Economia e legalità, Confcommercio: il “prezzo” dell’abusivismo


Pubblicato il 11 Novembre 2013

Appuntamento stamane in Camera di Commercio a Catania…

La Confcommercio si mobilità contro ogni forma di illegalità dedicando la giornata di oggi a fenomeni come abusivismo commerciale e contraffazione con eventi e dibattiti in tutte le sedi d’Italia per accendere i riflettori su una vera e propria piaga per l’economia legale.A Catania la Confcommercio provinciale ha convocato in Camera di Commercio l’assemblea dei dirigenti e gli associati per discutere i dati allarmanti che emergono da una ricerca di Confcommercio – Format e ascoltare insieme il messaggio in streaming del presidente nazionale Carlo Sangalli.L’illegalità, la contraffazione e l’abusivismo incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale poichè determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpiscono la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, causano un danno d’immagine all’intero Paese.70.000 le imprese di commercio, bar e ristorazione a rischio chiusura ogni anno; 185.000 gli occupati che annualmente rischiano di perdere il lavoro; 7 esercizi commerciali su 100 in Italia sono abusivi; la perdita di fatturato totale ammonta a 17,2 miliardi per l’anno 2013.Da queste cifre da capogiro è partito il dibattito tenuto dal vice presidente nazionale di Confcommercio Pietro Agen; dal presidente provinciale Riccardo Galimberti e dal presidente di Ascom Catania Giovanni Saguto, davanti a una platea ricca di rappresentanti della deputazione catanese all’Assemblea Regionale Siciliana, sindacati, associazioni di categoria e imprenditori.”Per quanto attiene al nostro territorio – ha detto in apertura il presidente Riccardo Galimberti – occorre lavorare per far emergere le illegalità ed eliminare la patologia usando un nuovo modello di concertazione con la politica e gli enti territoriali. Creare un modello virtuoso di città metropolitana che funziona, una città attiva dove istruzione, cultura, Università, divertimento, tempo libero creino un’offerta che diventi un brand di successo. Il Sud e il Mezzogiorno sono fondamentali per l’economia dell’Italia, ma per fare ciò occorre una massa critica ultra determinata: premere sulle poche grandi imprese che ancora gravano nell’ambito statale per lanciare progetti di investimento dove aggregare piccole e medie imprese; puntare sui centri di ricerca; creare una partnership tra Univeristà e imprese estere, nell’ottica di una vera sinergia e confronto tra associazioni, classe imprenditoriale e politica. Questo porterà anche alla nascita, per un fenomeno di scambio, di una nuova classe imprenditoriale, perché in realtà, più che di nuove imprese abbiamo bisogno di nuovi imprenditori”.Le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, che vivono di domanda interna e che stanno scontando gli effetti di una recessione che non ha risparmiato nessun settore e nessun territorio, sono stremate.Il mercato della somministrazione abusiva di alimenti e bevande genera un volume d’affari a livello nazionale di 5 miliardi di euro. Tra tutte le forme di abusivismo, quello nel settore della somministrazione di cibi e bevande e dell’intrattenimento danzante è quello che maggiormente danneggia le imprese ed i loro dipendenti in quanto è troppo spesso coperto da leggi di esenzione e dalla compiacenza di chi dovrebbe vigilare. La ristorazione effettuata in occasione di feste di partito e sagre, così come quella da parte di falsi agriturismi, circoli sportivi e culturali effettuata in regime di detassazione e decontribuzione fa mancare entrate allo Stato per circa due miliardi di euro.Presenti sulla strada forme di abusivismo legate al settore della pelletteria, che ha come protagonisti venditori extracomunitari, e alla somministrazione di alimenti, in barba alle più elementari norme igienico-sanitarie e del codice della strada. In crescita l’attività abusiva di articoli di artigianato e di servizi da parte di parrucchieri ed estetiste. Un vero e proprio sistema, dove nulla è lasciato al caso. Come spiega il vice presidente nazionale di Confcommercio Pietro Agen (nella foto):”siamo di fronte ad un sistema perverso dove una forza superiore ha il controllo di ogni tipo di settore merceologico: ogni singolo prodotto è affidato ad una diversa etnia, così i cinesi gestiscono il tessile, i senegalesi il mercato dei cd e delle borse taroccate, i locali il settore dell’ortofrutta e dell’alimentare. Criminalità chiama criminalità che si estende in modo tentacolare. Oltre 10milioni di merce viene sottratta alla normale linea di distribuzione, viene immessa sul mercato in modo illegale e illegalmente viene venduta. Occorre rifarsi al modello Rudolf Giuliani: l’ex sindaco di New York volle tolleranza zero perché l’illegalità parte dal basso e dal basso va combattuta. Smettiamola col buonismo, non lasciamoci intenerire da chi vende in mezzo alla strada prodotti agricoli di dubbia provenienza o articoli contraffatti. Non fanno altro che indebolire il sistema economico sano, distruggere le imprese in regola e generare concorrenza sleale che porta alla chiusura delle aziende legali e perdita di posti di lavoro”.


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