FRATELLI D’ITALIA: DA LOLLOBRIGIDA A MESSINA, DA TRANTINO A POGLIESE.UNA CLASSE DIRIGENTE DE LUXE


Pubblicato il 11 Maggio 2024

(nella foto rappresentanti Fdi ieri al comune con il ministro Fitto).

Con ancora nelle orecchie gli strepiti della premier che ad ogni circostanza possibile ed immaginabile difende se stessa ed il proprio inner circle dagli strali sempre più numerosi di critici, nazionali, europei ed extraeuropei, dal nostro periferico punto di osservazione catanese occhieggiamo la classe dirigente di Fratelli d’Italia. E, senza voler essere caustici a tutti i costi, non ne ricaviamo un’impressione tranquillizzante.
Troppo facile ed attuale soffermarsi sulla gaffe del decennio del cognato ministro Lollobrigida che ritiene essere stata una fortuna – e lo dice amabilmente al question time del Senato- che la siccità abbia colpito la Sicilia piuttosto che altre regioni d’Italia. A meno che l’autonomia differenziata sia entrata in vigore prima del tempo ed a meno che al marito di Arianna Meloni sia stato assegnato un incarico regionale nel suo amato Lazio, risulterebbe ad oggi ancora lui, dall’alto della sua laurea conseguita telematicamente presso la facoltà Unicusano, il responsabile del dicastero dell’Agricoltura con gli effetti drammatici della siccità che dovrebbero pertanto riverberarsi in maniera significativa sul suo lavoro quotidiano .Ma quando si è del tutto ignari dell’incarico che si ricopre si può anche rimanere sorpresi del putiferio scatenato a seguito della planetaria figuraccia appena fatta, prendendosela più comodamente con i giornalisti sciacalli. 
La fertile classe dirigente di Fdi partorisce anche dalle nostre parti menti brillanti, acute e preparate come il deputato e mancato candidato sindaco di Catania Manlio Messina passato in men che non si dica dalle serate danzanti dei Quattro Venti  ad augusti e meditabondi commenti sul premierato: “la madre di tutte le riforme” come scrive con studiata originalità il deputato sulla sua rutilante pagina Facebook. Manlio lo ricordavamo più esperto di shortini il venerdì sera catanese piuttosto che di diritto costituzionale ma tant’è…Non possiamo mancare di menzionare il primo cittadino etneo Enrico Trantino, altro eminente esponente dell’hall of fame dei Fratelli, che ci offre un tale florilegio di spunti per chiosare sul suo operato che dovremmo scriverne un trattatello e non un breve articolo. Da cittadini della Catania reale, non certo della cartolina scintillante ad uso e consumo dei turisti che il buon figlio d’arte dispensa con lo spirito levantino dei venditori ambulanti magnificanti la propria merce alla fiera di piazza Carlo Alberto, ci limitiamo ad alzare un tantinello il sopracciglio. Mentre Enry parlando del derelitto quartiere di Librino accenna alla “via maestra per rigenerare le nostre periferie” cianciando di “senso di appartenenza”, nell’abominevole periferia etnea – tra i posti più pericolosi d’Italia dove alberga una malavita imperante ed un degrado pressoché assoluto- lo spaccio aumenta a dismisura e la miseria si taglia a fette nel totale disinteresse di classi dirigenti che si ritrovano a prendere la granita con brioche da Sauvage. Proprio vicino allo studio legale di famiglia. 
Trantino prosegue dopotutto sulla falsariga del suo predecessore, il buon Pogliese che di recente abbiamo visto parlare del Calcio Catania in un consesso di giornalisti amici con cui ci si dava bellamente del tu senza accennare neppure per sbaglio ad alcuna neanche sparuta critica sulla recente, disastrosa e finita ingloriosamente amministrazione (si fa per dire) della città Quella stessa città che Salvo dice di amare ma che ha amministrato così male che neppure il più feroce dei detrattori poteva immaginare.
Tutto passato nel dimenticatoio. Come per i catanesi che proseguono a premiare in cabina elettorale sempre gli stessi esponenti della stessa parte politica E come la sentenza d’appello di un anno addietro sulle “spese pazze” con la condanna a due anni e tre mesi per l’ex sindaco Pogliese le cui motivazioni attendiamo ancora. Non è che siano passate nel dimenticatoio pure queste ?
Saluti fraterni (d’Italia).

Luca Allegra.


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