“Alla polizia provinciale? Solo promesse”. Intervista esclusiva a Salvatore Verzì, ex comandante del Corpo

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C’è chi parla e chi fa o prova a fare. Come Salvatore Verzì, personaggio molto conosciuto a Catania per la franchezza e per il modo di lavorare, sempre in prima linea. E’ stato anche comandante della polizia provinciale, oltre ad altri numerosi incarichi nella “municipale” a Catania e in altri comuni della provincia.Lo abbiamo intervistato sui temi dell’attualità, dalla sicurezza sulle strade alla vicenda dell’ex assessore comunale Franz Cannizzo. Ecco cosa ci ha detto:

di Iena Marco Benanti“Il direttore generale della Provincia Regionale mi ha fatto la guerra fin dal primo giorno chiedendo la restituzione dei soldi dei piani di attività, che aveva autorizzato la giunta Lombardo e che avevamo espletato. L’obiettivo era mettere in sicurezza le strade, non fare morire la gente sulla Catania-Gela, sull’asse dei servizi, sul viale Mediterraneo e sulle strade provinciali, sulla statale 288 Ramacca-Catania, tutto questo per evitare le morti che, invece, sono riprese, perché nessuno vuole più usare gli autovelox. In primis la polizia stradale, nonostante una disposizione impartita per iscritto, dopo una riunione in Prefettura, il 4 maggio 2007, che indicava nella polizia provinciale, nella polizia di Stato, le specialità di polizia stradale e nei comandi di polizia locale dei comuni che erano interessati da parte della Catania-Gela l’obbligo di mettere dei misuratori di velocità per impedire la morte delle persone. Cosa che è avvenuta per alcuni periodi, soprattutto quando sono stato comandante provinciale e anche quando sono stato comandante a scavalco di Palagonia e di Ramacca. Dopo il nulla. E sono ricominciate le morti”.Lei dice che c’è un’inerzia di alcune pubbliche amministrazioni?“Si, nonostante una direttiva dell’allora Prefetto Cancellieri. Anche se il verbale di riunione del 4 maggio 2007 è -tra virgolette-scomparso. Io l’ho chiesto quattro volte alla Prefettura. Addirittura, il Prefetto Santoro, probabilmente indotto in errore da suoi collaboratori perché lui al tempo non c’era, mi ha scritto che non era stata adottata alcuna decisione, sconoscendo l’esistenza di una lettera del 7 maggio, mandata a tutti i comandi, dove si dava conto di questa riunione e di cosa era stato deciso, indicando nella polizia provinciale e in quella di Stato il compito di vigilare sulla Catania-Gela e su altre ad alto tasso di incidente e indicando i comuni interessati, come Caltagirone, Mineo, Ramacca, Palagonia e Belpasso, invitandoli ad operare in collaborazione con la polizia provinciale e con quella stradale. Cosa che non è avvenuta, tranne che in quei due comandi che prima citavo, quando li comandavo io a scavalco. Abbiamo fatto circa cinquemila verbali a Ramacca”Cosa accade allora?“Ci sono delle responsabilità a mio avviso anche di natura penale perché non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a provocarlo, questo è un principio di diritto penale.”Che periodo vive la polizia provinciale dal suo osservatorio?“La polizia provinciale è sparita dalle strade, a parte che sono in pochi, perché dopo che sono andato via io una decina di unità hanno cambiato profilo. Poi, il comando è stato dato ad interim all’ing. Raciti, ottimo ingegnere, già dirigente del comune di Catania, che si è occupato sempre di ecologia. La polizia provinciale è pressocchè sparita perchè poi per le direttive che hanno causato contenzioso non solo con i vigili ma con quasi tutti i dipendenti della Provincia, direttive emanate dalla dottoressa Madonia, sulla quale io ho scoperto che avva un incarico per 400 mila euro all’anno; il presidente Castiglione ha dichiarato che prendeva 200-250 mila euro, che comunque sarebbe una somma non solo spropositata, ma anche in violazione dei regolamenti anche della Provincia che prevedono che il tetto massimo è intorno agli 80-90 per i dirigenti di fascia più alta. Per altro, il posto di direttore generale, nel 2011, è stato soppresso negli enti locali, poi sono stati ‘salvati’ nei comuni con più di 200 mila abitanti e comunque per le Province non ne hanno parlato, quindi è soppresso per le Province. Comunque, questa dottoressa, tramite l’ing. Raciti, ha ripristinato l’orario corto per la polizia provinciale, cioè sabato e domenica è festivo, non lavorano. Questa è un’assurdita, perché, ad esempio, le strade dell’Etna sono strade provinciale e sono ad intenso flusso veicolare. Quando c’ero io, per altro, si lavorava anche il sabato notte per affrontare le “stragi del sabato sera”, in linea con quanto previsto da direttive della Prefettura.”Ed oggi 2 giugno che succede?“Non avrebbero dovuto lavorare, in quanto festivo. Però, sono state fatte pressioni enormi per convincere i vigili, prima con le minacce, cioè con provvedimenti disciplinari contro persone a cui non pagano lo straordinario e che vorrebbero che facessero lo straordinario. Pare che dopo tre ore di riunione, con il direttore e il capo di gabinetto del presidente, l’assessore Rotella, assessore alla polizia provinciale, l’ing. Raciti alla fine hanno convinto i vigili –promettendogli una serie di cose- che se fanno una serie di cose, in sostanza una rappresentanza alla festa del 2 giugno, non solo gli pagheranno lo straordinario festivo, ma cambieranno atteggiamento –questa è promessa dell’assessore Rotella- circa i contenziosi – scaturiti in particolare dal piano di attività per i quali l’Ente rivuole indietro i soldi- che ingiustamente ha fatto scattare la dottoressa Madonia”.La situazione è drammatica, allora?“Si, riguarda un po’ nel Meridione tutte le polizie locali, Roma compresa, perché, purtroppo, c’è questa tendenza dei politici di tutti i partiti, senza eccezione, a non tenere una linea coerente sui controlli, quanto piuttosto un atteggiamento che talora si ferma davanti ‘agli amici’ o i portatori di voti”.Ingerenze?“Ingerenze, comunque, che io non ho mai subito, ho anche denunciato sindaci, assessori, ho fatto cadere giunte. Comunque, ancora oggi ci sono sindaci che mi cercano, ma a loro interessa solo incassare soldi con le multe”Sulla vicenda dell’assessore comunale Cannizzo cui è stata tolta la delega alle attività produttive che ne pensa?“Cannizzo, in assoluta buona fede, aveva tentato di portare avanti un’attività di regolarizzazione e di repressione di atti illeciti commessi da operatori su aree pubbliche. Anch’io avevo fatto fare denunce e provvedimenti contro una serie di violazioni di legge su questo argomento. Questo credo abbia influito negativamente sulla sua permanenza”.Da parte di Cannizzo si è parlato di circa 280 verande abusive a Catania. La sorprende?“Non mi sorprende, perché purtroppo –ma non è solo Catania, è tutto il Meridione d’Italia- si vanno a chiedere i voti indistintamente a tutti e poi si lascia intendere che poi in qualche modo possono fare i loro comodi. Un esempio: io sono stato sollevato dall’Annona quando c’era il sindaco Bianco, anche se il provvedimento lo ha fatto l’assessore Condorelli, perché gli ambulanti avevano fatto due manifestazioni non contro l’amministrazione ma contro di me”.

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Redazione Iene Siciliane

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