Cronaca

Sanità: monta la grana dei direttori sanitari

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Cannizzaro e Asp rinnovano i loro direttori sanitari sino a fine anno, facendoli decadere con la scadenza di mandato dei dg, mentre il “Garibaldi” rinnova per tre anni. Forse entrambe le procedure sono idonee. E adesso?

di Giuseppe Bonaccorsi

I direttori generali delle aziende sanitarie Cannizzaro e Asp, in proroga sino a fine anno come disposto a maggio dall’assessorato regionale alla Salute impossibilitato a procedere con nuove nomine per una norma approvata dall’Ars che impedisce incarichi apicali nel cosiddetto “semestre bianco” che precede il voto regionale, hanno firmato i rinnovi dei contratti degli attuali direttori sanitari dei presidi, prorogando l’incarico dei dirigenti scaduti da metà giugno sino alla fine dell’anno, attraverso una procedura di incarico fiduciario strettamente correlata alla scadenza del mandato dei direttori generali che hanno disposto il rinnovo.

Attraverso queste disposizioni Antonino Rapisarda, direttore sanitario Asp e Diana Cinà, direttore sanitario del Cannizzaro continueranno a svolgere le mansioni sino alla scadenza del contratto dei direttori generali che li hanno nominati, quindi sino al 31 dicembre.

La procedura disposta, però, stride con quella portata avanti poche settimane prima dal direttore generale dell’azienda Garibaldi, Fabrizio De Nicola, che , al contrario dei colleghi, ha ritenuto idoneo prorogare il contratto dell’attuale direttore sanitario Giuseppe Giammanco per tre anni. E lo stesso sarebbe avvenuto all’Asp di Enna.

A questo punto la domanda sorge spontanea ed è quella che avevamo formulato anche in alcuni articoli precedenti pubblicati su alcune testate. E’ idonea la procedura adottata dal direttore generale del Garibaldi, De Nicola, di rinnovo contrattuale al ds per tre anni, oppure quella adesso formulata dai direttori generali di Cannizzaro, Giuffrida e dell’Asp, Lanza, che hanno invece disposto il rinnovo dei contatti dei loro direttori sanitari collegandoli alla loro scadenza di mandato?

In questo caso probabilmente dovrebbe essere la Regione a fare chiarezza, altrimenti il rischio è che se ha ragione De Nicola, che ha rinnovato Giammanco per tre anni, gli altri due direttori sanitari, Rapisarda e Cinà potrebbero presentare ricorso e questa procedura potrebbe portare a un danno erariale. Viceversa se hanno ragione Giuffrida e Lanza, allora la vicenda Giammanco potrebbe portare a un danno erariale perché giustamente Giammanco, fresco di rinnovo, farebbe valere i suoi diritti e magari con l’arrivo di un nuovo direttore, a partire da gennaio, potrebbe continuare il suo mandato forte di un contratto triennale, oppure se licenziato dal nuovo dg chiedere il risarcimento danni. La domanda, ferma restando la impeccabile professionalità degli attori coinvolti, è e resta una sola: C’è chi ha sbagliato e in quel caso si rischia un danno per le casse dello Stato e quindi di tutti i contribuenti, oppure non ha sbagliato nessuno in una sorta di confusione normativa forse voluta dalla ormai evidente campagna elettorale?

Nei due articoli precedenti ci eravamo chiesti se ci fossero anomalie in queste procedure e adesso le ultime disposizioni dei direttori generali di Cannizzaro e Asp sembrerebbero confermare quantomeno una disparità di trattamento. Che c’è qualcosa che non quadra è indubbio anche se è possibile che entrambe le procedure siano legittime e che le differenti interpretazioni siano dovute soltanto a una diversa procedura adottata dai direttori generali tra un incarico considerato fiduciario e un altro basato puramente sulla professionalità e sulle normative dei contratti pubblici.

Abbiamo chiesto una spiegazione al prof. Agatino Cariola, docente di diritto costituzionale all’Università di Catania e conoscitore ed esperto di contratti pubblici.

Ecco quanto ha detto: “Se lei mi chiede quali delle due tesi sia quella giusta io le rispondo che non è facile perché la legge in questo senso non è chiara. Secondo il mio parere se questi incarichi fossero fiduciari allora devono scadere tutti assieme, e quindi il direttore generale di una azienda, come avviene per il sindaco che si nomina il vicesindaco e gli assessori, allo stesso modo nomina i direttori che scadono con lui. Se invece si considera che stiamo parlando di una pubblica amministrazione e che gli incarichi fiduciari devono essere pochi e limitati per legge, allora queste figure dovrebbero avere incarichi anche per una durata non collegata alla scadenza dei direttori generali. Su tutti questi incarichi la legislazione non dice nulla e sono possibili le due interpretazioni, anche se la legislazione generale mette insieme con una sentenza generale, direttore sanitario e direttore amministrativo, come se fosse una triade che sta assieme e cade assieme”.

– Quindi professore i nuovi contratti a tre anni sono un azzardo o no?

“Allora un rinnovo di contratto a tre anni nel caso si interpreti che la nomina è fiduciaria potrebbe essere interpretato come illegittimo, perché il nuovo direttore generale che si insedia potrebbe revocare l’incarico al vecchio direttore sanitario e si nomina il suo, con possibili contenziosi e pagamento di penali”.

prof, ma allora in questo caso cosa si fa? Qui stiamo parlando di amministrazioni sanitarie, ci va dimezzo l’organizzazione della salute dei cittadini e invece anche in questo campo si rischia di ritrovarsi davanti a una contrapposizione politica, aggravata dalla campagna elettorale per le regionali che vede il centrodestra da tempo in fibrillazione….

“Se posso dire la mia io, per principio, sono contrario agli incarichi fiduciari. Se uno nomina l’ingegnere capo di un Comune il solo interesse pubblico che deve porsi è che sia bravo, non che appartenga a una determinata cordata o a un’altra. Quindi se alcuni direttori sanitari sono bravi non ha senso che siano ancorati ai direttori generali che invece fanno le scelte politiche. Devo, però, anche dire che la legge Severino quando parla di inconferibilità mette insieme queste tre figure, in una sorta di triade in cui stanno assieme, come si fa in ogni Comune con il sindaco e la sua giunta. Quindi secondo il mia parere bisognerebbe non considerare questi incarichi sulla base della fiduciarietà, ma in quest’altro caso ogni incarico da rinnovare deve farsi per concorso per tre anni e bisogna scegliere il più bravo attraverso una selezione pubblica. Quindi in primis si deve discutere se si tratta di incarichi fiduciari oppure no e poi agire di conseguenza”.

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Iene Sicule

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