ACQUA E “POLIITCA PERACOTTARA”: ARRIVA LA SCONFITTA, L A NOMINA DEL COMMMISSARIO REGIONALE. MENTRE I GESTORI SONO “IN PROROGA DI FATTO”


Pubblicato il 02 Gennaio 2024

DI IENA MARCO BENANTI

Una classe dirigente di peracottari, soltanto da circa venti anni, blocca, a colpi di iniziative giudiziarie e inerzia amministrativa, l’attuazione del sistema idrico integrato, del gestore unico per tutelare il proprio “orticello” da utilizzare per le solite operazioni clientelari e di consenso da paese sudamericano. A fine dicembre, però, dalla Regione è arrivata la nomina del commissario chiamato a firmare la relativa convenzione per rendere operative l’azione del gestore unico. Una sconfitta della politica, o almeno della politica intesa come ricerca di soluzioni e non di miseri ostruzionismi, di cui non parla nessuno. Anche perchè -colmo dei colmi- la convenzione è stata proposta al gestore unico, la società mista pubblico-privato Sie, dal direttivo dell’Ati ma l’assemblea dello stesso organismo non l’ha validata. Una convenzione che vale, lo ricordiamo, qualcosa come un miliardo e 400 milioni di euro di lavori: ma a Catania. Peraltro, per adempiere al suo incarico, al commissario potrebbe bastare un’ora o meno.

Di oggi è il comunicato della Filctem Cgil di Catania che reputa“fondamentale per il non più rimandabile avvio del sistema idrico integrato e per evitare di perdere 75 milioni di PNRR utili a nuovi investimenti”, la nomina del commissario ad acta da parte della Regione Siciliana. “

Per il segretario generale della Filctem Cgil di Catania, Jerry Magno, “non era più procrastinabile la risoluzione per mano delle istituzioni, di un caso in sospeso da troppi anni. A Catania esistono ben 72 acquedotti, di cui quattro sono enti partecipati dai comuni. La restante parte è tutta composta da privati. È necessario che venga istituito il gestore unico e vigileremo affinché nella convenzione siano presenti tutti i soggetti pubblici e privati. Acoset, Sidra, Sogip e Ama, infine,  non possono rischiare un default finanziario, con conseguenze per i lavoratori e anche per i bilanci comunali e quindi dei cittadini”.

Nel frattempo, informiamo il sindacato e la “politica” che blatera di “legalità” che i gestori sono tutti in “proroga di fatto”. Usiamo questa impropria formula giuridica. Tanto il rispetto della legge per le cose importanti è cosa che interessa pochi o nessuno. Uno spettacolo indecente.

Ps: qualche giorno fa, in un articolo del quotidiano “La Stampa” si ricordava che socialisti e comunisti, malgrado fossero stati cacciati dal governo, nella seconda metà del 1947 completarono la loro opera nell’Assemblea Costituente e portare a termine un documento fondamentale per la Storia d’Italia, la Costituzione del 1948. Ecco, invece di “finire in rissa” da quella classe dirigente arrivarono azioni coerenti con la propria grandezza. Appunto grandezza, non piccolezza.


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