CATANIA – “Apprendiamo, con vero dispiacere, solamente dalla stampa – afferma il Segretario Provinciale Avv. Pietro Lipera – nonostante la nostra presenza in seno al consiglio metropolitano, di esser stati totalmente esclusi dal novero dei delegati che affiancheranno il sindaco della Città Metropolitana, Avv. Enrico Trantino, nella conduzione amministrativa dell’ente. Una sgrammaticata decisone politica, atteso […]
CRONACHE TRAGICOMICHE ROSSAZZURRE, MI FACCIO UNA DOMANDA: DOV’E’ L’OPPOSIZIONE A CATANIA?
Pubblicato il 01 Dicembre 2014
Mi rispondo con una riflessione, più che con un hashtag…
di Marco Pitrella
La democrazia non c’è più. La fine inizia dai Comuni e viaggia – per volontà di casta – destinazione Roma, per un tratto ferma a Firenze, stazione Leopolda. Non si tratta di stipendi e tagli, demagogia spicciola è quella. E’ la vittoria delle ex competizioni elettorali che è de-legata alla stanza dei bottoni. Avviene in modo violento, spesso e rimane solo il voto, pro forma.
Catania – nell’Isola! – ne è laboratorio, totalitario e totalizzante: serve l’astensionismo(votarono solo il 50% dei catanesi, come accaduto in Emilia), poi i comitati di salute pubblica tendenti all’autoreferenzialità, l’ombrello delle liste civiche, proliferanti e a doppia preferenza, come clausola di salvaguardia della sopravvivenza dei transfughi. Il candidato (pubblicitario e cinematografico almeno per un po), già nominato sindaco dagli inquilini del quartiere bene, travestiti da quella società civile,cinica e perbenista e benpensante,del gratta e vinci l’incarico. Poi, ancora, l’ingrediente segreto; è il canovaccio del “io non c’ero con chi c’era prima e se c’ero non ho visto niente”… infine il Partito Democratico, che in Sicilia, sin dai tempi dell’Ulivo, è stato centro bi-polare del “o con Firrarello (pare, si dice, si mormora che Bianco fosse della parrocchia dello zio Pino e Castiglione, del resto, i lettori si facciano una navigata su internet e analizzino la logica(?) di certe scelte) o con Lombardo” (lo scrivente, militante dei DS – pur distante dall’odor di patriottismo – fu fiero sostenitore dell’alleanza con Raffaele di Grammichele).
Ma nella città etnea, la storia prosegue sulle gambe degli uomini e si poggia sul deretano dei politicanti; dagli ex Mpa, oggi interruttori del Megafono e sanculotti della rivoluzione, ai reduci del comunismo che parla diritto romano. E dove non arriva il PD, troppo grande e troppo velleitario per tenere dentro tutto e il contrario di tutto ci pensa l’opposizione(?), la stessa che haordinato Enzo sindaco (Saro Presidente della Regione e Matteo Presidente del Consiglio). E qualora se ne sentisse la mancanza, puntuali arrivano i tentativi post-democristiani di essere ago della bilancia, Linone Leanza è l’ultimo esempio. L’opposizione, intanto, recita a soggetto, senza vergogna e senso di colpa. Vota il bilancio e fa appello al senso di responsabilità. E il gioco delle parti, nel pro-fondo della sicilianità.
Cos’è la responsabilità senza valori, idealità e progettualità… si chiede un novecentesco seduto al bar.
E’ pigrizia – che nulla a che fare con la noia – densa dell’oggi e domani un concorso, che in politichese si traduce nel leviti tu che mi ci mettu iu.
E’, infine, l’annichilimento della politica, della società e della spiritualità, che segna i volti, o meglio le facce… di stagno.
C’è solo un rimedio, purtroppo, alla fine ed è iniziare a non abituarsi… troppo.



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