CATANIA: UNA CITTÀ DOVE LA MAFIA DOMINA CON IL CONSENSO DELLA MAGGIORANZA


Pubblicato il 20 Dicembre 2025

Sono stupito che ancora qualcuno, trai più avveduti almeno e meno allocco della media, abbocchi alla narrazione di una Catania rilucente e sprigionante vitalità, progresso, ricchezza. Tra bellezze naturali ed allure da metropoli del Mediterraneo immersa nelle fragranze dello street food e nel vociare da suk arabo della fiera cittadinaMi rendo però conto al contempo che tutti i cantori del potere locale- ufficiali e non – sono coagulati proprio per promuovere la tranquillizzante versione di cui sopra che descrive Catania alla stregua di una perla adagiata alle falde dell’Etna regina della notte e nutrice di una gioventù vogliosa di vita. E queste campagne fake cosi abilmente orchestrate penetrano in maniera pervasiva tra cittadini disinformati, distratti – quantunque taluni con livelli d’istruzione superiore alla media – oltre che bisognosi di consolazione o di qualcosa a cui aggrapparsi 
La realtà è molto diversa da questa bucolica e farlocca storiella. È quella di una città che tocca sprofondi terrorizzanti ed angoscianti per chi conosce Catania nelle viscere e non certo attraverso l’immagine falsa e posticcia propalata dagli interessati servitori dei potentati locali . Una città del tutto priva di opinione pubblica stordita da organi di stampa che allestiscono un finto dibattito ignorando scientemente i mali profondi di un contesto urbano in pieno e devastante disfacimento. Con una mafia così aggressiva e penetrante da fare apparire gli anni 80 una passeggiata di salute. 
I clan comandano su tutto il sistema economico che controllano dall’interno con la forza di capitali sterminati con cui investono sul territorio in una tale quantità di attività da rappresentare la maggioranza assoluta in più di una filiera. La libera imprenditoria é ridotta ad una realtà parcellizzata destinata a soccombere per la concorrenza sleale del moloch mafioso o a fronteggiare la protervia dei clan che la taglieggiano senza che siano ammesse eccezioni di sorta.

E questo Leviatano invincibile domina anche il mondo del web vendendosi come il migliore degli stili di vita possibile : chi amministra per conto dei clan attività economiche traboccanti di utili è considerato l’emblema di un way of life vincente con possibilità economiche sterminate, una starlette al fianco che piega docile le camicie dell’affiliato di turno, una villa sul lungomare stracolma di servitù ed orde di ingenuotti che ne insalivano le azioni su social ormai sempre più dominati dal soft power mafioso propagandato sulle note del neomelodismo fattosi pop. 
Non c’è spazio per alternative reali in un contesto in cui i quartieri popolari offrono a pochi euro una manovalanza infinita per i veri padroni di Catania pronti a servirsi della disperazione di chi per portare un piatto caldo a casa non si periterà di dedicarsi allo spaccio per 100 euro al giorno un quinto, se non di più, di quanto un giovane viene retribuito mensilmente per consegnare pizze in un asporto. 
É il quadro di una Catania fallita divenuta solo dormitorio per turisti low cost epitome del degrado di un pezzo di Italia che non si limita ad arrancare o a zoppicare ma che è già morto e sepolto spesso senza rendersene conto e può solo limitarsi a servire tavola calda – troppo spesso con ingredienti scaduti – a turistuncoli delle tasche semivuote che occupano b&b abusivi. 
Non c’è soluzione né speranza in una comunità che si é immolata non solo per paura, ma troppo spesso per opportunismo o financo convinzione al potere dominante. Profumato di dopobarba, azzimato come certi colletti bianchi, ben rasato ed a bordo di una roadster scintillante il nuovo mafioso è il modello perfetto per la mia città. Che a lui si inchina ossequiosamente disposta a raccogliere le poche briciole che getterà dalla sua tavola imbandita
Sino alla prossima celebrazione social. 
Saluti senza speranza,

Luca Allegra.


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