“Voto in Sicilia, l’Ars che vorremmo”. Intervista esclusiva a Nuccio Condorelli candidato nella lista del Popolo della Liberta’


Pubblicato il 29 Settembre 2012

di Fabio Cantarella

Vi proponiamo un nuovo appuntamento con la nostra rubrica “Voto in Sicilia, l’Ars che vorremmo”, diretta a far conoscere ai lettori/elettori i candidati delle varie liste per il rinnovo del Parlamento siciliano che, secondo il nostro modesto parere di giornalisti d’inchiesta, riteniamo più meritevoli per coerenza politica, capacità professionali, impegno politico, trasparenza e onestà.

Oggi vi proponiamo una intervista esclusiva a Nuccio Condorelli, capogruppo del Popolo della Libertà in seno al Consiglio comunale di Catania. Catanese doc, 44 anni, sposato e padre di due figlie, Nuccio Condorelli è un medico chirurgo specializzato in Urologia e presta servizio nella Clinica Urologica dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania. E’ inoltre docente di Urologia nella Scuola di specializzazione dell’Università catanese. Eletto consigliere comunale a Catania per la prima volta nel 2000, è stato poi riconfermato dai catanesi nel 2005. Ha ricoperto il ruolo di capogruppo consiliare di Forza Italia e oggi guida il gruppo consiliare del Pdl.

Come nasce la sua candidatura alle regionali? A suo avviso cosa manca alla Sicilia per riprendere quota? Nasce dalla consapevolezza che è necessario un ricambio generazionale. Cambiare si può! Lo chiede la gente. Lo impone il momento storico. In Sicilia occorre cambiare il modo di fare politica. Si pensa, a mio avviso, troppo alla sopravvivenza della politica e poco o niente alla sopravvivenza della gente comune. Mi creda, in Sicilia in tanti vivono in condizioni di povertà estrema. La politica ha il dovere di mettere da parte le liti, le contrapposizioni, e dare risposte ai bisogni dei siciliani.

Lei guida il gruppo del Pdl in seno al Consiglio comunale di Catania: come giudica l’ultima legislatura etnea? Si poteva fare di più? Certo che si poteva fare di più. Anche in questo caso le diatribe politiche hanno frenato l’azione amministrativa, ma possiamo recuperare il tempo perduto. Esitare al più presto Prg, Prp e Pua sarebbe un bel segnale.

Secondo lei, quante chance ha, se eletto, d’incidere sulle future scelte? Non teme che i personaggi della vecchia politica possano infiltrarsi dappertutto e condizionare l’azione di governo? Il rischio c’è. Mi auguro, però, che il vento di cambiamento porti all’Ars facce nuove. Gente che ha voglia di fare il bene della Sicilia e dei siciliani.

Lei è un affermato e stimato medico che nella sua professione punta molto sulla prevenzione informando i cittadini sul tema: ma se eletto alla Regione cosa mirerà a prevenire? Le sue prime iniziative legislative quali potrebbero essere? Iniziative che aiutino le imprese a innovarsi e ad assumere forza lavoro. Interventi che rendano appetibile investire in Sicilia con strumenti mirati allo sviluppo del territorio attraverso l’utilizzo delle risorse comunitarie seriamente controllate.Cosa non le piace della macchina amministrativa regionale? Micciché sostiene che la burocrazia e i dirgenti regionali soffochino tutto: che ne pensa? Alla Regione ci sono troppi dipendenti. Occorre frenare le esternalizzazioni e le consulenze. Puntare a pensionamenti anticipati, ove possibile. Occorre poi avviare una ricognizione di tutte le figure professionali e renderle operative. Il personale va motivato e oculatamente incentivato. Occorre dare degli obiettivi e ancorare i benefit ai risultati raggiunti. Quanto alla burocrazia è vero: spesso a bloccare lo sviluppo sono gli uffici e qualche dirigente.Se dovesse convincermi a votarla che motivazione metterebbe sul tavolo? Le direi quello che mi ha detto una signora al mercato qualche giorno fa: “Lei mi dà fiducia. E’ chiaro quando parla ed è una persona semplice”. Io sono così. Io provengo da una famiglia sana e semplice: papà impiegato e mamma casalinga. Da loro ho imparato l’onestà, il rispetto, la trasparenza. Valori importanti, nella vita, nel lavoro e anche nell’impegno politico.C’è un deputato che ha apprezzato nella precedente legislatura? Perché? E un atto? Qualche parlamentare volenteroso c’è stato, ma nel complesso non mi pare che in questi quattro anni siano cambiate molte cose. Oggi è indispensabile eleggere all’ARS una pattuglia di deputati che si riconoscano per dedizione al lavoro, professionalità e tanta tanta onestà.I siciliani si lamentano spesso dei propri rappresentanti politici, ma tanti appena ricevono una promessa eccoli li a votare anche per diavolo: vero? Perché secondo lei? Perché non riflettono. Pensano al favore e non valutano la preparazione, la reputazione la storia personale e politica.La lingua siciliana a scuola? Sì o no? E perchè? Non la considero una priorità. Oggi bisogna imparare l’inglese, il cinese o l’arabo, altro che siciliano. Quello lo impari comunque vivendo il territorio e ascoltanto la gente comune che affolla i quartieri delle nostre città.Meglio il politico di professione o il professionista prestato alla politica? La politica deve essere una missione, non una professione.Agricoltura, artigianato, medie e piccole imprese: di loro non interessa più niente quasi a nessuno, ma si può rilanciarle? Come? Bisogna mettere in campo misure per aiutarle, ma sono contrario all’assistenzialismo statale. Le imprese devono competere con le idee, con l’innovazione, con l’investimento sulle persone, non possono fare affidamento soltanto sulle sovvenzioni statali. E questo vale per le piccole, le medie e le grandi aziende. Quest’ultime, tra l’altro, se gli affari vanno bene intascano i profitti, quando le cose vanno male chiedono aiuto allo Stato.Quali doti apprezza di più di Nello Musumeci, il candidato che lei e il suo partito sostenete alla Presidenza della Regione Sicilia? Ha dimostrato, coerenza e ha saputo fare della buona amministrazione. Ha lasciato un ottimo ricordo di se come presidente della Provincia Regionale di Catania ed ho imparato ad apprezzarlo direttamente come collega in consiglio comunale. Non nascondo che il periodo della sua azione amministrativa alla Provincia di Catania è stato il momento più favorevole e sono convinto che è la persona giusta. E aggiungo: è credibile.Ultima domanda: perché il nostro Statuto speciale alla fine è risultato meno speciale di uno statuto ordinario? Perché, purtroppo, esiste solo sulla carta.


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