Politica Piddì: le clamorose rivelazioni di Tonio del Fortino!


Pubblicato il 06 Dicembre 2015

intervista di iena antidemocratica marco benanti

Tonio, qui le cose cambiano, in modo spaventosamente veloce. Se ne è accorto della rivoluzione in corso nel Pd catanese?

Senta signor Bonfanti, ma per caso è parente dello zio Alfio che ha la stalla che cavaddi a via Palemmo?

Benanti, prego. No non è mio parente e non amo l’ippica.

Come non detto. Allora intanto mi presento, sono Tonio del Fortino della corrente di Sammartino.

Tonio, negli ultimi giorni, il confluire nel partito dell’area “ex articolo 4” sembra aver portato “forze fresche” in un partito che in molti davano in uno stato comatoso: ne è lieto?

Dovrebbero vasare dove è più sporco. Se non era che arrivavamo noi a scriverci in massa potevano chiudere bottega.

Qual è la nota più positiva di questo “afflusso democratico”, a suo avviso?

Intanto ci tengo a precisare che sono incensurato senza precedenti penali.

Ah bene, ma chi glielo ha chiesto, perché mette le mani avanti?

No sa com’è, patti chiari e amicizia lunga.

Torniamo a noi. Esiste per caso una comunanza di ideali e di posizioni culturali e filosofiche?

Mi dica, sul Jobs Act la pensa come Berretta o come Rota, è d’accordo o no?

Sul Ciobar penso di no. Quand’ero bambino mi piaceva il Nesquik.

A prima vista, il primo “afflusso democratico” è fatto, in buona parte, di persone che non conoscono il pd e forse nemmeno la lingua italiana: secondo lei è un problema o no?

Beddamatri, e lei come lo sa che soffro di relfusso.

Qualche malelingua ha parlato, a questo proposito, dell’arrivo degli “amici di Luca”, con riferimento all’on. Luca Sammartino, di professione odontoiatra di successo: lei per caso hai problemi di carie? Se va da lui potrebbe apprezzare le qualità umane e politiche: ha provato a farlo?

Luca è bravo carusu. Per denti cariati comanda lui. Na vota mi levau na mola ca a facci m’ava addivintatu quantu a  proboscide do liotru. Sono con Luca fino alla morte. Ora mi ha chiesto di scrivermi con Renzi e che gli dicevo no? Ho fatto scrivere a tutta la famiglia e alla settima generazione. Macari a me nanna che quando ha avuto il tumore benigno l’ho fatta visitare alla clinica dove comanda la madre di Luca.

A qualche giornalista che gli ha chiesto di spiegare come faccia a prendere una gran messe di voti, l’on. Sammartino ha spiegato che lui lavora a contatto con la gente, nel suo studio medico: lo sai pure lei che è così?

Noi lo votiamo in massa perché se capita ca n’ama fari per dire i raggi alla bocca è sempre disponibile con l’amici.

Sembra però che qualche “vecchio militante” del Pd sia rimasto leggermente sconvolto dall’ “afflusso democratico” in questi termini: sono solo dei radical chic oppure hanno ragione di “temere” qualcosa al riguardo?

Ma guardi mi dispiace se hanno il reflusso. Ma noi siamo una massa e ci scriviamo in tutti i quarteri. A venti a venti ci spuntiamo. A Librino, al centro a Picanello, li stiamo invadendo a questi comunisti. Si stanno cacanno addosso. Si può dire cacanno sul giornale?

Sì Tonio, è la liberta di espressione prevista dalla Costituzione. Ma non è che ci sono troppi “rosiconi” –come dice qualcuno del Pdci- che non vuole che la sinistra governi a Catania e quindi s’inventa storie infondate per invidia personale?

Certamente, è tutta invidia signor Bonanno.

Insisto, mi chiamo Benanti.

Eppure, la segreteria del Pd e molte sue componenti hanno difeso l’arrivo degli “ex articolo 4”: lei crede per una comunanza politico-culturale-filosofica?

Lei sapi come si dice a Catania? Cunnuti e cuntenti

Se la sente di tentare di fare un paragone: chi era peggio la vecchia Dc, dove magari tuo padre faceva il “galoppino” oppure questo nuovo “afflusso democratico” accolto e favorito dalla dirigenza democratica?

Benanti (dico bene?): n’ammiscamu a medda ca cioccolatta. Ma vole mettere a Berlusconi, a Cuffaro e a Lombardo con questi quattro scappati di casa. Non scherziamo va.Non su boni mancu a spurugghiari u spago da sasizza.

Nella “città buia” di un tempo dove c’erano appunto i “galoppini” e i quartieri popolari servivano alla borghesia catanese solo come “serbatoio elettorale” e per garantirsi gli affari con le cosche mafiose le cose andavano davvero male. E oggi? Ci spiega le differenze?

Aspettassi mi sona u telefono… Che mi stava dicendo?

Le chiedevo della cosche mafiose e dei galoppini elettorali.

Ma scusari signor Bontempo mi chiamanu da casa. C’è me nanna ca ietta schigghi, ci fa mali a mola ammaledda! Ma…

E sulle cosche e i galoppini?

Aspetti, aspetti!! Mi faccia chiamare Sammartino è un’emergenza! “Luca, Luca c’ha scippi a mola a me nanna ca ietta schigghi e arrusbigghia a tutta a palazzina? Sì sì è iscritta al Pd!”

 


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