CATANIA – “Apprendiamo, con vero dispiacere, solamente dalla stampa – afferma il Segretario Provinciale Avv. Pietro Lipera – nonostante la nostra presenza in seno al consiglio metropolitano, di esser stati totalmente esclusi dal novero dei delegati che affiancheranno il sindaco della Città Metropolitana, Avv. Enrico Trantino, nella conduzione amministrativa dell’ente. Una sgrammaticata decisone politica, atteso […]
Portate un caffè al Prefetto di Catania
Pubblicato il 02 Settembre 2025

Domani torna a riunirsi il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica (lo chiamano così) di Catania: una “città poligono di tiro” (viste le “performance” su negozi e affini di sparatorie varie), popolata di bande di malavitosi secondo uno “stile camorristico” che da tempo si è affermato non solo nei “quartieri a rischio” ma è dilagato anche nelle zone della “gente perbene”. Quindi, per una nemesi beffarda i principali responsabili dell’imbarbarimento del “contado rossazzurro” (la cosiddetta “gente perbene” o meglio “i borghesi straccioni”) sono divenuti oggetto delle stesse “belve” allevate da decenni di menefreghismo borghese. Frattanto, la “famiglia” Ercolano governa i suoi affari. In mezzo ai “bravi borghesi” di città.
Ma il Prefetto ha detto che “non c’è emergenza” violenza a Catania. Sembra di sentire le parole dei Prefetti degli anni Ottanta.
Intanto, come accade da decenni, all’improvviso, il catanese “scopre” che la “sua” città è una sorta di “zoo safari”, dove il “suo” Stato non controlla il territorio (non lo ha mai fatto): e ci resta male. Poi, torna nel suo ordinario torpore, al massimo evocando “soluzioni”, le più banali, ovvero l’esercito, i “falchi” con “licenza di picchiare”, insomma la forza. Risultati? In poco tempo, i fenomeni si ripetono. Ma, intanto, la “pancia” della “brava gente “è soddisfatta: questo “gioco” il Potere lo fa da tempo immemore, gioco facilitato da ignoranza, superficialità, cinismo, sostanziale menefreghismo per il bene comune, al massimo evocato per “operazioni ideologiche” di candidati in cerca di sistemazione.
Ma il Prefetto Catania non è “città fuori controllo e al riguardo ha riferito a “Repubblica” dati statistici rassicuranti. Avvertitelo che tanta, ma tanta gente da tempo ormai non denuncia più: chi conosce davvero la macchina giudiziaria (quella vera, non quella delle fiction o dei “libri” dei “professionisti dell’antimafia”) sta lontana da essa. Perché è inutile. E al massimo è affare per chi ha soldi e tempo da perdere o per farsi prendere per il naso.
Intanto, mentre il Potere si autoassolve (il sindaco, il questore, il prefetto, taluni ministri) in un solo “coro” di omaggio al capo, pardon alla Capa, a Catania si muore in pieno giorno in un parcheggio, si può essere aggrediti in qualunque momento, si può finire coinvolti in risse o altro “contrattempo”. Così, ridendo, per caso. Il sindaco ha detto ai catanesi in passato che succede in tutto il mondo. E loro forse gli hanno creduto: il livello è questo.
Ma il Prefetto di Catania è rassicurante: stanno lavorando.
Pippo Fava, negli Anni Settanta e negli Ottanta, aveva già descritto tutto: ecco un suo articolo per ricordarlo. Troverete anche la “soluzione fascista” per pestare gli scippatori. Che – per mera sfortuna- rinascono a migliaia. Anche a distanza di decenni. Ecco il link dell’articolo che riproponiamo:
A proposito: cercate in qualche libro polveroso l’espressione “giustizia sociale”. Lo diciamo al cinque per cento di catanesi che ancora ragiona. Auguri a tutti. Ne avete di bisogno.



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