Riflessioni sull’istanza di ricusazione del Gip Gari presentata dall’Avv. Fiumefreddo nell’interesse (?) del boss Ercolano


Pubblicato il 26 Giugno 2011

sommerso_giustoReale pregiudizio per il boss Ercolano o pretesto per colpire il nemico Raffaele Lombardo? Nell’interesse, quale difensore del boss Pippo Ercolano, l’Avv. Antonio Fiumefreddo nei giorni scorsi ha ritenuto di avanzare istanza di ricusazione del Gip designato a valutare la posizione di 53 indagati dell’inchiesta “Iblis”, tra cui compare anche il suo assistito, il mafioso Pippo Ercolano, detenuto fino a poco tempo fa al 41 bis.

Secondo l’Avv. Fiumefreddo il dott. Alfredo Gari non dovrebbe occuparsi del procedimento penale in questione in quanto sua moglie, la dottoressa Rita Cinquegrani, sarebbe stata nominata Sovrintendente del teatro “Bellini” dal Governatore Raffaele Lombardo, indagato nel procedimento “Iblis”.

Ma – ci chiediamo – quale sarebbe l’interesse che avrebbe il boss Ercolano a ricusare il Gip? Nessuno! Anzi, a nostro avviso, a voler a tutti costi sostenere la tesi dell’avvocato penalista, per assurdo il boss Ercolano potrebbe semmai averne solo un vantaggio! Ma siccome il dott. Gari è davvero persona stimata e giudice professionalmente corretto, l’ipotesi -del tutto assurda- resta solo tale, ovvero un mero pretesto per altri scopi.

Cioè, non riusciamo a comprendere che nocumento potrebbe giungere al boss assistito dall’Avv. Fiumefreddo dal fatto che la moglie del Gip Gari sia stata nominata sovrintendente da Raffaele Lombardo.
Il giudice Alfredo Gari, tra l’altro, è un magistrato di valore, mai, neanche lontanamente, fatto oggetto di critiche del tenore di quelle contenute nell’istanza di ricusazione a firma del solo avvocato Fiumefreddo (nell’atto si legge, infatti, che il suo assistito al momento non avrebbe potuto sottoscriverlo in quanto “…ricoverato presso l’Ospedale San Paolo di Milano”. E’ insindacabile a nostro modesto parere, pertanto, che tra il Gip Gari e il boss Ercolano non sussiste nessuna delle condizione che possano fungere da presupposto per avviare un’istanza di ricusazione.

I fratelli Lombardo non compaiono e non compariranno tra i 53 che dovranno essere esaminati dal Giudice Gari. Tra le altre cose non si può non valutare la vicenda partendo da un altro punto fermo, già noto a tutti fin prima che il Giudice Gari avesse affidate le richieste di rinvio a giudizio di “Iblis”: a seguito dell’avocazione del Procuratore Michelangelo Patanè, i fratelli Angelo e Raffaele Lombardo non compaiono tra i 53 imputati di cui il Gip Gari dovrà esaminare le richieste di rinvio a giudizio formulate dalla Procura. Neppure oggi è dato sapere se per essi sarà addirittura avanzata richiesta di archiviazione e siccome per allora Gari probabilmente si sarà già pronunciato sul primo troncone di “Iblis” non potrà esprimersi sugli “stralciati” che finirebbero, così, dinanzi ad altro Gip.

E allora cosa potrebbe esserci alla base di tanto accanimento nei confronti del Giudice Gari e, soprattutto, di Raffaele Lombardo? E’ risaputo che la dottoressa Rita Cinquegrani, moglie del Gip Gari, al teatro “Bellini” di Catania ha preso il posto di sovrintendente lasciato libero proprio dall’avvocato Antonio Fiumefreddo, costretto alle dimissioni dall’insurrezione di numerosi lavoratori dell’ente. E a questo va aggiunto che anche l’Avv. Fiumefreddo venne nominato a capo del “Bellini” dal Governatore Lombardo, ma poi, dopo le proteste feroci dei lavoratori, non riuscì più a proteggerlo e a garantirgli la permanenza nel ruolo di sovrintendente. All’inizio, però, Raffaele Lombardo, nonostante tutto ciò che gli pioveva addosso, provò a difenderlo e pure con successo. E’ naturale, quindi, che l’avvocato Fiumefreddo possa coltivare sentimenti di rivalsa “squisitamente politica” nei confronti della moglie del Gip Gari che ha preso il suo posto, ma anche nei confronti del Governatore Lombardo che, piuttosto che mettersi gran parte della città contro (su tutti il sindaco Raffaele Stancanelli), ad un certo punto decise di mollarlo.

Qualcuno, in città, invocherebbe addirittura l’intervento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, sostenendo che l’Avv. Fiumefreddo avrebbe agito più per creare un danno a terze persone, nei confronti delle quali nutrirebbe inimicizia (nello specifico Gari, Cinquegrani e Lombardo), che per tutelare il proprio cliente, il boss Pippo Ercolano, che dall’intera vicenda non subirebbe alcun pregiudizio.
Il quotidiano telematico “QtSicilia”, in particolare, (all’indirizzo http://www.qtsicilia.it/territorio/35-territorio-notizie/299-esposto-allavv-fiumefreddo-un-cittadino-ci-scrive.html) riporta il testo di un esposto che si vuole portare all’attenzione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania e dinanzi al Consiglio Nazionale Forense. In esso si parla, senza mezzi termini, di violazione dell’art. 6 del Codice Deontologico Forense, norma diretta a sanzionare le condotte dell’avvocato che, nell’esercizio dell’attività professionale, siano finalizzate in giudizio alla proposizione di azioni o all’assunzione di iniziative con colpa grave o con mala fede. In merito a ciò, nei prossimi giorni vi daremo contezza della fondatezza di quanto sopra e seguiremo con puntuali approfondimenti l’intera vicenda.

Iena Maculata


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