Al termine di una giornata da incubo, cosa resta del Pd siciliano e catanese?
Proviamo a fare qualche riflessione:
Questa tipo di cultura non ha NULLA a che fare con la Storia della Sinistra. La “rottura” del M5s dovrebbe portare la segreteria regionale a preparare le dimissioni.
Il candidato del centrosinistra esce da questa giornata con le” ossa rotte”: dal punto di vista politico e della sua credibilità, a maggior ragione in un contesto sempre difficile dal punto di vista economico e sociale quale quello siciliano.
Non è questione legata alle questioni giudiziarie di alcuni candidati: nella società catanese il Pd non esiste.
Da tempo si attende un ricambio vero che non arriva mai: chi perde le elezioni non deve essere ricandidato. Nelle democrazie funzionanti, si fa spazio, non si occupa lo spazio come accade nei contesti dominati dai NOTABILATI.
In democrazie non si lotta per un posto in Parlamento, si lotta per cambiare le cose, per rispondere ai problemi enormi di milioni di persone. Non è fondamentale essere eletto, è fondamentale rappresentare un punto di riferimento per i deboli. Il “problema del posto” in Parlamento è “problema” da NOTABILI.
Le “destre” vincono perché non hanno avversari, soprattutto quando l’avversario, vero o presunto, non ha una cultura politica che rappresenti davvero un altro modo di vedere la politica e la vita.
Auguri,
marco benanti
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