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Toh, chi si rivede! Il Pd-Cgil “nuovo” e vegeto: qualcuno se ne accorgerà?
Pubblicato il 27 Settembre 2025
di iena marco benanti

I farisei hanno tanti volti, alcuni drammatici, altri tragici, per poi finire magari nella tragicomica. Dentro il “partito di chi non ha problemi”, il Pd, in particolare nella versione siculo-catanese, si assiste da tempo ad “esibizioni politiche” al limite del ridicolo.
Un tema che ritorna è quello della cosiddetta “autonomia dalla politica” dal sindacato, leggasi Cgil. Si tratta di un argomento, che -un tempo- ha suscitato “furori rivoluzionari”. “Rivoluzionari” all’italiana, precisiamo. Nella Cgil e nel Pd la schiera dei “rivoluzionari all’italiana” è piuttosto folta. E, così, vengono fuori momenti di rara ilarità, o meglio di tragicommedia. Come nel caso del rapporto Cgil-Pd o meglio stavolta Pd-Cgil. Un rapporto organico, declinato, però, negli ultimi tempi con modalità tartufesche, tipiche della falsa coscienza di chi è abituato a strumentalizzare tutto, in nome della propria “cosca politica”, pardon corrente.
Volete l’ennesima prova? Il 3 ottobre (vedi locandina che pubblichiamo) si terrà un incontro su un tema drammatico -il salario- drammatico, precisiamo, il tema. Non i relatori dell’incontro, che sono una rappresentanza plastica di come il vertice della Cgil sia ridotta da un po’ di tempo nella condizione di “vassallaggio” nei confronti del Pd. Una condizione di subordinazione, che si ripete: ora abbiamo il segretario della Camera del lavoro che andrà a braccetto con il peggio, pardon con il meglio del Pd, dal deputato nazionale Giuseppe Provenzano, a “pezzi importanti” della segretaria catanese del Pd, fino addirittura al Professore Giuseppe Berretta. Un gradito ritorno -lui dirà per dare il suo contributo di studioso- in realtà una presenza che potrebbe essere letta come una volontà forse non sopita di guardarsi attorno per ritrovare una “strada” dove i disastri politici di un tempo (la segreteria provinciale “crollata”, ad esempio, per non parlare della candidatura a sindaco, in versione di “rinnovatore”). Purtroppo, anche per Berretta, fare il “rinnovatore”, fra un incarico professionale per Mario Ciancio e altri grazie a Raffaele Lombardo, non è esattamente un percorso coerente. Anche lì la “famiglia” conta eccome se conta: leggi alla voce Avv. Andrea Scuderi. Ma qualcuno se lo scorda. Cose che capitano.
Insomma, il “nuovo” gruppo dirigente Pd-Cgil sembra volere ripercorrere quasi l’ “epopea” dell’ “era Villari-Raia-Rota”: un “epopea” in cui la Cgil comandava dentro il Pd, non subiva. Potere, potere, mica altro. Solo che stavolta il “nuovo” gruppo dirigente della Cgil sembra cercare di farsi spazio con il cappello in mano.
Ah dimenticavamo: il segretario regionale della Cgil Alfio Mannino (anche lui, come Carmelo De Caudo, della “covata Villari-Rota-Raia” prima della “conversione” in nomre della “rivoluzione delle carte di credito” che ha messo ko il “rotismo”) ha appena finito di parlare ad un’iniziativa di Sinistra Italiana e di altri “pezzi” di “rivoluzione alla catanese”. Mannino sa che gli sarà quasi impossibile vincere contro il centrodestra, ma sa pure che si assicurerà un seggio all’Ars e tanto forse gli basta. Il tutto tra gli olè del Pd, 5Stelle e frattaglie appresso.
La rivoluzione si avvicina: uno spettacolo che non mancheremo di seguire. A noi il teatro piace tanto.



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