Politica catanese, Comune: una giunta coi baffi (di Raffaele Lombardo)


Pubblicato il 03 Settembre 2018

Catania ha una nuova giunta. Di centro (molto) e poca destra. Quella di (molto) centro e poca “sinistra” (la chiamano così) sembra sparita assieme al suo podestà e ai suoi disastri (leggi in primis la gestione dei rifiuti e l’abbattimento del ponte sul Tondo Gioeni).

Leggendo nomi e cognomi e soprattutto deleghe balza agli occhi subito un dato politico: Raffaele Lombardo “pesa” e molto. Una novità? No, perchè nell’ “era del podestà” i voti degli ex Mpa servirono la “causa del progresso e della democrazia”: sì, perchè Enzo Bianco è rimasto -per cinque anni- in piedi (politicamente parlando) grazie e soprattutto al centrodestra (gli utili idioti del “sistema Catania” possono continuare a credere che siano esistite differenze nette fra “destra” e “sinistra” nel governo della città, ma così non è da alcuni decenni).

Insomma, il centro centrista che più non si può, ritorna, anzi resta al centro del governo della città. E attorno a chi ruota il centro più centrista che non si può? Attorno al “Male Assoluto”, ovvero Raffaele Lombardo, l’ “iblis” della politica catanese e siciliana: un risultato straordinario -questa definizione- frutto del presunto odio di nuovi ed ex amici dell’ex Presidente della Regione, gente che con lui ha fatto governi e tante altre “prodezze” nel sottogoverno. Ma poi quando si va in pubblico, la stessa gente è perentoria: “Lombardo? Noi no, no noi, noi no…”.

 

In attesa del nuovo processo (quello per mafia), frutto dell’inchiesta “Iblis” ma anche di una splendida manovra di Palazzo (con ottimi contributi della “stampa antiamafffiosa”, a braccetto con la giustizia catanese), Lombardo continua a gestire cose e uomini. Prendi i servizi sociali? Chi ci va, suo nipote, Giuseppe. Bravissimo ragazzo, e chi lo mette in dubbio? Ma con l’ “aria che tira” gli consigliamo di…agire con cautela. Che, in certi casi, assolutamente inopinatamente la giustizia catanese ha tempistiche da Bolt….

Qui, però, a leggere i nomi del “governo Pogliese” ci prende la nostalgia. Dei tempi andati, quando noi “guerreggiavamo” (mentre altri pensavano -in perfetto stile catanese- ai loro affari) contro la giunta Stancanelli.

Ebbene ci sono altri “ritorni” nella nuova giunta? Sì’, c’è quello di Pippo Arcidiacono, già assessore con Raffaele Stancanelli, già capogruppo del Pdl, coordinatore provinciale di Forza Italia.

Ecco ancora al bilancio Roberto Bonaccorsi, anche lui un “ex Stancanelli”, un tempo attaccato da certa “stampa” per “nobili intenti” (“salvare la città” dal disastro dei conti), prima che gli stessi protagonisti di questa “stampa” finissero a corte di Salvo Pogliese. Ha un compito terrificante Roberto Bonaccorsi: il dissesto potrebbe essere dietro l’angolo. Staremo a vedere. Non vorremmo essere al suo posto.

“Brucia” e molto la “poltrona” del sindaco, che tiene la delega al personale, come dire l’ “esercito dei comunali” da pochi giorni “risvegliatisi” in buona parte dalla sua parte, dopo una imprevedibile “scelta di vita” per Bianco, malgrado il clima da “caserma democratica” che si è respirato a lungo a Palazzo degli Elefanti.

Ma al di là di ogni “bruciore”, di ogni “ritorno”, di ogni “democristianesimo andante”, oggi rendiamo omaggio a chi una volta di più ha superato il “muro del suono” della “politica” vista come capacità di andare da destra a sinistra al centro, con relative “bandiere”, più veloce della luce: lui, l’unico, insuperabile Alessandro Porto. Un tempo in segreteria con il senatore Mpa Giovanni Pistorio, poi presidente della commissione urbanistica nell’amministrazione Stancanelli. E poi?Dal mancato posto di presidente del consiglio comunale con Bianco, passando per l’archiviazione di un’indagine per presunto voto di scambio con la mafia, per poi approdare, in un tripudio di legalità, al ruolo di capogruppo di Enzo Bianco! E poi? Si candida per le regionali dello scorso autunno: “sbaglia” presidente in pectore, prima Micari, poi Musumeci. O meglio si candida prima con il centrosinistra, poi il centrodestra, con Forza Italia. Pare che la notizia del suo “ritorno” nell’ “Udc pistoriano” abbia provocato le lacrime dei vertici “azzurri”: Miccichè sarà in lacrime?

Ma per finire (per adesso) ci chiediamo: a chi hanno dato in mano l’ “affare che scotta”, quello veramente dove ci si gioca il culo? A Fabio Cantarella, che si dovrà occupare anche di gestione dei rifiuti. Conosciamo la persona e possiamo dire che ne vedremo delle belle, anche perchè in quanto ad ordine e legalità a lui a lui lezioni non se ne possono dare.

Comunque, per il momento, ecco (parzialmente) quanto ha diramato il legale ufficio stampa del comune di Catania (a proposito, i farisei del giornalismo catanese si sono accorti da qualche settimana che finalmente i comunicati stampa sono firmati, sempre sul pezzo – che conviene a loro…):

“La nuova squadra  di governo della città è composta dagli assessori Roberto Bonaccorsi, che svolgerà anche le funzioni di vicesindaco, Sergio Parisi, Ludovico Balsamo, Fabio Cantarella, Pippo Arcidiacono, Barbara Mirabella, Alessandro Porto, Giuseppe Lombardo.
Roberto Bonaccorsi è vicesindaco con delega a Bilancio, Partecipate, Contenzioso, Legalità e Trasparenza; Sergio Parisi ha Sport, Turismo, Manutenzioni, Politiche comunitarie; a Ludovico Balsamo vanno Attività Produttive e Centro storico; a Fabio Cantarella Ambiente, Ecologia e Sicurezza; Pippo Arcidiacono ha la responsabilità su Lavori Pubblici, Infrastrutture, Mobilità, Zona industriale, Sanità; a Barbara Mirabella le competenze su Pubblica Istruzione, Attività e Beni Culturali, Pari Opportunità, Grandi Eventi; Alessandro Porto ha Decentramento, Anagrafe, Innovazione tecnologica, Smart Cities, Protezione civile; Giuseppe Lombardo i Servizi sociali.
Il primo cittadino mantiene per sé le deleghe al Personale, alla Polizia municipale e anche all’Urbanistica, settore per il quale ha annunciato di volersi avvalere della  professionalità del professore Paolo La Greca.”


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