Utero in affitto: l’ex presidente dell’Arciggggay conferma, tradendosi, che è sfruttamento


Pubblicato il 03 Settembre 2018

In risposta a un comunicato della Lega, a firma di Fabio Cantarella e Stefano Candiani, che definiva “una vergogna” la registrazione dell’atto di nascita al Comune etneo di due gemelli comprati, pardon nati, in America, da due “padri”, è intervenuto su l’Urlo.info Giovanni Caloggero, ex presidente di Arciggggay, sostenendo che il primo a utilizzare la pratica dell’utero in affitto sia stato Abramo, il patriarca raccontato nel libro della Genesi. “La moglie Sara – ha detto Caloggero – non avendo figli, consegnò al marito, Abramo, la sua serva”.

Una “serva”, dunque. Più che una smentita le parole di Caloggero suonano come una conferma di “cosa”, piuttosto, l’utero in affitto renda la donna: una “serva”, appunto, che, per utilizzare il linguaggio che l’ideologia impone, porta avanti la “gestazione per conto d’altri”, di quelli che il figlio hanno acquistato, magari a buon mercato.
Nel dramma, poi, la farsa del sindaco Bianco, a permetter la registrazione di ciò che dalla legge (anche di natura) è vietato, ci mancava proprio: due padri, genitore 1 & genitore 2, per due bebè e la madre a far da “serva” di chi spaccia diritti per capricci. Ecco la famiglia arcobaleno. Del resto, che i figli nascano dal piacere senza peccato di un uomo e di una donna è, tutt’ora, cosa buona e giusta. “Serva” Caloggero. “Tu lo dici”.


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