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Mafia & Politica. Imprenditore si toglie maglietta in aula per sconfessare pentito: non ha il tatuaggio
Pubblicato il 01 Ottobre 2011

Si è verificato un simpatico colpo di scena nel corso dell’ultima udienza del processo “Iblis”, l’inchiesta partita da una capillare indagine sviluppata dai carabinieri del Ros su mafia, imprenditoria e politica.
Uno dei 53 imputati, l’imprenditore Giovanni D’Urso, s’è svestito in aula per sconfessare il pentito Eugenio Sturiale che lo ha accusato di collusioni. Secondo il collaboratore di giustizia, D’Urso avrebbe dovuto avere sul corpo un tatuaggio raffigurante una spada. Quest’ultimo, pertanto, nel corso delle spontanee dichiarazioni rilasciate davanti al GUP Alfredo Gari per ribadire la propria estraneità ai fatti, si è tolto la maglietta per dimostrare di non avere alcun tatuaggio.
D’Urso, arrestato nel novembre del 2010, era poi stato scarcerato dalla Corte di Cassazione, che aveva annullato con rinvio l’ordine di arresto, insieme a quello di altri due imprenditori Rosario Ragusa e Felice Naselli, e dell’avvocato civilista Agatino Santagati. Il Tribunale del Riesame di Catania aveva invece confermato le ordinanze di custodia cautelare per tutti e quattro gli indagati per presunte infiltrazioni mafiose nella realizzazione del centro commerciale “La Tenutella”. Comunque, D’Urso è ancora detenuto a Bicocca.
Ricordiamo che l’Accusa in giudizio è sostenuta dai pubblici ministeri Carmelo Zuccaro, Agata Santonocito e Antonino Fanara.



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