“SUD”, Fiumefreddo, Di Rosa e Indovina: è veramente libera informazione?


Pubblicato il 07 Luglio 2011

sud_pressdi Fabio Cantarella, iena impazzita

L’informazione può essere strumento per regolare situazioni personali? Ce lo siamo chiesti analizzando “Sud”, la testata giornalistica edita dalla società “Editori indipendenti s.r.l.”, legalmente rappresentata da Pierluigi Di Rosa, braccio destro dell’avvocato Antonio Fiumefreddo. Sempre insieme i due, dalla politica al teatro, dall’editoria alle uscite spensierate.

Pigi, così lo chiama l’avvocato, ha sostenuto Antonio Fiumefreddo in politica, è stato suo capostaff al teatro “Bellini” di Catania, esperienza conclusasi tragicamente tra l’insurrezione dei lavoratori, tutti, pochissimi esclusi, e interrogazioni parlamentari firmate dai deputati di ogni schieramento politico (vedi il servizio giornalistico all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=M_6DOtuePUg ). In quel periodo il consigliere provinciale Valerio Marletta, di Rifondazione Comunista, denunciava addirittura la presunta esistenza di un buco di bilancio di circa due milioni di euro (vedi il servizio giornalistico all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=7xMQqdXn1rU). Vicino a loro in questa esperienza editoriale c’è anche l’imprenditore Alessandro Indovina, tanto che la sede della redazione di “SUD” è ubicata al viale Kennedy, nei locali della struttura alberghiera “Le Dune” di proprietà di Indovina il cui consulente di fiducia, Alessandro Basile, è anche socio di Di Rosa nella “Editori Indipendenti srl”. Proviamo ad analizzare i fatti con obiettività?

Assodato, pertanto, che Antonio Fiumfreddo si ritrovi nelle condizioni di poter facilmente condizionare la linea di “Sud”, se non esserne addirittura “l’editore ombra”, così com’è stato ritenuto in un articolo a firma dell’ottimo Walter Rizzo pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” di Marco Travaglio, andiamo a puntare l’attenzione su certi fatti, senza alcun commento da parte nostra. Giudicate voi.

12 febbraio 2011. Il direttore di “Sud” Antonio Condorelli si dimette perché un’associazione chiamata “Amici di Sud” denunciava al CSM il giudice Gari, marito della sovrintendente del teatro “Bellini” Rita Cinquegrana, che aveva preso proprio il posto di Antonio Fiumefreddo. Lo stesso Condorelli sotenne che il comunicato stampa contro il Giudice Gari era risultato redatto direttamemte dall’avv. Antonio Fiumefreddo (leggi http://www.siciliano.it/notizia.cfm?id=272291).

Il primo numero di Sud dell’era post Condorelli, datato 01 marzo 2011, s’intitola “Archivista Capo”. Il riferimento è all’ex Procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata, da pochi giorni andato in pensione. A pagina 10 del giornale compare il titolo: “Catania vuole sapere. Che fine hanno fatto queste inchieste? Ora che D’Agata è andato via sono attesi segnali importanti per la città”. E di cosa dovrebbe occuparsi la Procura secondo il giornale “SUD”? Di “Iblis”, del corso dei Martiri, della villa “Bellini”, ma soprattutto del teatro “Bellini”.

Perchè proprio del teatro “Bellini”? Si legge sempre sul numero di “Sud” in questione: “Indagati l’ex prefetto Anna Maria Cancellieri con l’ex direttore Nino Ferro ed i funzionari Nino Scrima e Delfo Di Giovanni per i reati di abuso, falso e truffa. L’indagine è scaturita dalla denuncia dell’ex Sovrintendente Antonio Fiumefreddo”. E a pagina 14 dello stesso numero il titolo, a tutto foglio, qual è? “Indagata la candelora d’oro. Sotto inchiesta l’ex prefetto Cancellieri”. Quali sono fatti? “Alla fine del 2009 il presidente della Regione Raffaele Lombardo nominò la Cancellieri commissario straordinario del teatro “Massimo Bellini” di Catania…”. Si arriva al paradosso allorché il giornale edito dall’ex capostaff del sovrintendente al teatro “Bellini” di Antonio Fiumefreddo denuncia i suoi successori per le consulenze! Nella parte sottostante si legge ancora: “La vicenda del giudice Gari approda al CSM”. Praticamente riappare la vicenda per la quale si era dimesso Antonio Condorelli. Infatti, viene pubblicata, in originale, la denuncia firmata “Amici di SUD” e diffusa attraverso un comunicato stampa del cui file è risultato autore, secondo quanto dichiarò ai tempi lo stesso Condorelli, Antonio fiumefreddo in persona.

23 giugno 2011. Fiumefreddo continua la persecuzione nei confronti di Gari. Stavolta s’inventa un’istanza di ricusazione nei confronti del magistrato da poco nominato Gip di “Iblis”. Peccato però che la ricusazione venga respinta: primo perchè infondata e secondariamente perchè il capomafia Pippo Ercolano, che nomina Fiumefreddo come legale, non avrebbe firmato alcunché. Nel provvedimento i giudici ricordano al legale che la ricusazione è un atto personale: occorre che sia firmata dall’imputato o che il difensore sia munito di procura speciale a ricusare. In pratica per il diritto e per i giudici è come se il mafioso Ercolano non ne sapesse nulla. E in merito non può non far riflettere la circostanza che la ricusazione non sia firmata neppure dall’altro legale del boss, Francesco Antille, che in tutta la vicenda non ha esternato neppure una considerazione.

Andiamo adesso a passare sotto la lente d’ingrandimento il numero di “Sud” appena distribuito. Continua anche in esso l’uso personalistico dell’informazione? Giudicatelo voi. A pagina 4, sotto il titolo “Misfatti” si legge: “Teatro Bellini: è tornato un carrozzone”. In evidenza la foto della dottoressa Rita Cinquegrana, moglie del Giudice Gari. Si occuperanno anche questa volta di fatti nei quali sono coinvolti personalmente? Nell’articolo si legge: “Adesso commissario straordinario è stato nomianto da Raffaele Lombardo l’avvocato Enzo Zappulla che era il segretario verbalizzante della famosa seduta del CDA in cui Stancanelli riuscì a defenestrare Fiumefreddo”. Questioni personali? Pare proprio di sì, ma non è finita: “Adesso – si legge ancora nell’articolo di “Sud” richiamato – il tempio della cultura musicale catanese è stato nuovamente sottratto ai cittadini a seguito della violenta azione di “commissariamento” operata dal sindaco-presidente Raffaele Stancanelli, che è riuscito a piazzarne al vertice tutti quelli che lo avevano sostenuto nella feroce campagna contro il Sovrintendente Fiumefreddo”.

Ma non è finita: di quali interessi si fa portatore “Sud” oltre a quelli che stanno a cuore all’avvocato Fiumefreddo? La redazione di “Sud”, non è un mistero, ha sede a Catania, in viale Kennedy n. 10, presso alcuni locali adiacenti all’hotel “Le Dune”, riconducibili all’imprenditore Alessandro Indovina il cui uomo di fiducia si chiama Alessandro Basile che è socio di Pierluigi Di Rosa nella società “Editori Indipendenti s.r.l.” (a questo punto forse non tanto) che edita “Sud”.Chi è Alessandro Indovina? E’ uno degli uomini più vicini al sottosegretario del Governo Berlusconi, Vincenzo Scotti, presidente dell’Università “Link University” che sponsorizza “Sud” e nella quale è docente proprio l’avvocato Antonio Fiumefreddo.

Oltre le questioni personali di Fiumefreddo, di cosa si occupa “Sud” nel terzo numero edito dopo le dimissioni di Antonio Condorelli? A pagina 12 si legge: “Fatti. Progetti per Catania a costo zero”. E quali sarebbero tali progetti ideati da questi benefattori della città? “Sud” pubblica le foto del progetto del nuovo lungomare di Catania, noto come waterfront, ovvero una colata di cemento di circa 500mila metri cubi. Chi sarebbe il grande benefattore di Catania? Proprio lui, l’amico di Fiumefreddo, Alessandro Indovina che si è aggiudicato l’appalto in questione (che secondo Guido Bertolaso doveva essere annullato e, in merito, molto presto pubblicheremo tutte le carte) insieme a Vittorio Casale, imprenditore massone arrestato recentemente per bancarotta fraudolenta, e a Luigi Rendo, nipote del cavaliere Mario Rendo, ritenuto da Pippo Fava uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa (vedi su http://it.wikipedia.org/wiki/Quattro_cavalieri_dell’apocalisse_mafiosa). Indovina è conosciuto come un imprenditore d’indubbia moralità, proveniente da una nobile famiglia catanese il cui padre sarebbe stato un onesto giornalista oltre che un imprenditore stimato (vedi l’inchiesta del mensile “S”, nel numero di maggio 2011, “I nuovi cavalieri”, a firma di Antonio Condorelli).

Più in là ci occuperemo anche di altre attività del sodalizio perchè -riteniamo noi- che chi critica aspramente giudici, politici e imprenditori debba avere la prudenza morale di farlo solo se a sua volta sia inattaccabile. La conclusione qual è? E’ corretto utilizzare l’informazione per propri interessi personali? A Catania molti si lamentano dei metodi monopolisti utilizzati da Mario Ciancio nel gestire l’informazione, ma si era mai visto, prima di “Sud”, in città un organo d’informazione utilizzato per promuovere affari e regolare rapporti politici personali?

L’informazione può essere strumento per regolare situazioni personali? Ce lo siamo chiesti analizzando “Sud”, la testata giornalistica edita dalla società “Editori indipendenti s.r.l.”, legalmente rappresentata da Pierluigi Di Rosa, detto Pigi, da sempre braccio destro dell’avvocato Antonio Fiumefreddo. Sempre insieme, dalla politica al teatro, dall’editoria alle uscite spensierate.
Pigi, così lo chiama l’avvocato, ha sostenuto Antonio Fiumefreddo in politica, è stato suo capostaff al teatro “Vincenzo Bellini” di Catania, esperienza conclusasi tragicamente tra l’insurrezione dei lavoratori, tutti, pochissimi esclusi, e interrogazioni parlamentari firmate dai deputati di ogni schieramento politico (vedi il servizio giornalistico all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=M_6DOtuePUg ). In quel periodo il consigliere provinciale Valerio Marletta di Rifondazione Comunista denunciava addirittura l’esistenza di un un buco di bilancio di circa due milioni di euro (vedi il servizio giornalistico all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=7xMQqdXn1rU).

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