“Bipolarismo” sindacale. Le segretarie Cgil danno solidarietà a Villari (ma non si erano costituite parte civile contro Villari?)


Pubblicato il 16 Marzo 2021

di iena marco benanti

Dopo il rinvio a giudizio per falso ideologico di Enzo Bianco e della sua giunta, sta facendo discutere la solidarietà pubblica espressa dai massimi vertici della Cgil catanese al segretario del Pd provinciale ed ex segretario della Cgil Angelo Villari, già condannato (si attende l’esito dell’opposizione) in primo grado (ricordiamo) dalla Corte dei Conti all’interdizione per dieci anni dai pubblici uffici e al risarcimento danni di 48.000 euro verso il Comune di Catania. Tra i commenti e gli attestati di solidarietà giunti all’ex assessore ai servizi sociali, non passano inosservati infatti quelli delle due componenti (su tre) di segreteria (il massimo organismo della Cgil), la ex Cisl Rosaria Leonardi e la ex qualcosa Giuseppina Rotella.

Ma mentre quest’ultima si è limitata ad un – certo intempestivo – abbraccio virtuale, Leonardi si è spinta molto oltre dichiarandosi fiduciosa sugli esiti del processo, che partirà il 16 settembre. Fiduciosa, a quanto pare, sull’estraneità di Villari ai fatti contestati: “Sempre fiduciosi Angelo. Un abbraccio”, ha scritto la segretaria Cgil, fedelissima di Raia. Eppure, la Cgil si è costituita parte civile nel processo contro Bianco e la sua giunta, e dunque anche contro Villari.

Iniziativa che presuppone che le accuse abbiano un fondamento. Come fai, è la domanda che in tanti si pongono, a costituirti parte civile e allo stesso tempo manifestare solidarietà e addirittura fiducia nell’estraneità alle accuse che pendono su coloro contro cui ti sei costituita parte civile? Un caso di “bipolarismo” sindacale? In ogni caso un vero rompicapo. “Si può capire la gratitudine verso chi ti ha assunto e aiutato in Cgil – commenta qualcuno – ma se proprio devi dirti fiduciosa e dare la tua solidarietà a chi è appena stato rinviato a giudizio e contro cui ti sei costituito parte civile, fallo in privato evitando di mettere in imbarazzo l’organizzazione”.

Ma a Catania, a quanto pare, è possibile tutto e il contrario di tutto. 


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