Spettacoli e cultura, Roma X: ritorno completato dal Festival alla Festa


Pubblicato il 27 Ottobre 2015

di Gianmaria Tesei

La Festa del Cinema di Roma è giunta alla sua decima edizione, svoltasi  tra il 16 ed il 24 ottobre, con il consolidamento della formula ( già accennata nel recente passato e tipica delle prime edizioni) della “festa”, con una chiara linea guida senza una classica suddivisione per sezioni  (lasciando il posto ad un’unica selezione ufficiale)  e caratterizzata dall’assenza di una vera giuria tecnica, sostituita ,così come avviene a Toronto, dal giudizio insindacabile dell’insieme dei fruitori finali del prodotto filmico ossia il pubblico.

Gli spettatori dell‘Auditorium Parco della Musica di Roma hanno consegnato il trionfo, conferendo il “Premio del Pubblico BNL”, a “Angry Indian Goddesses” di Pan Nalin ( si ricordi il documentario “Ayurveda: Art of Being “) con il cast costituito  da Sarah Jane Dias, Sandhya Mridul, Tannisththa Chatterjee, Amrit Maghera, Pavleen Gujral, Anushka Manchanda, Rajshri Deshpande. Il film rappresenta Il primo “Buddy movie” indiano al femminile riuscendo a fornire un affresco vivace e brillante dell’universo femminile nell’India odierna.

La stagione X della kermesse capitolina  nel suo complesso ha mostrato una buona selezione di pellicole straniere ( alcune delle quali già rodate dalla loro presenza nei festival di Toronto, New York e Londra, scelta da non tutti condivisa) ed italiche, che ben rappresentano il suo rimodellarsi identitario sul piano triennale del nuovo direttore artistico Antonio Monda . Quest’ultimo ha strutturato un festival-festa  adatto ad un pubblico che ,attraendo trasversalmente il corpus degli appassionati, abbraccia quello dei cinefili spingendosi fino  allo spettatore occasionale , anche se l’evento appare meno accattivante per coloro i quali subiscono la fascinazione del glamour e dei lustrini che avevano permeato le edizioni precedenti, anch’esse ricche di idee interessanti ma modulate su un ‘impostazione di fondo diversa.

La nuova visione organizzativa si è mossa seguendo l’intento di coagulare diversi modelli , concezioni  e formati di cinema, sia esso indipendente o no, coinvolgendo il documentario breve e lungo, la fantascienza (come “The Whispering star”) , le sperimentazioni e le serie tv (come “Fargo”) , con un occhio al mainstream ed al web ,creando un percorso non rigidamente definito, con il fine di consentire ad  ogni spettatore di scegliere tra i vari aspetti dell’evento attagliandoli  al proprio personale gusto . L’equipe guidata da Piera De Tassis (presidente), Lucio Argano (direttore generale),  dal già citato Antonio Monda e  Mario Sesti (coordinatore del comitato di selezione),  ha fatto  cronologicamente principiare la manifestazione con il film “The Truth” di James Vanderbilt ,pregiato da un cast di tutto rilievo composto da  Robert Redford, Cate Blanchett, Elisabeth Moss, Topher Grace, Dennis Quaid. Il film, ispirato alla storia vera della giornalista e produttrice televisiva della CBS Mary Mapes ed il famoso anchorman Dan Rather, poggia su un attualissimo (2008) intrigo giornalistico politico ben interpretato dal suddetto cast.  

Stona l’assenza sul red carpet dei protagonisti, soprattutto di Redford apparso unicamente tramite un video messaggio.  Tra le pellicole straniere di grande interesse si segnala “Freeheld” di Peter Sollett con Julianne Moore (ottima), Ellen Page (davvero brava e che da poco ha fatto un “coming out” che insensatamente in passato ha ridotto prospettive di carriera ad attori quali Rupert Everett ed altri), Michael Shannon, Steve Carell, realizzazione cinematografica incentrata sulla vera storia d’amore della detective  Laurel Hester , malata di cancro e desiderosa di ottenere l’attribuzione della propria pensione alla sua compagna  Stacie Andree . In questa difficile battaglia le due donne sono strenuamente appoggiate dal detective Dane Wells e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein , che con loro fronteggiano i funzionari della Contea di Ocean, detti “freeholders” (proprietari), fermamente contrari alle istanze della detective.  “Fauda”, di Assaf Bernstein, ci guida coraggiosamente, attraverso 12 episodi, ad una visione delle diverse anime che popolano il conflitto israelo-palestinese. 

Nel trentennale di “Ritorno al futuro” ed anche della data che portava il protagonista della celebre saga nel “suo “ futuro (21/10/2015), il suo creatore, Robert Zemeckis , ha reso sovrano protagonista il funambolismo con “The walk 3D”, pellicola celebrativa dell’impresa compiuta il 7 agosto del 1974 da Philippe Petit, capace di camminare su un filo sospeso tra le ( tragicamente ormai distrutte) torri gemelle di New York. Il regista, servendosi di un cast ben strutturato (Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon, James Badge Dale)  ha saputo dare una grande prova di poetica cinematografica e grande capacità di finezze e moduli di stile filmici espressivi nel penetrare “quel teatro di cielo” ( come ha detto lo stesso Petit) che nel suo diventare locus d’azione e d’anima  si apriva anche a squarci d’emozioni tra un pre ed un post 11/09 , con il suo portato di commozione e turbamento  e luttuoso adombramento  ancora pesantemente aleggianti  sulla vita degli americani, un 11/09 che quelle torri evocavano nella loro presenza ed evocano nella loro assenza odierna.

Una sempre bellissima Monica Bellucci è stata protagonista di “Ville Marie” di Guy Édoin. Anche se ha sicuramente destato maggiore interesse il suo potente fascino da autentica diva e l’essere diventata la prima “Bond Lady” in “Spectre”( dal 5 novembre nelle sale ) nella ventiquattresima produzione filmica legata al famoso 007. (L’attrice italiana è inoltre protagonista in “On the Milky Road”, il nuovo film di Emir Kusturica,nel quale ha recitato addirittura in serbo.)

Nella selezione ufficiale costituita da 37 titoli tra lungometraggi, documentari e serie tv  si sono evidenziati anche “The end of the tour “di James Ponsoldt, sul celebrato autore David Foster Wallace, il documentario “Junun”, di Paul Thomas Anderson con il chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood; il film danese “Land of Mine”, opera-prima del regista Martin Zand-Vliet, narrante un momento  minore relativo alla Seconda Guerra Mondiale; il film argentino “Eva non dorme” di Pablo Aguero, con Gael Garcia Bernal (la Eva del titolo è Evita Peron); “Room” di Lenny Abrahamson (acclamatissimo al festival di Tornto);  “Office 3d” di Johnnie To.

La cinematografia italiana si è affermata per l’opera prima di Gabriele Mainetti  “Lo chiamavano Jeeg Robot d’acciaio”, autentica rivelazione  con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, IleniaPastorelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei.  Un buon riscontro anche per  “Showbiz” di Luca Ferrari e “Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini con un cast significativo (Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese, lo stesso  Sergio Rubini). Protagonista della pellicola italiana più attesa e, forse , più compiuta ossia “Alaska”, un radioso Elio Germano ottimo  interprete del nuovo film di Claudio Cupellini insieme alla bellissima attrice francese Astrid Bergès-Frisbey,  non presente  purtroppo alla prima romana. La storia di un amore contrastato vissuto a Parigi tra un italiano che lavora come cameriere in un grande albergo ed una splendida ventenne aspirante modella è paradigma di un amore che vive dello stare insieme e del non potere davvero essere un tutt’uno se non quando si sono compresi e superati gli ostacoli che la vita possiede insitamente nel suo essere percorso non sempre facile, per chi come i protagonisti, sembra essere senza radici e con un futuro ancora da definire appieno.

Per  l’evento  “Incontri Ravvicinati” protagonisti sono stati, tra gli altri,  Frances McDormand e Joel Coen, l’attesissimo Jude Law, Paolo Sorrentino (con la proiezione della versione estesa de “La Grande Bellezza”, il  cui titolo iniziale, come rivelato dallo stesso regista, doveva essere” L’apparato umano”, tratto dal copione dell’amico attore Roberto De Francesco ) ; colui che ha progettato l’Auditorium parco della Musica , che da sempre ospita il festival-festa, ossia Renzo Piano; Wes Anderson e  Donna Tartt ossia  iI regista di “Tenenbaum”,” Moonrise Kingdom “e“Grand Budapest Hotel”  e la  scrittrice americana, vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa 2014 ; William Friedkin (il regista de “il braccio violento della legge ”, “ L’esorcista” e”Killer Joe”) insieme a Dario Argento ;Todd Haynes con il suo “Carol”; il maestro Riccardo Muti; Carlo Verdone e Paola Cortellesi.

Tra i vari segmenti dell’evento non facenti parte della selezione centrale  , in quello “omaggi” spiccano :” Hitchcock /Truffa ut” di Kent Jones, di sicuro appeal per i cinefili veri ; “Ricordando Pasolini” ,con “La voce di Pasolini” di Matteo Cerami e  Mario Sesti e “Paso lini. Il corpo e la voce” di M. P. Ammirati,  A. Colasanti e P. Marcellini , presentati ad evocare,a 40 anni dalla sua scomparsa,  il talento  e la vita dell’autore, regista e poeta , tra l’altro, di “ Petrolio”; passando per gli omaggi a Bergman, Corbucci, Scola, Rosi , Villaggio( simpaticamente presente con alcuni co-protagonisti dei vari “Fantozzi”); Frank Sinatra; i Fratelli Taviani; senza dimenticare la splendida copertina della festa affidata alla fulgente  immagine della bravissima compianta Virna Lisi.

Tra i momenti più toccanti sicuramente il flash mob di Medici Senza frontiere per i migranti che ha visto  stesi sul red carpet ,con addosso un giubbotto di salvataggio, cinquanta “naufraghi a focalizzare l’attenzione sul dramma che sta segnando il Mediterraneo e che costituisce”Il film che non vogliamo più vedere”.

 

PREMI ULTERIORI ASSEGNATI:

– il Premio come miglior film del concorso Young/Adult  Per la 13esima edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni è stato assegnato a “Four Kings”, opera prima della regista tedesca Theresa Von Eltz

 

– Il premio Taodue Camera d’Oro per la miglior opera prima è stato conferito a “The Wolfpack “di Crystal Moselle. (Menzione Speciale al film “Mustang “della regista Deniz Gamze Erguven)

 

 


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