Italiani alla canna del gas, ma il gas è già finito


Pubblicato il 02 Ottobre 2022

I massimi esperti di energia pulita dicono che in Italia con procedure più snelle si potrebbero installare in 4 anni 70 gigawatt di energia riducendo drasticamente la dipendenza dall’estero. Ma allora perché si procede a rilento?

DI GIUSEPPE BONACCORSI

“Il problema non è come e dove reperire nuovi fondi per pagare la speculazione. Il problema è come fermare la speculazione”. Lo ha detto la neo presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni nel suo primo discorso da premier, un discorso che arriva dalla prima premier donna di un Paese che in passato i troppi leader uomini hanno mandato al tappeto.

Forse la Meloni ha capito che il problema va affrontato di petto, non come continuano a blaterare nelle tv molti politici con frasi fotocopia…”Gli italiani rischiano di non arrivare alla fine del mese”…”Quest’anno molti cittadini rischiano d vivere un inverno al freddo” non rendendosi conto che gli italiani sono già alla canna del gas, ma con il gas finito.

I POLITICI BLATERANO IN TV

Fermo restando che queste frasi, dette da chi ogni mese si “pappa” 14mila euro di indennità parlamentare stridono fortemente con il tenore della stragrande maggioranza degli italiani che questo inverno se la vedranno brutta, il guaio maggiore è che questi illustri piazzisti forse non si rendono conto sino in fondo della situazione disastrosa in cui si ritroveranno presto molti italiani nella stagione invernale 2022-2023 che sarà ricordata sicuramente negli anni a venire come la più pesante degli ultimi decenni. E finché la pagnotta si porta a casa tutto continuerà tra alti e bassi. Il problema è se la pagnotta dovesse cominciare a scarseggiare per qualcuno come avviene in alcuni paesi che sono scesi in piazza per quelle chiamate “rivolte del pane”

E allora perché si procede a rilento anche in quei settori che potrebbero diventare una soluzione? Vada per la guerra, sacrosanto il dovere di cercare di fermare quel macellaio di Putin anche a costo di sacrifici, ma il governio dovrebbe spiegare agli italiani e chiarire perché alcune delle fonti di approvvigionamento naturale che questo paese può vantare, il sole, l’eolico e il biogas non vengono sfruttate a dovere, anzi sembra che si faccia di tutto per procedere con una marcia del gambero.

E allora limitiamoci soltanto a riportare quello che dicono alcuni dei massimi esperti di produzione di energia pulita nel nostro paese di solare, eolico e biogas. Secondo questi esperti basterebbero soltanto 4 anni per installare in Italia 70 gigawatt di nuove fonti rinnovabili e tagliare così i consumi di gas di 26 miliardi di metri cubi sui 70 circa che oggi il nostro belpaese consuma ogni anno. In questa maniera non soltanto si potrebbe drasticamente tagliare la nostra dipendenza dal gas russo, ma allo stesso tempo si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra nel nostro paese del 55%. L’unico ostacolo a questa rivoluzione copernicana che farebbe del nostro paese un volano delle rinnovabili è la burocrazia.

70 GIGAWATT DI ENERGIA PULITA PER LIBERARCI DAL GAS RUSSO

Simone Togni direttore di Anev, l’associazione di categoria delle imprese dell’eolico, ha detto che se “I cinque anni che oggi servono per approvare un impianto fossero ridotti a un anno, come prevedono le norme europee, in 4 anni potremmo avere i 70 gigawatt di nuove rinnovabili che il governo intende installare entro il 2030”.

Per Paolo Merli, direttore delegato di Erg, se si puntasse nel nostro Paese sulle energie rinnovabili, eolico e solare, “nel giro di pochi anni si potrebbe sostituire il fabbisogno dal gas estero”.

Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna ha spiegato che “realizzare i 70 Gw previsti dal piano porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari al consumo italiano di gas importato dalla Russia nell’ultimo anno”. “Ma le rinnovabili – ha aggiunto – non soltanto renderebbero il nostro Paese indipendente dall’estero in materia energetica, ma ridurrebbero drasticamente le bollette degli italiani”.

Davanti a queste dichiarazioni c’è non solo da storcere il naso, ma chiedere conto e ragione ai tanti politici che blaterano e aprono la bocca inutilmente. Perché in questi anni si è puntato più sul gas estero che sulle rinnovabili italiane? Cosa c’è dietro a questo commercio subdolo che ha costretto questo Paese a diventare ostaggio delle mire di un capo di stato con atteggiamenti dittatoriali? C’è soltanto una speculazione delle grandi compagnie, oppure anche accordi e interessi nel delicato sistema di equilibrio europeo e continentale? Perché in 8 mesi dallo scoppio della guerra nessuno in Italia ha snellito le procedure per produrre quanto più eolico e solare possibile? Come mai la Sicilia, che molti dicono potrebbe diventare un hub europeo dell’energia pulita, non decolla come dovrebbe? Chi è che mangia in questo contesto. Chi fa affari sulle spalle di milioni di famiglie che non sanno come pagare le bollette e come mai non vengono fermati? Con la situazione internazionale di oggi siamo sicuri che in futuro avremo le fonti di approvvigionamento previste? Gli interrogativi sono tanti, le risposte quasi nulle. Si punta sul tetto al costo del gas, come se fosse la panacea di tutti i mali e ci si dimentica, forse volutamente, di quello che si potrebbe fare a casa nostra col solare e l’eolico. Se un prodotto al supermercato costa tanto, come fa una buona massaia, se ne cerca un altro alternativo. La massaia non va al supermercato e dice al proprietario. “Questo prodotto costa tanto, deve metterci un tetto…”. Lo compra se non può farne a meno, ma subito dopo si mette alla ricerca di soluzioni alternative.

A Catania hanno avviato la più grande fabbrica di pannelli solari di ultima generazione, la Enel green power. Perché non puntare immediatamente su questo settore? Davvero questi ritardi, queste lentezze sono sospette per di più davanti al grido d’allarme di molte famiglie che hanno dichiarato: “Quest’anno o pago le bollette o sfamo la famiglia”. Per questo oggi le parole della Meloni suonano diverse. Che voglia puntare a una sorta di rivoluzione copernicana dell’energia a favore, questa volta per davvero, dei cittadini italiani? Solo i fatti lo diranno purché si faccia in fretta…


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