Lettera all’organo della controrivoluzione Ienesicule. Da parte degli eredi di Leon Trotsky, deceduto in imprecisate circostanze a Città del Messico nel 1940


Pubblicato il 14 Luglio 2023

Gioiamo e partecipiamo tutti quanti alle notizie dell’affermazione della Rivoluzione dentro la Camera del Lavoro di Catania, finalmente trasformata nel Soviet di via Crociferi.

Grazie alla perentoria mobilitazione della punta di diamante delle forze democratiche, sul pennone del Soviet di via Crociferi sventola ora la bandiera rivoluzionaria delle “scelte di vita”.

Un drappo che trasuda sudore&opportunismo allo stato puro. Sangue&Arena, Lotta&Tenacia, Ciotola&Pane per fare la sintesi rivoluzionaria.

Dalla teoria alla prassi, dall’applauso dall’applauso, non importa chi, basta che stia in Alto. Insomma, una fulminante serie di “scelte di vita”. Scelte sofferte, maturate in notti insonni passate alla luce delle candele per verificare prospettive rivoluzionarie e percentuali sul mutuo, progetti di trasformazione/modifica della società e bollette/rate di società, ma sempre con l’obiettivo finale del socialismo. Da perseguire con il giusto posizionamento.

“La rivoluzione permanente”: non a caso i compagni che hanno preso il potere al Soviet di via Crociferi a Catania vengono da questa tradizione.

Su tutto, quindi, la Rivoluzione, per la quale sacrificare tutto, persino la dignità. Che o è rivoluzionaria o non è.

Come accade nelle organizzazioni rivoluzionarie serie, gli esempi vengono uno dopo l’altro. Chi potrebbe dire qualcosa su un compagno doc come Giovanni Pistorio, già nella segreteria -ma in funzione rivoluzionaria- della segreteria dello “zarista” Giacomo Rota? Chi potrebbe proferire vocale su Pistorio che antepone sempre la fede politica e sindacale alle piccole opportunità di posizionamento? Chi si azzarderebbe a parlare di un Davide Foti, impegnato da anni in un’opera di tenace Resistenza sulle montagne e sui lidi catanesi, dal rifugio Sapienza fino alla sabbia della Playa? Come ricordare Foti nella sua vicinanza al “rotismo”, ma sempre in funzione della “rivoluzione permanente”.

Chi non ricorda ancora la foto di Foti e Pistorio con la divisa cubana, pronti ad assaltare il Palazzo d’Inverno, o meglio la sede regionale della perfida borghesia imperialista? Mancava Fulgencio Batista quel giorno, ma a farne le veci e altro furono due pericolosissimi vigili urbani di Catania.

Ma di fulgidi esempi ce ne sono a bizzeffe: come non ammirare quel Giuseppe D’Aquila che già da ragazzo, nella Cisl catanese, progettava la “rivoluzione permanente”?

O ancora la vita in salita, sempre contro il Potere di Giuseppina Rotella? Anche lei nella prospettiva del socialismo. E come dimenticare Giuseppe Glorioso? Una volta -si narra- fece una dichiarazione perentoria davanti ad uno specchio. L’effetto fu che lui stesso si chiese: sono io o un altro? Sempre nella prospettiva del socialismo.

Sulla stessa linea il “neocomandante zapatista” Salvo Leonardi, passato dalle “tempeste” della Filcams di Catania e oggi anche lui in prima linea della Rivoluzione?

Insomma, nelle varie fasi della “rivoluzione permanente” li ritroverai sempre: presenti nella fase zarista, presenti in quella democratica-borghese, presenti in quella socialista, e soprattutto presenti in quella del “tengo famiglia”.

E che dire della vita sofferta dei compagni dell’opposizione trotzkista: gente che ha rischiato la vita, magari lottando nei collegi dei docenti contro gli Odg della Reazione o cercando di trovare la chiave giusta per aprire una sezione in periferia, malgrado le perfide manovre del “rotismo”. Eroismo d’altri tempi. Vite difficili come quelle passate nello Spi Cgil. Naturalmente, senza che mai uno straccio di documento attestasse le trame controrivoluzionarie dei nemici del popolo asserragliati nei Caffè del centro storico: erano troppo presi dalla prospettiva della “rivoluzione permanente” per fare banalità del genere.

Onore, quindi, a questi puri rivoluzionari, a uomini che sanno dire No e sanno dire Sì, ma sempre nella prospettiva della rivoluzione, come Vincenzo Cubito, ex operatore di patronato, ragazzo semplice e puro, divenuto segretario confederale -evidentemente in funzione rivoluzionaria- grazie allo “zarista” Rota.

La controrivoluzione della borghesia imperialista e della destra staliniana al grido “Il socialismo in un solo paese” è sempre dietro l’angolo,

ma la bandiera delle “scelte di vita” ha dei reggitori indefessi.

Viva la Rivoluzione, viva il Saldo delle Bollette e del Mutuo.

Gli eredi di Leon Trotsky.

Satira, la realtà è peggiore.


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