Antiracket ed impresa: interviene Pietro Agen, vicepresidente nazionale di Confcommercio con delega per il Sud


Pubblicato il 04 Marzo 2013

Pizzo ad AngiolucciLa cultura anti mafiosa, la necessita’ di denunciare, la collaborazione con le forze dell’ordine: estorsione ed usura si possono battere.L’appello della Confcommercio nella dichiarazione di Pietro Agen, vice presidente nazionale con delega per il Sud (nella foto)

“Dovrebbe essere chiaro a tutti, già da tempo, che lo Stato c’è, che l’azione delle forze di polizia è decisamente efficace, direi infallibile, che la magistratura segue le vicende di mafia, compresi gli episodi di estorsione ed usura, con meticolosità e professionalità, senza che nulla sia lasciato al caso. E’ per questo motivo che trovo inspiegabile ed ingiustificabile che le imprese, specie le grandi ad alto valore culturale ed imprenditoriale, siano ancora vittime di fenomeni estortivi, che paghino il pizzo, che assumano personale imposto, che si approvvigionino, per merci e servizi, da aziende imposte dalla malavita. Lo Stato c’è. In questi anni Confcommercio, direttamente e attraverso il sistema di associazioni antiracket, ha assistito diverse aziende vittime di usura ed estorsione. Siamo testimoni di operazioni andate tutte a buon fine, grazie al diretto collegamento con gli organi di polizia e la magistratura. Solo due mesi fa, in virtù della collaborazione di un piccolo commerciante che abbiamo assistito, un pericoloso usurario-estortore è finito, in soli venti giorni di indagini, nelle patrie galere, dove ancora giace perché è stata respinta dal magistrato la richiesta di scarcerazione. Dobbiamo enfatizzare questi successi, l’efficienza del sistema Stato, l’impegno e la disponibilità delle associazioni di categoria ed antiracket ad assistere le vittime, perché è necessario che si comprenda che “pagare” è la strada perdente, sia per la singola impresa sia per l’intera società e l’intero sistema delle imprese. Non c’è un solo motivo per foraggiare la malavita, che, tra l’altro, diventa, spesso, concorrente nell’attività d’impresa. Denunciare usura ed estorsione, assistiti dalle organizzazioni di categoria ed antiracket, è l’unica strada possibile ed anche la più conveniente. Possiamo liberarci del fardello della malavita solo se c’è la collaborazione attiva e le denunce degli imprenditori. Facciamolo per noi e per le future generazioni. E’ una questione di libertà personale e di libertà d’impresa”.

Pietro Agen Vice Presidente Nazionale Confcommercio con delega al “SUD”


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