Politica e corsa a sindaco: il Pd catanese sotto un “comitato di coordinamento”. Ma il dissenso dei “berrettiani” resta


Pubblicato il 23 Marzo 2013

Ennesimo atto dello psicodramma dei “democratici” rossazzurri. Altro che “pace” è stata una mattinata all’insegna…del Lupo!di iena politica marco benanti

Ufficialmente fino a ieri nessuno sapeva niente: infatti, stamane, alla direzione provinciale Pd, arrivata dopo il “mezzo terremoto” delle dimissioni del segretario Luca Spataro il 10 marzo scorso, si materializzano”soltanto” il segretario regionale Giuseppe Lupo (nella foto in alto) e il componente della segreteria Enzo Napoli. Insomma, un primo elemento di “trasparenza”, magari a scoppio ritardato. Il clima “pasquale” annunciato, si dissolve presto. Il paio di ore della direzione sono segnate da più di un momento di polemica: Giuseppe Berretta con il suo gruppo si fa sentire. Contesta, ad esempio, le modalità di voto del comitato di coordinamento -risultato: 34 sì, 13 astenuti- che viene fuori dall’assise. Un punto fondamentale. Il Presidente Tommaso Savoia gli risponde a tono…Scena da asilo nido infantile, del tipo: “maestra, Gigi mi ha preso il pennarello…”

Andiamo alla sostanza. Questi sono i componenti del coordinamento (che non reggenza, nè soggetto commissariale -mi raccomando). Allora ecco i nomi (che “accontentano” le varie “anime” del partito): Tuccio Alessandro, Francesco Laudani, Tino Lipara, Saro D’Agata, Francesco Marano, Enzo Napoli e Pierluigi Flamigni, che però non dà la sua disponibilità. Che accadrà? Boh, si va avanti. E si va avanti, con un gruppo i “berrettiani” (capitanati da Spataro, Sorelli, Flamigni ed altri) a “dissentire”. Formalmente è tutto un problema di “primarie”. Un ritornello che dura da mesi: chi le vuole è “nuovo” chi non le vuole è “vecchio”. C’è anche come Giovanni Burtone che evoca la “cultura paramafiosa” dentro il partito, dove si agirebbe con chi non sta ad un certo gioco secondo l’adagio “ve la faremo pagare in altri posti”, suscitando le ire “berrettiane”. Ma a chi si riferiva Burtone, che precisa di non fare riferimenti alle persone, in particolare a Berretta? Qualcuno, in sala, “murmurìa” che il riferimento sarebbe a quanto accaduto a Remo Palermo, sindaco di San Gregorio, cognato di Burtone, che in alcune assemblee sarebbe stato oggetto di critiche piuttosto feroci…

Inopinatamente, Berretta, nel corso del suo intervento, evoca -guarda caso- l’appuntamento di lunedì promosso da molte associazioni di società civile. Chi pensa male è mandato…da Bianco!

Ecco il passaggio di Berretta: “…Io non sono un appassionato di questi temi, la società civile, ma restare sordi all’appello (e cita tutte le associazioni che hanno lanciato l’appuntamento di lunedì, da quelle antiracket al comitato di Barriera, al WWf) sarebbe un fatto grave…”.

Bianco, in sala per un pò, ad un certo punto è andato via: ad “incassare” l’appoggio del “Megafono crocettiano”. A proposito: “Saro Schiumazza” in Crocetta è stato candidato senza primarie. Forte del consenso delle “folle antimafia” (compresi i voti di Udc ed Mpa) e dell’appoggio- tutto ideale-di Confindustria Sicilia. Un’altra storia? Forse sì, anche perchè democrazia vuole che per avere incarichi di rilievo ci vogliono i voti e non certo il consenso di un consigliere di quartiere. In realtà, lo scontro tutto di Potere dentro il Pd è solare, “ideologizzato” dagli “slogan alla moda” -slogan populisti e demagogici- di gruppi di Potere che evocano “legittimazioni popolari” inesistenti. Il “popolo” -se esiste- non frequenta il Pd. Frequenta più spesso la Caritas.

prima fila in direzione Pd


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