Catania, caso Stancanelli. Da Roma sollecitazioni, ma Nino Strano dice: “sono e resto con Fli”. Allontanate le “sirene” berlusconiane


Pubblicato il 28 Ottobre 2011

L’atmosfera è “amletica”: quale poltrona? Senato o Comune di Catania? Da giorni si susseguono voci, illazioni, ipotesi, scenari, retroscena possibili: ma di certo occorrerà attendere, stasera, alle 20,30, con le parole, in consiglio comunale, del sindaco Raffaele Stancanelli. Stamane, il sindaco era in comune: volto piuttosto scuro, poche parole, ai cronisti che gli chiedevano “lumi” ha detto che stasera renderà noto la sua decisione. Già, ma se dovesse lasciare la poltrona in Senato, subentrerebbe a lui Nino Strano. Che è di Fli. Sta con l’ “odiato” -dai berlusconiani e non solo da loro- Gianfranco Fini.Sembra proprio che dal Pdl (da Gasparri?) siano arrivate “sollecitazioni” a Strano per un possibile “traghettamento” sotto le “bandiere” del Cavaliere. E lui? “Io sono e resto con Fli”. Poche parole ma senza esitazioni. Nino Strano parla chiaro. Ricorda male il nome del sindaco di Catania (“Ma chi è? Tomaselli?”) e dice di essere in partenza. Cosa accadrà stasera? “Non me frega niente”. Una dichiarazione vecchio stampo: alla faccia di chi vede in Fli “cedimenti” alla tradizione della destra italiana.Concludiamo con una famosa foto che pubblichiamo: cade il governo Prodi e Strano festeggia in Senato con mortadella e spumante. La domanda sorge spontanea: ora in caso di caduta del governo Berlusconi (o di Tomaselli, pardon Stancanelli) con cosa festeggerebbe?iena sfacciata


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