Politica sicula, governo regionale: Fiumefreddo assessore…perchè?

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di marco pitrella

L’avvocato Antonio assessore lo sarà. L’animale piddìno & giornali da nonnina più che “indignarsi” farebbero meglio a chiedersi il “perché accadrà”… la soluzione più ovvia è di norma quella più giusta e “dentro” Catania si trova.

Egli non è né meglio e né peggio di tanti altri transfughi & naufraghi & cortigiani del cerchio magico. Nella compagine di Crocetta che del potere fa manbassa, tra dirittu a patti i casa & Marco Forzese, è perfetto il bel Antonio.  

Saro, “tendenzialmente” suscettibile & permaloso come una zitella isterica, con Fiumefreddo, “curiosamente”, diventa agnellino a tal punto da scordarsi persino che con il “suo” giornale, Sudpress.it, denunciò per primo i presunti rapporti tra Crocetta e il boss di Gela Celona, archiviati, poi, con fare magistrAle.

(A scanso di querela la magistratura non ha mai aperto un fascicolo).

Perché Fiumefreddo diventa l’eccezione che conferma la prassi?

E il copione della prassi “Crocettiana” sempre quello è stato: per ogni “starnuto” contrario alla sua “rivoluzione” è seguita la minaccia di pellegrinaggi alla Procura carico di pseudo-dossier… le accuse di Sudpress.it & gli incarichi dati all’avvocato dal “centro destra” – ecco l’eccezione – dimenticati e avvolti nel lenzuolo bianco della verginità sono stati.

Infatti Fiumefreddo viene nominato assessore nel 2014 (rimane in carica una sola settimana) e in proposito Lucia Borsellino avrebbe detto a Crocetta “non farmi sedere accanto al legale di un boss (Ercolano, ndr)”, (Repubblica.it). Poi, per compensare lo “smacco”, diventa presidente di Riscossione Sicilia e oggi Saro lo definisce “uomo chiave” per il governo regionale e al posto della dimissionaria Vancheri lo “pretende”… e ragioni non sente.

E’ “portato” da Confindustria l’avvocato Antonio?

Catania è una palude… tra provincialismo & paesanità, bene & male nel libero arbitrio magistrAle stanno.

Non è furbizia o intelligenza; pare, si dice, si mormora che Fiumefreddo abbia il “fiuto” per poter mettere “sotto scacco” – il come dovrebbe essere sotto la “lettura” dei più – gli attuali politicanti “babbi & nani”.

Ma nella buttanissima città etnea “sono la pigrizia (intellettuale) e la penetrante dolcezza dei nostri sorbetti ad essere desiderio d’immobilità”(copyright “Il Gattopardo”). Con analisi di comodo si rimane ancorati al vecchio per non farsi “divorare” dallo sforzo di comprendere la realtà… insomma è il principio verghiano dell’ostrica applicato alla politica. 

Del resto, all’ombra de liotru, i cittadini, convinti che il potere sia ancora in mano – per usare una metafora – alla generazione dei “cavalieri dell’apocalisse” & fortemente legati all’idea che il monopolio dell’informazione sia tuttora di Mario Ciancio, agevolano l’ascesa del nuovo che avanza.

Il potere pur si muove.  

Forse, un bel dì, scoperta la menzogna delle “orgogliose verità”, rimpiangeremo il recente passato che magari opulento non era ma nemmeno ingordo di “manciugghia” è stato.

Intanto, nel “lungo sonno” etneo (e siciliano) & nella totale assenza di classe dirigente, l’omertà cede il passo al “così è se vi pare” e viremu chi ci nesci.   

 

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Redazione Iene Siciliane

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