Catania “Posti e Legalità all’italiana”, interviene il Codacons: “scontro alla Camera di Commercio. Vergogna, vergogna, vergogna. La candidatura di Tanasi segno di rottura contro scambi di potere e poltrone”


Pubblicato il 15 Aprile 2014

Presa di posizione dell’associazione di tutela dei consumatori…

ancora una volta si è data una tristissima immagine del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Catania. Il Codacons- afferma l’avvocato Giovanni Petrone Presidente regionale- esprime il proprio disappunto per quanto avvenuto affermando che i giochi di potere alla fine hanno vinto e con le dimissioni dei dodici consiglieri che rappresentano il settore del commercio si apre una fase che potrebbe portare facilmente allo scioglimento del Consiglio e a un nuovo commissariamento.

Mancano gli accordi, manca la volontà di servire un territorio e un tessuto produttivo che necessita di rilancio per dare spazio invece a vere lotte per conquistare potere e poltrone. La maggioranza, espressione della categoria degli industriali, non ha voluto accorarsi con la contropartita dei commercianti che, costretti a non avere ruoli, ha deciso di rompere tutto attraverso le dimissioni di tanti consiglieri che hanno ridotto a meno di due terzi i consiglieri in carica impedendo quindi l’elezione del presidente e rimettendo la stessa vita del Consiglio nelle mani della Regione Siciliana che adesso deve decidere se sostituire i dimissionari o procedere, come appare probabile, allo scioglimento del Consiglio.

Il Codacons aveva prospettato la soluzione della terza forza indipendente attraverso la candidatura del proprio Segretario Nazionale Francesco Tanasi, ma evidentemente non è stata ritenuta una soluzione adeguata perché avrebbe costituito una rottura rispetto agli scambi di potere e poltrone per cui meglio andare via tutti. La citta e la provincia invece delle risposte che lecitamente si attendono hanno avuto l’ennesimo schiaffo da parte di chi dovrebbe rappresentarle dal punto di vista economico e produttivo. Una vergogna con un epilogo che offre un’immagine di profonda decadenza.

 


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