“Metropolitanopoli”: arrivano gli “espropri di urgenza”


Pubblicato il 26 Marzo 2024

Un pezzo di campagna, un casello abbandonato, una grotta di scorrimento, 80 alberi di ulivo centenari: qui ieri sono arrivate le ruspe per un esproprio esecutivo ed hanno raso al suolo tutto, senza preavviso, senza neanche una raccomandata, perché si trattava di un esproprio di urgenza, per realizzare un “parcheggio scambiatore” a servizio della nuova fermata “Gullotta” della linea “metropolitana” tra Misterbianco e Paternò.

A raccontarcelo è Graziella Puleo, proprietaria di 16 mila metri quadrati di terreno comprati 67 anni fa dal padre, in Contrada Erbe Bianche (Misterbianco), e che lei stessa ha curato e coltivato con le proprie mani. Fino al 1° febbraio scorso, quando dietro al cancello ha trovato la lettera di avviso dell’esproprio. A nulla sono valse le tempestive richieste di non danneggiare gli ulivi centenari, affinché potessero venire trapiantati in un altro terreno di sua proprietà: sono stati tutti brutalmente estirpati ed accatastati il giorno dopo.

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La sua è una delle tante incredibili storie che in questi giorni stanno interessando gli abitanti tra Misterbianco e Paternò, a causa dei lavori per la “nuova” infrastruttura.

La caratteristica di somma “urgenza”, tanto da rendere troppo dispersiva una lettera con raccomandata, non ha nulla a che vedere con rischi di calamità, tutela della salute pubblica, dell’incolumità collettiva, o altre simili questioni, ma solo con il rischio di perdere il prodigioso (730 milioni) finanziamento del PNRR, per ottenere il quale i lavori dovrebbero essere inderogabilmente conclusi entro il 2026.

Il destino di quel terreno però era stato già segnato molto tempo prima: come altre manovre analoghe – non ultima quella del “Primo Rapporto PUMS” (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) scritto di nascosto (illegalmente) nello stesso periodo dell’anno precedente per ottentere il finanziamento – il colpo di mano era avvenuto durante le vacanze di Natale, in una seduta convocata (ovviamente) d’urgenza la sera del 23 dicembre 2021. Senza alcun piano della mobilità (il PUMS, obbligatorio per questo genere di opere, fu poi annullato e non era stato ancora riavviato), il Consiglio Comunale di Misterbianco – appena ricostituisto dopo anni di commissariamento per mafia – in quella seduta approva una variante al piano regolatore, per un ampio “parcheggio scambiatore” su quel terreno:

Deliberazione Di Consiglio Comunale Misterbianco N 12 del 23/12/23021

Il terreno, per inciso, è adiacente alle collinette basaltiche ritratte dal pittore francese Jean-Pierre Houël durante il suo viaggio in Sicilia all’epoca dei celebtri Grand Tour, su cui si trovano i ruderi di una villa Romana e tracce di un insediamento greco, e la zona era stata interessata in passato da altre manovre non troppo limpide, come la discutibile modifica da parte del Comune di Misterbianco dei vincoli imposti dalla Soprintendenza, per consentire l’edificabilità (manco a dirlo), ma quella è un’altra storia.

Ci troviamo nelle campagne suburbane da sempre attraversate dalla Circumetnea, dovefra poche settimane il binario storico di superficie della ferrovia sta per essere dismesso per cedere il posto, in anticipo (a giugno?), ai cantieri della “metropolitana”. Quella littorina vintage sta espletando uno delle 10 corse al giorno rimaste, visti i drastici tagli di questi anni perché, dicono i dirigenti, non c’è più richiesta, e quindi nel 2020 hanno più che dimezzato il servizio. Ma, per una sorta di strategia della “compensazione”, contemporaneamente hanno deciso di raddoppiare il binario. E cosa c’è di meglio di un bel parcheggio per completare l’opera?

Cui prodest recarsi in macchina proprio lì per prendere la metropolitana però è difficile da immaginare, anche perché lo svincolo sulla statale 121 è stato imperativamente bocciato dall’ANAS e non si farà (che poi era comunque dal lato sbagliato, in direzione Paternò) quindi per arrivare al parcheggio dalla SS 121 bisogna entrare a Misterbianco ed attraversare mezzo paese (in verde il percorso in auto dalla statale).

Ecco qui la tavola del progetto definitivo (non chiedetemi perché non è orientata a nord): via gli alberi e largo al parcheggio, in attuazione della “mobilità sostenibile”.

Ma non volete vedere in anticipo dal vivo come diventeranno quelle aree quando (se) verrano terminati i lavori?

Non serve né l’intelligenza artificiale né la sfera di cristallo, basta recarsi a Santa Maria di Licodia, Biancavilla o Adrano, dove la Circum è già stata in parte interrata (“attrezzata”, come spesso dicono, ovvero predisposta per essere convertita in “metropolitana”) per ammirare uno dei nuovi “parcheggi scambiatori” mai entrati in funzione:

A giudicare da quello che è successo qui, tutti questi soprusi agli abitanti, questa violenza al territorio, queste terribili colate di cemento, non sono servite a migliorare la mobilità, anzi: basti pensare che il tempo di percorrenza è rimasto invariato, ma prima di quei lavori c’erano oltre trenta treni al giorno, oggi ne passano solo una decina, per non parlare della completa assenza di ascensori, scale mobili (che prima, in superficie non erano necessarie), delle riduzione del personale, dell’assenza di biglietterie e di qualsiasi informazione (i tabelloni elettronici non sono stati mai collegati), etc etc. E alcune delle nuove stazioni – ormai visibilmente fatiscenti, come Biancavilla Poggio Rosso – sono state già “temporaneamente” chiuse (come già visto per la stazione Porto, “temporanemante” chiusa dal 2016).

Forse la violenza più grande alla fine l’hanno subita e la subiranno proprio gli utenti.

Chi o cosa può aver reso ammissibile affidare questi nuovi lavori agli stessi che hanno realizzato e gestiscono quei capolavori?

Attilio Pavone.


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