Il nodo degli incarichi dirigenziali nella sanità al centro dell’attenzione politica


Pubblicato il 24 Giugno 2022

C’è aperta all’Ars una discussione sul rinnovo per tre anni di alcuni direttori sanitari da dirigenti però in scadenza a fine anno. Il parere del costituzionalista prof. Cariola

DI GIUSEPPE BONACCORSI

La questione sarebbe stata recentemente oggetto di una riunione del gruppo parlamentare dell’Ars che fa capo al presidente dell’Assemblea Gianfranco Micciché. Davanti ad alcuni provvedimenti di rinnovo di incarichi di direttore sanitario di alcune aziende, per la durata di tre anni, alcuni parlamentari avrebbero messo in dubbio la legittimità degli atti visto e considerato che i direttori generali sono già nei fatti scaduti, ma prorogati dal governo regionale sino alla fine dell’anno, al 31 dicembre. La domanda è semplice: può un direttore generale ormai in scadenza, seppure nei suoi pieni poteri rinnovare un incarico che finora è stato su base fiduciaria, aprendo la questione col futuro direttore che a gennaio dovrebbe succedergli?

Recentemente sull’albo pretorio dell’azienda ospedaliera Arnas di Catania è stata pubblicata la deliberazione per il conferimento del rinnovo di contratto triennale all’attuale direttore sanitario, Giuseppe Giammanco, figura di spiccata professionalità riconosciuta da tutti.

Nella delibera n. 806 del 15 giugno si legge che il direttore generale, Fabrizio De Nicola, prorogato manager dell’azienda dall’assessorato regionale alla Salute sino a fine dicembre, viste le “Disposizioni in materia di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo…considerato che in data 11 giugno 2022 è venuto a scadenza il mandato di direttore sanitario all’Arnas al dott. Giuseppe Giammanco, in esito alla valutazione comparativa dei curricula dei candidati iscritti negli elenchi regionali…e ritenuto a proposito di potere individuare ai fini dell’incarico di direttore sanitario il dott. Giammanco il quale ha puntualmente adempiuto al mandato professionale, delibera di conferire a Giammanco l’incarico triennale di direttore sanitario “.

Il provvedimento dell’Arnas fa seguito ad altri atti che avrebbero interessato altre aziende catanesi e di tutta la Sicilia , ma non tutte visto che alcuni dg avrebbero invece ritenuto che i rinnovi dovessero essere ancorati alla durata della proroga, quindi sino al 31 dicembre.

Ma allora dove sta la ragione, in chi ha rinnovato il contratto secondo la legge e quindi per tre anni, oppure in chi ritiene di dovere ancorare l’incarico alla durata del mandato del direttore generale?

Abbiamo chiesto un parere al professore di diritto Costituzionale dell’Università di Catania, Agatino Cariola, esperto anche in materia di contratti nella pubblica amministrazione:

“Se lei mi chiede quali delle due tesi sia quella giusta io le rispondo che non è facile perché la legge in questo senso non è chiara. Secondo il mio parere se questi incarichi fossero fiduciari allora devono scadere tutti assieme, e quindi il direttore generale di una azienda, come avviene per il sindaco che si nomina il vicesindaco e gli assessori, allo stesso modo nomina i direttori che scadono con lui. Se invece si considera che stiamo parlando di una pubblica amministrazione e che gli incarichi fiduciari devono essere pochi e limitati per legge, allora queste figure dovrebbero avere incarichi anche per una durata non collegata alla scadenza dei direttori generali. Su tutti questi incarichi la legislazione non dice nulla e sono possibili le due interpretazioni, anche se la legislazione generale mette insieme con una sentenza generale, direttore sanitario e direttore amministrativo, come se fosse una triade che sta assieme e cade assieme”.

– Quindi professore i nuovi contratti a tre anni sono un azzardo o no?

“Allora un rinnovo di contratto a tre anni nel caso si interpreti che la nomina è fiduciaria potrebbe essere interpretato come illegittimo, perché il nuovo direttore generale che si insedia potrebbe revocare l’incarico al vecchio direttore sanitario e si nomina il suo, con possibili contenziosi e pagamento di penali”.

– prof, ma allora in questo caso cosa si fa? Qui stiamo parlando di amministrazioni sanitarie, ci va di mezzo l’organizzazione della salute dei cittadini e invece anche in questo campo si rischia di ritrovarsi davanti a una contrapposizione politica, aggravata dalla campagna elettorale per le regionali che vede il centrodestra tempo in fibrillazione….

“Se posso dire la mia io, per principio, sono contrario agli incarichi fiduciari. Se uno nomina l’ingegnere capo di un Comune il solo interesse pubblico che deve porsi è che sia bravo, non che appartenga a una determinata cordata o a un’altra. Quindi, se alcuni direttori sanitari sono bravi non ha senso che siano ancorati ai direttori generali che invece fanno le scelte politiche. Devo, però, anche dire che la legge Severino quando parla di inconferibilità mette insieme queste tre figure, in una sorta di triade in cui stanno assieme, come si fa in ogni Comune con il sindaco e la sua giunta. Quindi secondo il mio parere bisognerebbe non considerare questi incarichi sulla base della fiduciarietà, ma in quest’altro caso ogni incarico da rinnovare deve farsi per concorso per tre anni e bisogna scegliere il più bravo attraverso una selezione pubblica. Quindi in primis si deve discutere se si è trattato di incarichi fiduciari oppure no e poi agire di conseguenza”.


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