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Giornalismo e immigrazione, Catania: “Mai dire clandestino” e la Carta di Roma
Pubblicato il 06 Settembre 2013
Ecco il consuntivo dell’iniziativa della segreteria provinciale dell’Assostampa…
Mai scrivere “vucumpra”, “clandestino” “extracomunitario”: sono termini dal contenuto razzista e giuridicamente sbagliati. Extracomunitario, infatti, è anche lo svizzero, il sanmarinese o i cittadino statunitense. Clandestino non indica uno status giuridico, molto più corretto è dire migrante senza documenti o, peggio ancora, etichettare i richiedenti asili come clandestini.Sono solo alcuni casi di una terminologia spesso usata con superficialità tra i media e, di conseguenza, dai cittadini. Per fare chiarezza sugli aspetti deontologici e giuridici, la segreteria regionale e provinciale dell’Assostampa, il sindacato unitario dei giornalisti, hanno organizzato (nella foto un momento) a Catania un incontro con due colleghi che hanno illustrato il codice deontologico della “Carta di Roma” e i suoi riflessi, sia a livello di sanzione dell’Ordine, sia di natura penale.Raffaella Consentino, giornalista free lance, collaboratrice di Repubblica.it e Gianluigi De Vito, esperto di migrazioni e minoranze, della Gazzetta del Mezzogiorno, introdotti da Alberto Cicero e Daniele Lo Porto, rispettivamente segretario regionale e provinciale di Assostampa, per oltre due ore hanno spiegato differenze giuridiche e sostanziali e la terminologia relativa e risposto alle domande di una folta e partecipe platea di giornalisti, di varie testate.L’incontro, al momento l’unico in Sicilia, è stato organizzato proprio per il costante verificarsi di sbarchi di migranti sulle nostre coste e per la presenze di strutture di accoglienza e di identificazione.Tutto il materiale informativo può essere scaricato dal sito www.cartadiroma.org.



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