POLITICA SICULA DELLA “LEGALITA’ ALL’ITALIANA”, CODACONS: CLAMOROSA SCOPERTA, LA REGIONE NON APPLICA LA NORMATIVA ANTICORRUZIONE!


Pubblicato il 05 Dicembre 2014

L’ASSOCIAZIONE DI TUTELA DEGLI UTENTI: E’ UN OBBLIGO E NON UN OPTIONAL

PERCHE’ NON “RUOTANO” I DIRIGENTI DELLA SEGRETERIA GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SICILIANA? ECCO QUANTO SI DENUNCIA:

“Il CODACONS  sta effettuando un monitoraggio per verificare se alla Regione Siciliana e in tutti gli Enti locali sia stata integralmente attuata la normativa anticorruzione (Legge 190 del 2012 e Decreto Legislativo 33 del 2013). Dal monitoraggio effettutato solo pochi rami dell’amministrazione regionale siciliana hanno proceduto, in attuazione di quanto disposto dal Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione, ad effettuare la rotazione dei dirigenti che da oltre cinque anni ricoprono lo stesso incarico.

Tutto ciò dimostra, come minimo, che in atto nei settori più importanti dell’Amministrazione regionale si procede a rilento eludendo le precise disposizioni di legge. Il Codacons si chiede cosa abbia fatto in questo senso il responsabile regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione.

Perché, ad esempio, la Segreteria Generale della Presidenza della Regione finora non ha proceduto, dando un segnale forte, a far ruotare i propri dirigenti? Il Segretario Generale è a conoscenza che ci sono dirigenti “fermi” al loro posto da quasi dieci anni? Stiamo parlando di dirigenti di importanti uffici di spesa della Segreteria Generale (vedi Servizio 6 “Coordinamento attività economiche e produttive – Tutela consumatori; Area 1 – Affari generali e comuni della segreteria generale; Servizio 1 – U.R.P. – Nomine ed ispezioni; Ufficio di Rappresentanza e del Cerimoniale).

Cosa deve accadere per applicare senza remore la legge anticorruzione? Il Codacons, ovviamente, non intende esprimere giudizi su nessun dirigente ma segnala soltanto che le lunghe permanenze nella stessa postazione lavorativa costituiscono un grave rischio di personalizzazione e il formarsi di possibili incrostazioni che mal si conciliano con il principio di trasparenza e di efficienza che deve caratterizzare i pubblici uffici. Questioni che la legge anticorruzione considera prioritari ed ineludibili.”

 

 


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