Sicilia, saltano le Province di Siracusa, Ragusa, Enna, Caltanissetta e Trapani. Salve quelle di Catania, Palermo, Messina e Agrigento


Pubblicato il 21 Luglio 2012

di iena provinciale

Province sì, province no. Alla fine lo Stato salva i territori più importanti e così in Sicilia ad essere soppresse saranno soltanto le Province di Siracusa, Ragusa, Enna, Caltanissetta e Trapani. Resteranno in vita, invece, le Province di Catania, Messina, Palermo e Agrigento. E’ quanto emerge dai criteri di riordino decisi dal Consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti, che ha stabilito che saranno soltanto 64 su 107 le Province da accorpare. Ne resteranno in piedi quindi ben 43.

I criteri? “Il Consiglio dei ministri ha definito i criteri per il riordino delle Province previsti dal decreto sulla spending review: in base ai criteri approvati, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati”.

La nota di Palazzo Chigi indica anche le future competenze delle Province. “Le nuove province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate dalle Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva Italia”). La soppressione delle province che corrispondono alle città metropolitane – 10 in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio 2014)”. Adesso il Governo, dopo aver raggiunto l’intesa con le regioni, promuoverà un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.

Sulla base dei criteri di riordino delle Province approvati dal Consiglio dei ministri, in Sardegna, per esempio, si salverà solo la Provincia di Cagliari e, quindi, salteranno Olbia Tempio, Medio, Ogliastra, Carbonia, Sassari, Nuoro, Oristano. In Friuli solo Trieste e Udine hanno i requisiti, nulla da fare per Pordenone e Gorizia. Nel Piemonte sulle attuali 8 Province quelle salve sarebbero Torino, Cuneo e Alessandria: salteranno quelle Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio e Novara. In Lombardia al momento si salverebbero solo Milano Brescia, Bergamo, Pavia mentre dovrebbero essere accorpate le Province di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese.

Nel Veneto rimarrebbero in vita Venezia Verona e Vicenza. Accorpamento invece per Rovigo, Belluno, Padova, Treviso. In Liguria su quattro Province ne resteranno due ossia Savona e Imperia; salvate Genova e La Spezia. In Emilia Romagna rimarranno Bologna, Parma, Modena e Ferrara, mentre saranno accorpate Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza. In Toscana, su 10 Province, si salverebbe solo Firenze: soppresse o meglio accorpate, Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno.

In Umbria rimarrebbe e nelle Marche Ancona, Pesaro e Urbino, mentre non ci saranno più Ascoli Piceno, Macerata e Fermo. Nel Lazio rimarrebbero Roma e Frosinone e dovrebbero essere accorpate Latina, Rieti e Viterbo. In Abruzzo salve L’Aquila e Chieti, in Molise rimarrebbe solo la provincia di Campobasso. In Campania, se la norma dovesse essere definitivamente approvata, rimarrebbero in vita le Province di Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, fuori solo Benevento. In Basilicata rimarrebbe in vita la Provincia di Potenza, esclusa invece quella di Matera; in Puglia su 6 Province se ne salvano solo 3: Bari, Foggia e Lecce, da accorpare Taranto, Brindisi e Barletta-Andria. Infine in Calabria, su 5 Province, si salavano Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro; da accorpare Crotone e Vibo Valentia.


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