupidi e li hanno rifiutati. Non ci possono prendere in giro: invece di comprarsi la barca da 2 milioni di euro, ne prendono una da un milione e 950mila, o fanno come me che ho il gommone”.

Per una volta ci piace citare anche le parole del ministro Calderoli. “Sono proprio dei testoni i calciatori di serie A, che non vogliono capire che, con il loro atteggiamento, si rendono odiosi di fronte ai tifosi e di fronte al Paese, senza comprendere che tanto, alla fine, pagheranno le tasse come tutti gli altri. Ho previsto un emendamento nel quale si aggiunge che l’aliquota per i calciatori potrà essere raddoppiata, così come previsto per i politici e sono disposto a ritiralrlo sono qualora vedrò equilibrio e saggezza da parte dei calciatori. Doti, almeno fino ad ora, dimenticate”.

E allora non stupiamoci più di tanto se i calciatori scioperano, questa è l’Italia e la colpa è anche nostra che facciamo finta di non vedere tutte le differenze ingiustificate, i privilegi senza senso. Perchè un milione di euro lo si può anche dare allo scienziato che sta mesi, o anni, chiuso in un laboratorio per ideare un farmaco che salvi vite umane, così come a quei pochi tutori delle forze dell’ordine disposti a rischiare la propria vita per salvaguardare quella degli altri o all’amministratore che riesce a produrre benessere e ricchezza per il paese e i suoi concittadini. Ma a questi privilegiati del divertimento assolutamente no!

Possibili soluzioni. Raddoppiare, appunto, il contributo di solidarietà dovuto dai calciatori con una norma che lo ponga esplicitamente a carico loro, così com’è a carico di tutti i lavoratori. Una lezione storica che serva da esempio per tutti coloro che hanno smarrito l’umiltà e i valori che contano come l’essere solidali con chi è in difficoltà. E poi, perché no, iniziare il campionato facendo giocare le primavere, così una volta tanto potremo vedere un po’ di calcio pulito.


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