Tradimento & ipocrisia: fu così che Villari, ANGELO, dopo aver lasciato il Pd, si fece autenticare la candidatura con Catenello, «il buddace ducetto», dalla segretaria del Pd di Grammichele


Pubblicato il 21 Settembre 2022

di iena marco pitrella

Si formalizza a Grammichele il tradimento di Villari, ANGELO: ad autenticare le firme necessarie alla candidatura con Catenello da Messina, «il buddace ducetto», è stata la segretaria in carica del circolo del Partito democratico, Annarita Anguzza, che del Partito democratico è soprattutto capogruppo in consiglio comunale, e questo fa di lei un pubblico ufficiale.

Sembrerebbe tutto un gioco di palazzo, il palazzo «Rota – Gianformaggio» s’intende; il palazzo da «A Famigghia».

Il fatto è questo e il tradimento s’è consumato di «notte e notte», il 22 agosto, quando Villari, ANGELO, «impresentabile» per Caterina Chinnici, s’è dimesso da segretario provinciale del partito democratico per andarsi a candidare con tutt’altro schieramento, a sostegno di tutt’altro candidato presidente, come annunciato la mattina dopo, il 23 agosto, in un «patetico» comunicato, un attimo prima che si chiudessero le liste: c’erano già trattative in corso tra Villari, ANGELO, e il «buddace ducetto»? la tempistica presupporrebbe di sì.

Il fatto è questo e il tradimento s’è formalizzato, appunto, a Grammichele, e siamo alla bassa politica, bassa quanto basta per essere «all’altezza» di Catenello: Villari, ANGELO, dimessosi da segretario provinciale del partito democratico per candidarsi con il «buddace ducetto» che si fa autenticare le firme dal segretario del circolo del partito democratico: una cosa così nella storia politica di Grammichele non era mai accaduta …

AAA dignità cercasi.

Il fatto è questo e il tradimento non poteva non formalizzarsi a Grammichele e il motivo è presto detto: Grammichele è il paese da dove «A Famigghia» proviene.

È stato tutto un gioco di palazzo, dicevamo, e c’è da immaginarselo a Villari, ANGELO, chiamare Concettina; Concettina chiamare lo «spirugghia faccende», iscritto al partito democratico, e lo «spidugghia faccende» chiamare la segretaria del circolo: «A famigghia è A famigghia».

Il fatto è questo e a Grammichele addirittura serpeggia il sospetto: «A famigghia», iddi ca su do piddì, vota Villari, ANGELO, e dunque Catenello da Messina?

Del resto, non s’è visto un manifesto, non s’è sentito d’un iniziativa organizzata dal circolo del partito democratico per le elezioni regionali e, a dirla tutta, manco per le elezioni nazionali.

Mario Marino, anch’egli consigliere comunale del partito democratico, l’ha detto: «Voto, Villari, voto De Luca, u po’ scriviri, u po’ scriviri», e io lo scrivo.

A Grammichele il sospetto diventa anticamera della verità: Mariella Lupo, «la mitica», suocera di Concettina e perciò mamma di Giacomino, un giorno sì e l’altro pure pubblica su facebook post su Villari, ANGELO… sempre su facebook una stretta parente dello «spirugghia faccende», un giorno sì e l’altro pure mette «mi piace» a Villari, ANGELO.

In fondo, non fosse stato per Pietro Palermo e qualcun altro, il partito democratico a Grammichele non ci sarebbe stato.

Di che stupirsi? Pietro Palermo è assessore nella maggioranza civica guidata dal sindaco Pippo Greco, mentre «A famigghia» è all’opposizione; all’opposizione con il M5S: tra traditori ci si intende.

Traditore l’uno, Conte, Giuseppi, e traditore l’altro, Villari, ANGELO, formato bonsai.

Non è forzato il paragone, questione di date: il 22 agosto – stessa data del tradimento di Villari, ANGELO – è Conte, Giuseppi, a sua volta a tradire: dopo che il M5S aveva partecipato alle primarie vinte dalla Chinnici, è stato Conte, Giuseppi, a rompere l’alleanza con il partito democratico, alleanza che avrebbe portato (forse) a vincere le elezioni regionali.

Quello degli «impresentabili» è stato il pretesto di Conte, Giuseppi, spacciato a motivazione: «da una settimana c’è un’impasse dovuta all’insistenza dei democratici per infilare nelle liste esponenti impresentabili – la dichiarazione di Conte, Giuseppi – Una posizione che ha messo in imbarazzo anche Caterina Chinnici, che è stata costretta a richiamare il Pd su questo punto: chi ha procedimenti penali pendenti deve restare fuori dalle liste».

Tra gli «impresentabili» c’era proprio Villari, ANGELO, sotto processo per i fatti che con il bilancio del comune di Catania hanno a che vedere, che di fare un passo indietro non ne aveva alcuna voglia.

Ora, non è che glielo avesse prescritto il dottore a Villari, ANGELO, di candidarsi, ma è più probabile che a prescriverlo sia stata Concettina e «A famigghia» tutta.

Checché se ne dica, checché ne dica Villari, ANGELO, sempre pronto a fare la vittima, l’intenzione della Chinnici e del partito democratico, era quella di accettare le condizioni poste da Conte: in nome dell’unità, nessun «impresentabile» nelle liste della coalizione.

E proprio come richiesto da Conte, Giuseppi, la Chinnici e il partito democratico non hanno candidato «gli impresentabili».

E però, nonostante gli «impresentabili» non fossero stati candidati, ecco il pretesto spacciato a motivazione, ecco il tradimento: Conte, Giuseppi rompe lo stesso l’alleanza con il partito democratico, spianando la strada alla vittoria del centrodestra in Sicilia, come a suo tempo l’aveva spianata al centrodestra in Italia, mettendo in crisi il governo di Mario Draghi: complimenti.

Ma è di Grammichele che si stava parlando, e in politica tutto torna, come sempre.

Questa va raccontata perché è divertente.

Qualche giorno fa, un gruppo di ragazzi, tutti grillini, grillini quanto basta e mezzi grillini, avevano organizzato un confronto fra candidati all’Assemblea Regionale Siciliana.

In principio, il confronto doveva essere fra candidati di Grammichele, per parlare di Grammichele, cosa che di per sé fa già ridere.

Tra qualcuno che non accetta l’invito, qualche altro che pare non sia stato invitato, ai candidati del calatino, gli organizzatori, il confronto l’avevano allargato.

Ce n’era uno di Vizzini e ce n’era uno di Caltagirone; ce n’era uno di San Michele di Ganzeria e ce n’era uno di Grammichele e fino a lì, nell’assurdo dell’iniziativa, ci siamo.

Ma su tutti, ce n’era uno di Mascalucia (comune che con il calatino c’entra meno di niente): Villari, ANGELO.

Visto e considerato che alla corte di Catenello da Messina c’è anche un altro candidato, quello sì di Grammichele, la domanda va domandata: chi l’ha invitato a Villari, ANGELO? se tanto mi dà tanto, c’è da scommetterci: «A famigghia».


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