Tutti pazzi per lo spread


Pubblicato il 29 Novembre 2011

di Iena NeraIl nostro linguaggio comune, da qualche mese, si è arricchito di nuovi termini. È un vocabolario economico quello della crisi globale, ma sembra ormai impazzare sul web, in tv e nei discorsi da bar. Tra tutte le nuove parole di pubblico dominio ormai ci siamo quasi assuefatti alla parola “spread”. Impazza nei tweet (sempre più frequenti e pronti a su classare i ‘mi piace’ di facebook), ne parlano i politici, ne parlano i programmi d’intrattenimento, ne parlano i dialoghi della rete. La pronunciano tutti anche quelli che non sanno cosa significhi (e molti di questi siedono anche a Palazzo). È ormai un fenomeno di costume e come tale va segnalato. Pertanto, possiamo anche provare a scherzarci su e vedere che ne viene fuori.Per i pochi che non lo sanno il termine spread indica il differenziale tra i titoli di Stato italiani è quelli tedeschi. Senza entrare negli effetti economici degli attuali elevati livelli di divaricazione, con le più dirette conseguenze anche sui tassi per chi intenda compiere operazioni bancarie per finanziare acquisti, l’indice è la cartina di tornasole tra due sistemi: quello italiano, con tutti i suoi ritardi strutturali, e quello tedesco, che almeno in apparenza sembra rappresentare la locomotiva dell’eurozona.Avevamo detto di giocarci un po’ su ed ecco la proposta: se spread è la parola che conia il nuovo corso e ci accompagna alla terza repubblica, perché non calcolare i tanti spread che segnalano il differenziale tra realtà diverse? Ecco alcune idee, giusto per aprire un dibattito ed aspettare ulteriori segnalazioni:SALE LO SPREAD TRA CITTADINI E PALAZZOGià, mai come in questo periodo di tarda seconda repubblica si assiste al crescere dell’indice della differenza tra le prospettive del popolo e quelle del Palazzo. Non è questione solo del rapporto tra cittadino e casta politica. La sensazione diffusa è che nel suo complesso i partiti, fatte le giuste differenze, non riescano proprio a comprendere che i cittadini chiedono il buon esempio e gente competente che sappia fare le cose giuste nell’interesse di tutti. Detta così è roba da poco. Ma dal 2008 ad oggi lo spread tra cittadini e palazzo sembra aver raggiunto il punto di default: non siamo ai forconi, ma poco ci manca.SPREAD RECORD TRA NORD E SUDFiumi di parole su libri, giornali, ricerche: il divario tra il Nord e il Sud del paese è e resta la maggiore criticità del nostro sistema nazionale. È come se chi governa non comprenda che un sistema a due velocità come quello italiano amplifica le differenze. Certo anche in questo caso gli analisti indicano troppo spesso le politiche mancate e dimenticano di evidenziare i ritardi atavici e le responsabilità delle classi dirigenti locali. I governi, tutti ahinoi, hanno sempre immaginato un “piano sud” salvo non riuscire mai ad apportare interventi significativi. Spread a livelli di guardia e default dietro l’angolo.E LO SPREAD TRA CATANESI E AMMINISTRATORI?Ultima provocazione. Non esiste un parametro certo ma la sensazione è che l’andamento dello spread tra i cittadini catanesi e l’amministrazione che li governa sia altalenante. C’è tensione nei mercati, si direbbe in economia. La situazione politica in città è improntata ad una certa confusione. Non ci sono agenzie di rating per consentirci di fare una proiezione di outlook positivo o negativo. Tuttavia le prossime settimane, anche dalle nostre parti, potranno indicare se ci sarà una effettiva ripresa di fiducia da parte dei cittadini di Catania o se permarrà la situazione di attuale deficit di rappresentanza.Ci abbiamo giocato un po’, utilizzando una parola di dominio pubblico per iniziare la discussione sulle ‘differenze’ che fanno riflettere sull’attuale situazione economica e politica. Avremmo potuto parlare dell’odioso spread tra i lutti di Genova e quelli dell’alluvione del messinese; avremmo potuto giocare sullo spread tra la destra politica e le scelte di fini o tra il governo che gli italiani e i siciliani hanno oggi e quello che avevano scelto alcuni anni fa. Il gioco è aperto al contributo di tutti. Si accettano proposte e provocazioni.

Iena Nera


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