Crac Comune CT: fuoco alle fiamme e fuoco alle balle


Pubblicato il 03 Settembre 2018

Pubblichiamo in successione una carrellata di comunicati…

Iniziamo con quello del fu sindaco Enzo Bianco:

“Abbiamo massimo rispetto per la Corte dei Conti siciliana, ma la sua decisione appare ingiusta e sbagliata e tutta la città deve contrastarla con un doveroso ricorso a Roma alle Sezioni riunite della Corte stessa, come fatto in casi analoghi con successo da altri comuni. Se il Comune non ha subito il dissesto negli ultimi quindici anni, quando la città era al buio e i creditori non venivano pagati, a maggior ragione risulta incomprensibile che venga dichiarato oggi in una situazione finanziaria chiaramente migliorata rispetto 5 o 10 anni fa. Ecco perché ci sono tutti i margini per ribaltare questa decisione che Catania non merita.

 

Il dissesto sarebbe una mannaia per la città, che noi stessi abbiamo evitato di dichiarare quando ci siamo insediati nel 2013. Comporterebbe l’impossibilità di reperire finanziamenti per opere pubbliche, il drastico taglio dei servizi, a partire da quelli sociali, e la cancellazione di larga parte dei crediti vantati dai creditori e fornitori del Comune, con evidenti danni per tante piccole e medie imprese catanesi e per i loro dipendenti. I giudici contabili di Palermo evidentemente non hanno ritenuto sostenibile il piano di risanamento in vigore, approvato nel 2012 dall’amministrazione Stancanelli, ma non hanno tenuto conto degli sforzi compiuti da Catania e dai catanesi in questi anni: il taglio dei trasferimenti nazionali e regionali (41 milioni in meno su base annua dal 2012), un’azione di trasparenza con l’emersione di centinaia di milioni di euro di debiti e contenziosi legali, l’azzeramento dei fitti passivi, la puntualità nei pagamenti dei dipendenti comunali e la diminuzione addirittura dell’80% dei tempi di attesa per i pagamenti ai fornitori. Non possiamo consentire, quindi, che azioni virtuose come portare alla luce i debiti nascosti, pagare con puntualità, risparmiare soldi pubblici e rendere trasparente il bilancio, alla fine portino al dissesto: sarebbe un paradosso pericoloso e ingiustificabile. Superando chi in passato ha lavorato irresponsabilmente per il fallimento del Comune, adesso occorre difendere la città a tutti i costi. Per quanto mi riguarda mi impegnerò con forza e serietà, come sempre fatto sia nel ruolo di maggioranza che in quello di opposizione. Ho evitato in questi 5 anni come sindaco che la città andasse in dissesto e lavorerò anche oggi per il medesimo obiettivo e per il bene della nostra Catania. La città, dunque, si mobiliti per il ricorso e lavoriamo tutti insieme per salvarla dal dissesto”.

Gli fa eco l’ex assessore al bilancio Andò:

“Ci sono tutti gli elementi per contrastare le conclusioni della Corte dei Conti siciliana con un ricorso a Roma. La città ha fatto passi avanti evidenti in questi anni, cioè da quando fu sancito il predissesto, nato dell’enorme buco di bilancio realizzato nel 2003/2005, e fu approvato il primo di riequilibrio dalla giunta Stancanelli nel 2012. Cosa non ha funzionato dunque? Certamente in questi anni il peso della crisi è stato principalmente sostenuto sulle spalle degli enti locali, solo per indicare una determinante  variabile basti pensare al taglio dei trasferimenti che sono diminuiti di ben 41 milioni di euro: nel 2012 il comune di Catania percepiva dallo Stato 73 milioni e dalla Regione 31 milioni, tra il 2015 e 2016 i trasferimenti si sono ridotti rispettivamente a 40 e 23 milioni di euro. Il piano era dunque costruito con la previsione dei trasferimenti secondo il dato di quell’anno e per gli ami successivi, mentre abbiamo dovuto attuarlo con un taglio dei trasferimenti del 40 per cento. Ma oltre ai numeri basti anche pensare alle gravi difficolta finanziarie di Comuni importanti come Torino. L’altro elemento é stato l’enorme massa debitoria che abbiamo portato alla luce con un’azione di trasparenza senza precedenti. Un esempio su tutti l’emersione di vecchi debiti fuori bilancio che abbiamo certificato e pagato grazie ai DL 35 e 78: ben 192 milioni di euro a 500 aziende creditrici del Comune, molte delle quali catanesi. Dal 2014, inoltre, abbiamo concluso transazioni per circa 40 milioni per contenziosi non considerati dal precedente piano. Tali negatività, peraltro, sono state da noi inserire nella rimodulazione del piano realizzata nel 2016. Insomma il piano del 2012 era relativo a 527 milioni di euro, ma la cifra effettiva che la città ha dovuto affrontare riguardava ben 800 milioni. Il peggioramento dei conti evidenziato dalla Corte si riferisce, dunque, a tutte le criticità che abbiamo fatto emergere, oltre che alle nuove normative del bilancio armonizzato in vigore da quest’anno, che hanno inciso in maniera determinante sugli accantonamenti e sul calcolo del Disavanzo, comunque ampiamente coperto dalla ripartizione trentennale in vigore di 551 milioni di euro. Alle misure sopra esposte si aggiungono altre importanti azioni compiute in questi anni. Le spese per i fitti di uffici comunali, allegramente utilizzate nel passato, sono passate da 6,3 milioni del 2013 a 2,2 nel 2018 e l’anno prossimo si azzereranno definitivamente. I tempi di attesa per i pagamenti dei fornitori dei comune soni passati da ben 476 giorni a 86. Contrariamente al passato, in questi 5 anni i dipendenti del Comune sono sempre stati pagati con estrema puntualità il 27 del mese. Dopo il pronunciamento della Corte dei conti Siciliana, ribadisco quanto ho costantemente ripetuto per tutto l’arco della mia esperienza , non ci si può dividere sul tema del dissesto tra pro e contro e meno che meno rimpallare le responsabilità; occorre che tutte le forze politiche , tutta la città faccia quadrato per evitare che il pronunciamento della Corte sia definitivo e decreti la morte economica e sociale della Città. La parte politica ha il dovere di adoperarsi in tutte le sedi per far valere le fondate ed argomentate ragioni di Catania e chiedere , se possibile, un intervento forte del Governo e del Parlamento col supporto dell’ Anci. È inconfutabile che in questi anni si siano fatti evidenti passi avanti;  il Comune può formalizzare il ricorso ed evitare il dissesto. Occorre che tutta la città lavori per questo obiettivo con determinazione e in modo unitario.”

In merito alle dichiarazioni dell’ex sindaco Bianco e dell’ex assessore Andò, il vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi ha diffuso la seguente nota:

<<A fronte del rispettoso atteggiamento tenuto oggi dal sindaco Pogliese e dal sottoscritto per il traumatico evento del dissesto finanziario, lasciano sinceramente stupefatti le dichiarazioni dell’ex sindaco Bianco e dell’ex assessore Andò. Forse il silenzio sarebbe stato più appropriato anche alla luce dei contenuti della delibera della Corte e indurre i protagonisti degli ultimi anni di governo a maggiore cautela. Non mancheranno le sedi del confronto con la città, in primis in consiglio comunale,  per individuare errori, responsabilità e modalità di gestione>>

Interviene sul punto Sebastiano Arcidiacono: “La batosta che si è abbattuta sul Comune era già stata preannunciata da almeno tre delibere della Corte che denunciavano le mancate attuazioni delle misure di riequilibrio. Lascia esterrefatti la faccia tosta dei soliti noti che anziché arrossire tentano disperatamente di mestare una realtà di fallimento di una gestione. Ho apprezzato la serietà e il rigore con cui il sindaco Pogliese e l’assessore Bonaccorsi hanno affrontato la questione, mostrando ben altra affidabilità di chi ancora parla improvvidamente di risanamento, quando invece ci ha condotti nella palude. Si convochi immediatamente il consiglio comunale aperto alla città per una comune assunzione di responsabilità e fare finalmente chiarezza oltre la propaganda.”

In ultimo il sindaco Salvo Pogliese:

“Avevamo convocato questa conferenza stampa per rendere conto  alla città di quale fosse la reale situazione debitoria del Comune, in attesa che arrivasse il pronunciamento della Corte dei Conti. Che è arrivato questa mattina. La delibera è stata adottata nel corso dell’adunanza dello scorso 4 maggio, ed è un pronunciamento inequivocabile: la Corte ha accertato la sussistenza delle condizioni per il dissesto finanziario del Comune”. Ha esordito con queste parole il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, rivolgendosi ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa convocata per rappresentare alla città la situazione debitoria del Comune. Che ammonta a 1.580.078. 603, 99 euro al 15 giugno 2018, così come emerso dopo la ricognizione effettuata in queste settimane dall’assessore al Bilancio e vicesindaco Roberto Bonaccorsi. Il dettaglio degli importi relativi ad anticipazioni di cassa, debiti verso banche, mutui, fondo rotazione, passività per contenziosi di rischio medio e alto, debiti fuori bilancio, verso le partecipate e verso terzi, transazioni e ruoli esattoriali, si trova nelle schede allegate ( così come il prospetto degli interessi maturati).  Il dato complessivo fa riferimento ad un debito certificato di 1.247.294.159,53 euro, ai quali aggiungere 332.784.444,46 euro di interessi, arrivando all’importo totale sopra riportato. A fronte dei numeri sul debito, il dato sulle entrate comunali registra un tasso di mancata riscossione molto significativo: prendendo a riferimento il 2017, con entrate accertate provenienti dalle imposte comunali nella misura di 278.260.150 euro, il riscosso ammonta a 210.914. 396. “ Se è vero che una parte dell’evasione riguarda coloro i quali non possono pagare- ha dichiarato il sindaco Pogliese- una parte rilevante riguarda coloro che fanno i furbi e non vogliono pagare, e la capacità stessa del Comune di incassare quanto accertato, che in passato è stata uguale a zero. Avevo promesso ai miei concittadini di parlare il linguaggio della verità e della trasparenza dell’azione amministrativa, per questo abbiamo inteso rappresentare alla città qual è l’esatta situazione debitoria.  Il pronunciamento della Corte è arrivato, e adesso ci muoveremo immediatamente per prendere le decisioni del caso. Dobbiamo valutare ciò che è meglio per la città. Invito tutti al senso di responsabilità- ha proseguito il sindaco- non è il momento delle polemiche, non ne farò; anche se le modalità della deliberazione della Corte individuano abbastanza chiaramente quello che è accaduto negli anni scorsi. Avvieremo un confronto nel merito con le istituzioni e la politica regionale e nazionale: Catania è la decima città d’Italia noi ci assumiamo le nostre responsabilità ma abbiamo bisogno di essere supportati nel percorso di risanamento. Chiedo ai cittadini, soprattutto a quelli che le tasse non le vogliono pagare, di essere altrettanto responsabili”.“ Il pronunciamento della Corte ci impone di essere sinceri verso la città. Il nostro obiettivo è affrontare il problema e non rimpallare le responsabilità- ha detto l’assessore al bilancio, Roberto Bonaccorsi, nel corso della conferenza-, pertanto non vi sarà nessuna contrapposizione da parte nostra, nessun dito alzato a indicare qualcuno, anzi: ogni contributo di merito è ben accetto. Le cifre sono quelle esposte dal sindaco. Sono debiti che appartengono a tutti noi, dobbiamo capire quali sono le risorse necessarie per farcene carico, tra quelle che abbiamo o potremmo avere nella disponibilità del Comune e quelle che dovremmo trovare. E’ certo che se non riusciamo a riequilibrare il dato tra il carico imponibile accertato e il riscosso, qualunque azione di risanamento possiamo immaginare avrà il respiro corto”.

 


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