Catania “città degli amici”, Iacp: cosa “bolle” nel “pentolone nauseabondo”?


Pubblicato il 10 Novembre 2012

Ombre su concorsi, incarichi e dietro l’angolo…i processi della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica per la malagestione!Ancora notizie allarmanti per i cittadini onesti da un ente da anni emblema della pessima gestione della cosa pubblica.di iena senza casa Marco Benanti

Di recente, abbiamo scritto del concorso per dirigente dell’area legale all’Iacp di Catania. Una “gara” su cui non mancano ombre: nel suo svolgersi ne sono accadute non poche, di cose strane vogliamo dire. Sembra improbabile che si tratti esclusivamente di “errori” in buona fede e tanto meno di circostanze sfortunate. Intanto, la magistratura si è messa all’opera: indagano i carabinieri che avrebbero già chiamato qualcuno della commissione del concorso in oggetto…. Già, perché c’è qualcuno, come il candidato dott. Manlio Marini che ha segnalato alla Procura della Repubblica (e al commissario dell’ente) una serie di irregolarità nello svolgimento del concorso.Inoltre, stando ad un verbale di cui abbiamo già dato conto, anche il segretario della commissione, dovrebbe avere trasmesso alla Procura catanese, su disposizione del Presidente della commissione il prof. Agatino Cariola, il verbale del 26 luglio del 2011 da cui risulta che il giorno prima, lo stesso prof. Cariola nel corso di una telefonata dell’avv. Martino Patitucci, funzionario presso lo stesso istituto e partecipante al concorso, ha scoperto che stranamente il candidato era a conoscenza del numero assegnato alla sua prova scritta.Questi i fatti più recenti: intanto, nei corridoi dello Iacp di Catania, malgrado il silenzio e l’indifferenza che contraddistinguono la vita di ogni giorno, corrono voci di altri concorsi che sarebbero stati espletati in modo poco “trasparente”.Tutto ciò “casualmente” a poca distanza dalla fine del mandato del commissario straordinario, ing. Antonio Leone. L’incarico di questi fra poco scadrà: cosa accadrà? Il nuovo governo regionale, nato dalle elezioni del 28 ottobre prossimo, potrebbe scompigliare i giochi. Dopo le parole, vedremo i fatti…Ciò forse spiega le voci di una improvvisa fretta del commissario per “piazzare” un nuovo direttore generale –è circolato il nome dell’ing. Giovanni Spampinato del Genio Civile di Catania – e parrebbe che tale prospettiva abbia guastato i buoni rapporti tra Leone e l’ex direttore generale Santo Schilirò Rubino, oggi formalmente solo dirigente dell’area contabile. Ipotesi, però, negli ultimi giorni che sembra sia tramontata.Di certo, l’Iacp di Catania è commissariato – una condizione quella del commissariamento comune a molti altri enti regionali – da oltre quattro anni! Alla nomina del consiglio d’amministrazione non si è giunti: troppa conflittualità politica? Sembra proprio di sì. La verità che l’Iacp è un posto che “fa gola” alla politica e soprattutto alla “malapolitica”: ne è prova la storia di questo istituto. Una storia con tante pagine e trame di malaffare.Comunque, parrebbe che anche nelle prove scritte del concorso per dirigente dell’area tecnica (tenutesi il 3 e 4 settembre scorso) si sarebbero registrate delle anomalie: ne sentiremo parlare attraverso ulteriori ricorsi e denunce alla Magistratura? Il tentativo di fare passare come un episodio a sé stante la vicenda del concorso per dirigente dell’area legale si scontra con la realtà di un istituto che in generale rappresenta un caso emblematico di malagestione della cosa pubblica.D’altronde cosa bisognerebbe aspettarsi, quando il dirigente dell’area contabile preposta anche all’espletamento dei concorsi risponde al nome del dott. Schilirò Rubino? Malgrado questi sia sotto processo (udienza il 22 novembre prossimo davanti ai giudici della terza sezione del Tribunale di Catania) per gravi reati contro lo stesso ente, truffa, falso ideologico, abuso d’ufficio, gli viene permesso di continuare a gestire questo delicato incarico!Del resto, la politica e il governo regionale, non muovono foglia. Quindi, va tutto bene, no?A distanza di nove mesi dalle dimissioni di Schilirò Rubino dall’incarico di direttore generale, a seguito del rinvio a giudizio, il commissario, ing. Leone, non ha ritenuto di procedere alla necessaria nomina di un nuovo direttore generale dell’ente. Ha così consentito di fatto un ingiustificato strapotere a un signore imputato di falso, abuso e truffa ai danni dell’ente, “dimissionario” a dicembre (peraltro già scaduto a ottobre 2011), condannando di fatto l’Istituto all’inerzia e al tradimento dei fini pubblici cui dovrebbe rispondere.L’Iacp catanese senza direttore generale da mesi! Non è un fatto “normale” nella vita di un ente pubblico, è “normale” semmai per una realtà come quella catanese.Da informazioni raccolte ci risulta che Schilirò Rubino in tutti questi mesi ha tranquillamente continuato a dirigere di fatto l’ente collaborando strettamente con il commissario straordinario, che, non dimentichiamolo, gli aveva già in precedenza dato ampia copertura, arrivando al punto di siglare una vergognosa transazione per mettere una pietra sopra ai gravi fatti che avevano già portato al licenziamento di Schilirò Rubino (successivamente reintegrato per vizi meramente formali da una ordinanza del giudice del lavoro), rimettendolo in sella e permettendogli di continuare a gestire l’Istituto nel modo disastroso che ha già provocato una “voragine” fatta di illegalità e sprechi per milioni di euro.Ricordiamo che:la Procura della Repubblica di Catania nel mese di giugno 2011 ha inviato alla Procura regionale siciliana della Corte dei Conti un rapporto in cui si stimano oltre trenta milioni di euro di danno erariale per la cattiva gestione dell’Istituto Case Popolari di Catania. La Corte dei Conti è al lavoro e si è in attesa di conoscere l’accertamento e la punizione dei responsabili con la condanna al giusto risarcimento nei confronti della collettività;Nel 2009 in una indagine effettuata da Rizzo per il Corriere della Sera, era stato denunciato che, …a fronte di 8 milioni e 617.680 di canoni annui, l’Istituto catanese si limita a incassarne solo 644.376 (solo il 7% di quanto dovrebbe ricevere);già, a seguito di ispezione disposta dal Ministero del Tesoro, i dirigenti dott. Carlo Alberto Luccone e dott. Giuseppe Grasso, nella loro relazione di chiusura dell’attività ispettiva datata ROMA 22.9.2001, avevano rilevato una valanga di abusi, irregolarità, sprechi. Oggi, a distanza di oltre dieci anni dalla ispezione del Ministero del Tesoro, la situazione all’interno dell’Iacp di Catania è solo peggiorata.E ancora, secondo quanto dichiarato dal consigliere comunale Rosario D’Agata sarebbe di 25 milioni 748 mila euro il debito da parte dell’Iaco nei confronti del Comune di Catania.

Ma, come avranno capito i nostri lettori, questa è una storia a puntate. A presto.   


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