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“CICCIO IL SAGGIO” E LA CONFERMA DELLA CAMERA PENALE DI CATANIA
Pubblicato il 21 Aprile 2024
Campioni del nostro tempo. Anche in toga. Confermati di successo.
di iena controrivoluzionaria Marco Benanti.
La terza età è sempre una fase stupefacente della vita: si vedono cose nuove, si vedono cose belle, si vedono cose che prima non si vedevano. In poche parole: si diventa saggi. Mica è solo una questione di capelli più o meno bianchi.
Di esempi se ne vedono tanti in giro: come il caso dell’avv. Francesco Antille, per gli amici “Ciccio”. Avvocato di successo. Confermato Presidente della Camera penale di Catania. Che esiste da tanto tempo e ha sfornato anche presidenti (del consiglio, così si chiama anche qui) di tutte le camere penali, disseminate nei territori anzi fori italiani. La Camera penale di Catania esiste. Abbiamo potuto anche “toccarla” negli anni! Quella catanese l’hanno presieduta anche l’attuale sindaco Trantino (noblesse oblige). Magari la Camera penale di Catania, oltre alla ordinaria “difesa di corporazione”, da parte dei componenti a numero quasi “chiuso” a pochi studi o altre associazioni, dovrebbe porre maggiore attenzione al “governo dei magistrati” che anche a Catania si illumina nel suo splendore di “dittatura quotidiana”(gli Avvocati senza il prosciutto sugli occhi lo sanno da alcuni decenni).
Ma “Ciccio”Antille, ultrasessantenne di successo, si presenta -sorridente come sempre- con un “suo” direttivo di giovani, almeno come avvocati, tutti immancabilmente di grido o quasi: una “corona di affetto” -si direbbe, anche perchè in Italia i giovani di qualsivoglia professione “servono” anche a questo. Ma quanti fra gli iscritti, ormai ridotti ma comunque almeno 200, del migliaio che popola le aule del Palazzo, hanno fatto questa “scelta di vita” anzi di “rappresentanza (tradotto, votare Antille e gli “Antille boys”, o meglio “Vota Ciccio e gli Antille boys”?). Saranno stati tanti, tantissimi oppure non proprio di un numero da “soviet popolare”?
Ma mai dire mai! Oh, non vi dimenticate le condizioni delle carceri (anche a Catania “splendide”), non vi dimenticate le violazioni ripetute e silenziate della Costituzione (attenti che ora per il 25 aprile si marcia tutti uniti, fra difensori che talora della Costituzione fanno “strage”), non vi dimenticate che la “giustizia” è un servizio e mica un privilegio di classe (ah, i vecchi comunisti, ma dove capperi sono finiti?).
Nel frattempo, abbiamo notizia di qualche legale catanese, inserito quale responsabile della trentina di osservatori dell’Unione composta da 130 Camere Penali? Nessuno pare. Ma nella migliore tradizione della “fedeltà” declinata fra i “giusti di cordata”, ove non c’è spazio per altri, fra una trentina di Osservatori, sono stati inseriti in otto di essi, composti da decine e decine di colleghi, tutti i boys, i migliori che hanno più “sprint” degli altri ( o magari sono più leali di altri?). E’ chiara la strana metafora?
Conta, conta tanto l’affidabilità, mica è anarchia l’avvocatura (eppure “Ciccio il Saggio” da ragazzo urlava in difesa degli anarchici e faceva tanto altro). Ma l’anzianità -che non si parli di vecchiaia, che è politicamente scorretto- conta, eccome se conta. Abbiamo persino letto sagaci interventi di vecchi avvocati progressisti “fulminati” sulla via dell’Anm… Conta, insomma, e fa cambiare. Si capisce il mondo e con il mondo si fanno altre “scelte”. Anche in toga. Perchè i giovani divenuti vecchi sempre di successo campano.
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