CATANIA – “Apprendiamo, con vero dispiacere, solamente dalla stampa – afferma il Segretario Provinciale Avv. Pietro Lipera – nonostante la nostra presenza in seno al consiglio metropolitano, di esser stati totalmente esclusi dal novero dei delegati che affiancheranno il sindaco della Città Metropolitana, Avv. Enrico Trantino, nella conduzione amministrativa dell’ente. Una sgrammaticata decisone politica, atteso […]
Cominciamo dal Ministero
Pubblicato il 03 Marzo 2021
di Carlo Majorana Gravina
Tutti, nessuno escluso, hanno esordito ed esordiscono al governo e al Ministero della Giustizia promettendo “la riforma”, salvo poi dimenticarla presi da urgenze, fatti e situazioni, sparse su tutto il territorio nazionale, e sul parterre dell’esecutivo.
Unico ministro esplicitamente citato nella Costituzione, quello di Giustizia, forma il proprio gabinetto attingendo ai ruoli della P. A. Criterio virtuoso, dettato da economie di scala e di spesa che, oggi più che mai, rappresentano il primo ostacolo alla riforma.
I vari tentativi, negli anni, sono stati bloccati sul nascere per la fronda “interna” di magistrati e pubblici funzionari distaccati al ministero. Non abbiamo elementi, ma il dato emerge con evidenza considerando gli argomenti portati a sostegno delle proteste per le quali governo e Parlamento hanno sempre evitato di procedere “a muso duro” su una strada che, presumo, si riteneva utile e giusta.
Per essere concreti e realisti, andrebbe riscritto tutto il Titolo IV della Parte II della nostra Costituzione. I padri costituenti avevano sotto gli occhi una magistratura e una società molto più volte al bene comune di un Paese devastato dal conflitto bellico e ansioso di “ricostruirsi” ed “essere ricostruito”. Oggi, almeno da trent’anni, entrambe sono ben diverse, per non dire altro.
Probabilmente la quota di P. A. più “creativa”, favorevole e funzionale alla riforma si può trovare nelle università, ma anche gli avvocati a mio giudizio andrebbero coinvolti nell’operazione.
Si abbandonerebbe, soprattutto coinvolgendo questi ultimi, il criterio di spesa “virtuoso”, ma sarebbe un prezzo equo da pagare qualora si ottenesse una Giustizia rapida, efficiente e aderente alle novità socio-economiche e tecnologiche.



Lascia un commento