Politica Italiana, la “Destra”: il Governo mette la pezza sulle Province


Pubblicato il 08 Luglio 2012

Le ultime su un tema “caldissimo”, ecco quanto dichiara Giuseppe Mistretta (nella foto), responsabile nazionale settore province…

a cura di Iena Provinciale

“Dal ‘Salva Italia’ alla ‘Spending review’ i provvedimenti del Governo appaiono avanzare al passo del gambero e la confusione regna sovrana, unica certezza è che l’ente nato con l’Unità d’italia oggi è associato, nell’immaginario collettivo, a emblema del pubblico sperpero, questo è l’obiettivo centrato con precisione dai luminari gattopardiani che da mesi esercitano pubblica licenza di dissertazione sull’argomento.Bene la riduzione del numero delle province ma sui parametri che la definiranno attenderemo il successivo provvedimento governativo, nota positiva è la concertazione regionale sull’accorpamento, da definirsi in seno al Consiglio delle Autonomie Locali con la partecipazione attiva degli enti territoriali.Altra cosa sono le funzioni attribuite alle province, si passa dalle generiche funzioni d’indirizzo politico e coordinamento dell’area vasta a parziali competenze in materia di ambiente, trasporti e viabilità. Meglio sarebbe stato sopprimere i tanti enti territoriali intermedi e strumentali che troppo costano alla collettività, con amministrazioni che sfuggono al controllo democratico dei cittadini e le cui necessarie prerogative potrebbero essere, invece, trasferite alle province, cioè aumento delle competenze e del carico di lavoro, contro l’attuale indirizzo governativo di devoluzione a regioni e comuni delle funzioni, introducendo i necessari principi di responsabilità. L’accorpamento delle province ci auspichiamo sia accompagnato anche da quello dei tanti uffici e articolazioni dello Stato oggi previsti su base provinciale, non vorremmo si usassero pesi e misure diverse.Chiarezza e subito sulle modalità di elezione delle nuove amministrazioni sovra comunali, ci auguriamo definitivamente tramontata l’ipotesi delle elezioni di secondo grado che riservano il privilegio della scelta ai soli consiglieri comunali, preferiti ai cittadini, in barba alla tanto declamata sovranità popolare, già abbondantemente mortificata dall’attuale legge elettorale per il rinnovo del Parlamento. Insomma il provvedimento del governo, per quanto ci riguarda, è in attesa di giudizio, sperando che il rimedio, indispensabile quanto necessario, non sia peggiore del ‘male’.”


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