Politica regionale, la solita “sinistra che cazzeggia” e “non decide una mazza”: il caso di Orlando e della Fds


Pubblicato il 23 Agosto 2012

A 70 giorni dal voto siculo ci sono forze e personalità che non sanno ancora che fare…Oltre il “veleno”, c’è la sostanza?

di Iena Politica Stufata

L’8 giugno scorso Claudio Fava, in splendida solitudine, propose la sua candidatura ai siciliani, rispondendo all’appello firmato da pochi, qualificati, intellettuali come la regista teatrale palermitana Emma Dante, la vedova di Libero Grassi Pina Maisano, il cantautore Franco Battiato, il sociologo Nando Dalla Chiesa, la scrittrice Dacia Maraini, l’attore Leo Gullotta, il giurista ed ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky, l’attore Giuseppe Fiorello, la fotografa Letizia Battaglia, il drammaturgo Moni Ovadia, il regista Roberto Andò e gli attori messinesi Nino Frassica e Ninni Bruschetta.

Con questo gesto si rompe un rituale esasperante, ripetuto per mesi dal centrosinistra, perennemente in riunione per discutere del nulla, attendendo la mossa di qualcuno. Una mossa che arrivò in tempo brevissimo: a ruota di Fava, anche Crocetta si candidava, ma con un protagonismo molto diverso dal catanese, un’agire quotidiano tutto politico, rivolto in primo luogo al suo stesso partito, il Pd, ma anche ad altri protagonisti della scena siciliana come il vituperato D’Alia, leader Udc, Fini e i suoi, per finire con Zamparini ed il risorto Cateno De Luca.

Opposti i percorsi e diversi i risultati. Mentre Crocetta riusciva a farsi appoggiare dal Pd , con una semplice dichiarazione del segretario regionale Lupo, e, successivamente a conquistarsi la fiducia dell’Udc siciliana, Fava girava la Sicilia, costituendo comitati “Libera Sicilia” a più non posso. Un lavoro minuto, a volte sotterraneo, umile, ma fruttuoso. A poco sono valse finora le tante spettacolari interviste di Crocetta: il primo vero sondaggio, infatti, commissionato proprio dall’Udc, lo vede solo terzo, mentre inaspettatamente, ma non tanto a pensarci bene, il più votato dai siciliani sarebbe proprio Claudio Fava.

Ma chi sostiene Claudio Fava? In primo luogo, Sinistra Ecologia Libertà, il partito di cui è ancora oggi un autorevole dirigente nazionale, ha sposato la sua causa, mettendo a disposizione del progetto quel poco o molto che è riuscito a costruire in Sicilia in due anni di attività. Inoltre centinaia di comitati sparsi nella nostra regione, composti di intellettuali, giovani, operai, militanti di altri partiti che non digeriscono gli inciuci e la mala politica. E poi nulla.

Il resto della sinistra sta ancora alla finestra, immobile, quasi disinteressata alle ravvicinate scadenze elettorali. Leoluca Orlando e la Federazione della Sinistra, indissolubilmente legati dalla esaltante esperienza palermitana, proprio non riescono a trovare il bandolo della matassa. Hanno chiesto a tanti, ma tutti, intellettuali, magistrati, imprenditori, amministratori, cortesemente hanno rifiutato. Insomma a 70 giorni dal voto non riescono ancora a trovare candidati a presidente di livello.

E’ possibile che il primo partito di Palermo, debba appoggiare un altro candidato, anche se dal nome altisonante come Claudio Fava? Questo proprio Orlando non lo digerisce. E la Federazione della Sinistra, che da anni critica il lombardismo e chiede a gran voce una politica di alternativa in Sicilia, può lasciarsi scavalcare dai “parenti-serpenti” di Sinistra Ecologia Libertà? Ma intanto nella società ci si organizza: militanti comunisti, amministratori, intellettuali, sindacalisti, persino iscritti a Idv, accorrono alle riunioni nei comuni, guardando a Claudio Fava come alla vera speranza di costruire una vera alternativa di governo al lombardismo in tute le sue forme. Il tenente Giovanni Drogo per trent’anni attese nella sua fortezza Bastiani, ma quando finalmente l’attaccarono i tartari, lui era già morto.


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