Politica e Alta…Pressione Fiscale, Imu, Codacons: in arrivo il caos! Calcoli troppo complicati


Pubblicato il 04 Dicembre 2013

Presa di posizione dell’associazione di tutela dei consumatori: la scadenza del 16 gennaio è illegale e va spostata.Il segretario Tanasi chiede che siano i comuni a fare i conti.Ecco quanto sostiene…

“Per Francesco Tanasi Segretario Nazionale CODACONS il caos Imu non può gravare sul contribuente. Come già dimostrano numerose sentenze della Cassazione e come stabilito da una delle leggi più violate d’Italia, lo Statuto del contribuente (Legge 27 luglio 2000, n. 212), gli errori scusabili non sono punibili e certo il calcolo sulla seconda rata Imu relativa alla prima casa è diventato un rebus indecifrabile, in piena violazione del principio di correttezza, collaborazione e buona fede che dovrebbe esserci tra il contribuente e l’amministrazione finanziaria. Al cittadino, insomma, non può essere fatta pagare anche la tassa sull’incertezza normativa e sulla sua complicazione.

Per questo Tanasi chiede che, per una volta, si inverta la procedura e che siano i comuni a dire al cittadino quanto e se deve pagare, non viceversa. Esattamente come avviene già per le tasse sui rifiuti e come avveniva ai tempi dell’Ici.

Inoltre deve essere spostata da data di scadenza del 16 gennaio 2014 entro la quale il contribuente deve pagare l’Imu, dato che è una lampante violazione dell’art. 3 della Legge n. 212/2000, secondo il quale “le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore”. Considerato che il decreto legge sull’Imu è del 30 novembre, qualunque data prima del 30 gennaio 2014 è illegittima. Peraltro, dato che i comuni hanno tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le delibere delle aliquote Imu, i 60 giorni devono scattare da quella data.

A questo si aggiunga che anche la logica ed il buon senso richiederebbero uno slittamento di alcuni mesi considerato il giusto grido d’allarme lanciato dai Caf e viste le obiettive condizioni di incertezza su chi deve pagare e quanto”.

 


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