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“Sistema Catania”: il ruolo degli “intellettuali”, ultimo atto l’ Università Cosa Loro
Pubblicato il 14 Luglio 2019
“C’è qualcosa di più pericoloso della sospensione dalla carica di tutti i vertici accademici, più insopportabile dei concorsi truccati, più intollerabile degli abusi di potere: è la reazione omertosa, autoassolutoria, conservativa e consociativa della comunità accademica alle indagini e a quelle verità che, indipendentemente dalla rilevanza penale, sono emerse dall’inchiesta della Procura di Catania”.
Matteo Iannitti su I Siciliani.
Uno spettacolo squallido, un silenzio sempre più cupo, omertoso, che va dai “rivoluzionari sessantottini” ai “liberali di destra”, in mezzo a qualche intervento dei presunti “professori alternativi”, sempre sullo stesso giornale, sempre con lo stesso linguaggio gesuitico. In una parola, Catania, la “città degli amici” che ogni tanto recitano la parte: tu fai il governante, io faccio l’oppositore, tu fai la “destra”, tu fai “la sinistra”. Ma è tutta una recita.
Il Presidente del Tribunale dei Minorenni Giambattista Scidà li aveva smascherati tanti anni fa: loro e i tenutari della “giustizia catanese”. Che lo hanno “ringraziato”, con una sorta di “damnatio memoriae”: di Scidà non si deve parlare, nè lo si deve ovviamente ricordare. Le targhe in quel Palazzo di cosiddetta “giustizia” le meritano altri. Giustamente, aggiungiamo noi (ienesicule).
Buona Domenica.



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