“Trantinate”: il sindaco metropolitano diserta il 25 aprile, a Catania e a Grammichele


Pubblicato il 27 Aprile 2024

di iena marco pitrella, iena col drappo rosso

Vero è che per il 25 aprile, in occasione dei festeggiamenti per la Liberazione, Enrico Trantino, sindaco della città metropolitana di Catania è risultato assente: dunque è sindaco che non c’è stato.

Che poi Trantino sia esponente di Fratelli d’Italia non è particolare di poco conto.

Non c’è a Catania e non c’è a Grammichele, Trantino.

Quest’anno, infatti, è stato il Prefetto, Sua Eccellenza Maria Carmela Librizzi, ad aver scelto proprio Grammichele, cittadina nota per la piazza esagonale, per celebrare il 25 aprile.

Del resto, è data questa assai importante, e come si conviene, erano presenti in tanti a ricordare che 79 anni fa c’è stato chi, tra cattolici, comunisti, socialisti, repubblicani e liberali dal fascismo, c’ha liberati.

Ed Enrico Trantino? Invitato, in quanto sindaco metropolitano, è risultato assente: è quindi sindaco che non c’è stato.

Presenti in tanti, dicevamo, in quel di Grammichele: dal Prefetto, naturalmente, accompagnata dal Contrammiraglio Antonio Ranieri, al presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi.

Il sindaco Pippo Greco e la sua giunta a far gli onori di casa; con la baby sindaco, Alessia Francesca Distefano e gli studenti dell’istituto comprensivo “Galilei.Mazzini” che hanno eseguito l’inno di Mameli, guidati dai docenti Rosalba Terranova e Marco Micca.

Presenti in tanti tra gli altri sindaci, da Fabio Roccuzzo sindaco di Caltagirone a Giovanni Burtone sindaco di Militello, con la medaglia al petto del padre, Giuseppe, che fu partigiano, nome di battaglia Capitano Morello, a Giovanni Spata di Mazzarrone a Giuseppe Mistretta di Mineo a Cono Calaciura sindaco di San Cono.

E ancora, presenti il vice sindaco di Bronte, Salvatore Pizzuto e il vice sindaco di Licodia Eubea, Benedetto Interligi.

Presente ovviamente l’Anpi e le autorità militari; presenti i deputati regionali, Ersilia Saverino e Giuseppe Lombardo, e gli ex deputati Pippo Compagnone e Michele Cappella: in fondo, è “solo” il 25 aprile, la festa della Liberazione.

Ed Enrico Trantino? Invitato, ripetiamo, in quanto sindaco metropolitano, è risultato assente: è sindaco che non c’è stato.

Avesse mandato un sostituto non staremmo neanche a parlarne … che ne so, un congiunto, magari Ivan Albo, il cugino consulente in quella che fu la ex provincia, oggi appunto città metropolitana, pare s’atteggi a presidente.

Assente a Grammichele dove avrebbe avuto l’obbligo d’esser presente e assente a Catania dove è “semplicemente” il sindaco … e basta.

Del resto, lo si apprende dal comunicato, a deporre la corona d’alloro nel sacrario ai caduti a Palazzo degli Elefanti, il vice sindaco, Paolo La Greca; almeno a Catania il sostituto c’è stato, sennò pareva male.

Da tradizione, presenti il prefetto, l’Anpi, Giovanni Burtone, i sindacati, le associazioni dei combattenti, le altre autorità, l’arcivescovo e il questore; come a Grammichele l’assente è sempre uno, lui: Enrico Trantino.

Di che stupirsi? basterebbe leggere l’intervista rilasciata a “LiveSicilia” dello scorso anno, dove lo stesso Trantino ha avuto il coraggio di dire: “condanno le leggi razziali e tutto quello che venne fatto dopo il 1939. Ma se guardo con distacco, capisco che tutto deve essere analizzato nel contesto storico in cui si verificò. Quel che so di certo è che per la mia indole e natura se io fossi vissuto all’epoca, sicuramente sarei stato un antifascista”.

Ora, tralasciando che il 25 aprile di quest’anno era il primo anno da sindaco e con la presenza avrebbe potuto dimostrarlo quel che dell’intervista è l’ultimo passaggio “sarei stato un antifascista”.

Di grave c’è piuttosto l’aver detto “condanno tutto quello che venne fatto dopo il 1939”.

Come se prima, dalla marcia su Roma del 1922 in poi, Mussolini abbia fatto “cose buone”.

Eccole alcune delle “cose buone”: dal delitto di Giacomo Matteotti a Antonio Gramsci, lasciato morire in carcere; dallo squadrismo alla legge Acerbo, passando per la soppressione delle libertà: tutto questo è accaduto prima e non dopo il 1939.

Perciò assente a Catania e assente a Grammichele, Trantino.

Forse che forse, però, ha ragione un amico con cui ieri facevo chiacchiere da bar: “mbare, ma se il sindaco se la spacchìa che gira col motorino, me lo vuoi dire come ci doveva arrivare a Grammichele?” Come dargli torto.


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