Catania, la “giungla della casa”. Affitti in nero ed evasione fiscale galoppante


Pubblicato il 21 Marzo 2012

Affitti “in nero” ed evasione fiscale galoppante: da una conferenza stampa di Sunia, Cgil e Udu una condizione non nuova, ma devastante. Per i più deboli

di Iena Casalinga

Catania è tra le 17 città italiane dove è più alto il livello dell’evasione nel settore degli affitti, con circa 20 mila alloggi in nero e un’evasione totale che economicamente supera i 3 miliardi e mezzo. Le vittime dell’illegalità sono soprattutto gli inquilini studenti e stranieri. Lo sostengono il Sunia, il sindacato degli inquilini, insieme alla Cgil e all’Udu, l’unione degli studenti, che stamattina hanno presentato la campagna nazionale “Fai il tagliando al tuo contratto” ed il dossier che fa il punto sul fenomeno di locazione illegale, a livello nazionale e locale. “I dati sono estremamente preoccupanti e siamo oramai in una situazione di vera emergenza”- assicurano Giusi Milazzo, segretario Sunia, assieme a Giuseppe Campisi segretario Udu e a Luisa Albanella, segretario confederale della Camera del Lavoro. Le tipologie degli affitti irregolari sono sempre le stesse: contratti redatti e mai registrati, contratti registrati solo una volta all’inizio della locazione , finti comodati d’uso gratuito, accordo verbale.

Il primato del capoluogo etneo è anche legato all’alta percentuale di studenti fuori sede che vivono a Catania e che nella stragrande maggioranza hanno un contratto d’ affitto irregolare.Ma ecco alcuni dati etnei : 45.000 famiglie vivono in affitti, i contratti in nero e irregolari sono circa il 40%; sui i 20.000 contratti in nero possiamo ipotizzare un’evasione per abitazione di circa 900,00 € tra Irpef e imposta di registro; solo il 2% dei contratti d’affitto per gli studenti sono regolari mentre l’80% sono in nero e il 18% sono irregolari.”Con questa campagna lanciamo un appello ben preciso: invitiamo tutti coloro che hanno il sospetto di avere un contratto d’affitto non registrato, o registrato con cifra inferiore, a recarsi nei nostri uffici e a verificare il documento. -spiega Giusi Milazzo- Purtroppo la stragrande maggioranza degli accordi altro non sono che contratti capestro. Se invece l’inquilino decide di registrare il contratto, e la legge oggi glielo permette, il beneficio sarà immediato. Quasi certamente potrà contare su una consistente riduzione del canone d’affitto, che potrebbe arrivare sino ad un -60%, e un contratto che potrà durare sino ad otto anni. Insieme alla Cgil proponiamo che l’Imu si abbassi per le case con contratti trasparenti e concordati e che la tassa sia invece molto più alta per le case sfitte. Poiché per ogni casa sfitta c’è quasi sempre un contratto in nero”.

Non va poi tanto meglio a livello nazionale: il dossier segnale che le famiglie che dichiarano di essere in affitto in Italia sono circa 4, 3 milioni; le case con un contratto registrato sono 3 milioni e 800 mila; le case in affitto senza contratto o con un contratto irregolare sono 500.000, quelle rilevate dall’Agenzia del Territorio- circa 1.000.000 considerando anche i finti comodati, gli stranieri irregolari e gli affitti estivi; la percentuale delle case affittate in nero o irregolari sono il 40% delle case in affitto ha un contratto in nero o irregolare; la percentuale degli affitti in nero per gli studenti è una percentuale altissima che sfiora l’85%; la percentuale degli affitti in nero o irregolari per gli immigrati copre l’80% degli affitti; l’imponibile non dichiarato ammonta a circa 13 miliardi di euro complessivamente. Nel mercato degli affitti per gli studenti circa 1,5 miliardi sfuggono al fisco ogni anno e in quello per gli stranieri la cifra sfiora i 3,5 miliardi di euro. L’evasione nel settore degli affitti ammonta ammonta a circa 3,5 miliardi di euro di cui 1miliardo e 500 mila euro nel settore degli affitti per gli immigrati e 300 mila euro nel settore degli affitti per gli studenti.

“Da tempo denunciamo fenomeni di questo tipo- sottolinea Luisa Albanella, segretaria confederale Cgil- Le percentuali altissime di questo fenomeno presentano aspetti intollerabili, visto che i continui tagli all’edilizia pubblica stanno aggravando la situazione. La lotta a questo tipo di fenomeno porterebbe risorse concrete ai comuni, che in questo momento hanno forti necessità. Riteniamo che si debba aprire una nuova stagione di confronto con le amministrazioni locali proprio su quest’aspetto, affinché, insieme alle associazioni dei padroni di casa e degli inquilini, si riescano a trovare strumenti utili . L’obiettivo è scovare gli evasori e ricavare risorse utili a sostenere le famiglie che devono fare i conti con gli sfratti per morosità, a causa della crisi e del fenomeno delle nuove povertà”.E gli studenti? Cosa fanno per sottrarsi allo sfruttamento? “L’80% degli studenti universitari non haun contratto registrato ed è vittima due volte- dice Campisi-. In primo luogo non ha la possibilità di richiedere rimborso alloggi all’ Ersu, né di detrarre dalla dichiarazione di redditi propria o della famiglia, il canone che paga. L’affitto viene spesso gonfiato; a Catania si paga 180/ 200 euro a stanza. Un appartamento frutta al padrone di casa oltre mille euro e spesso si tratta di appartamenti tenuti malissimo o che non valgono comunque la somma richiesta”.


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